Nuovo Palasport a Carate: braccio di ferro sulla stima dell'esproprio
Si complica la vicenda legata all’acquisizione da parte del Comune dell’area per la realizzazione del nuovo palazzetto. Il caso è finito in Corte d’Appello, che ha disposto nuovi accertamenti sull’indennizzo da 197 mila euro che il privato però considera non congruo.
Prosegue il «braccio di ferro» fra il Comune di Carate Brianza e le due ormai ex proprietarie dell’area di 2580 metri quadrati espropriata per la realizzazione del nuovo Palazzetto dello sport in via Tommaso Grossi.
Sul tavolo ci sono i poco meno di 200 mila euro (197.633 euro, ndr) riconosciuti a titolo di indennità di esproprio al privato, che ne chiede invece più del doppio (544.813 euro) e che ha quindi intrapreso un’azione legale. Sul caso la prima sezione civile della Corte d’Appello di Milano ha disposto di procedere infatti ad ulteriori accertamenti per determinare la giusta indennità spettante alle ricorrenti, nominando un consulente tecnico d’ufficio e concedendo alle parti in causa di designare, a loro volta, i rispettivi consulenti tecnici di parte chiamati all’udienza di comparizione che era in programma lo scorso mercoledì.
Il Comune ha scelto di affidarsi all’architetto Massimiliano Belletti, 52 anni, ex responsabile dell’Urbanistica in città, oggi dirigente dell’area Infrastrutture e Gestione del Territorio a Meda.
La vicenda legata a un'area di 2.580 metri quadrati a Carate
La vicenda si trascina da ormai quasi due anni e per il Comune si profila il rischio concreto di vedere lievitare - e di parecchio - i costi per la realizzazione del nuovo Palazzetto dello Sport che sta sorgendo in via Tommaso Grossi e per il quale è stato acceso un mutuo di 29 anni con la Cassa Depositi e prestiti per quasi 5 milioni di euro.
Le due caratesi ex comproprietarie dell’area privata, che copre una superficie catastale di 2.580 metri quadrati e che l’Amministrazione comunale aveva già provveduto ad espropriare ufficialmente con decreto per ragioni di pubblica utilità, hanno contestato in sostanza la stima operata dalla competente commissione della Provincia di Monza e Brianza chiedendo alla Corte di Appello di Milano di rideterminare l’indennità definitiva di espropriazione dovuta dal Comune di Carate Brianza.
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Secondo le stime di mercato degli uffici di piazza Cesare Battisti, che aveva interpellato in seconda battuta la Provincia, la valutazione del terreno era stata di 56,50 euro al metro quadrato, diventati poi 57 in seguito alla stima e al verbale redatto dalla Commissione espropri di Monza e Brianza.
Per l’area di cui il Comune si è appropriato per la costruzione del nuovo Palazzetto, insomma, verrebbe riconosciuta un’indennità di esproprio di poco superiore ai 197 mila euro, somma che le due ex proprietarie hanno però ritenuto, alla fine, non assolutamente congrua. Così, per tramite del loro legale, le due caratesi hanno presentato un ricorso, che è stato notificato al Comune alla fine del mese di ottobre dello scorso anno.
Le contestazioni delle ricorrenti
Nella contestazione le due comproprietarie impugnano la presunta violazione e l’omessa applicazione degli articoli 32 e 37 del Decreto 327 del 2001 del Presidente della Repubblica, ovvero del Testo unico che definisce le disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità. L’impugnazione evidenzia anche un presunto «difetto di motivazione e di istruttoria» chiedendo di fatto alla Corte d’Appello di Milano di rideterminare l’indennità di esproprio definita e dovuta dal Comune e che, secondo la loro richiesta, sarebbe - come detto - di oltre mezzo milione di euro, per la precisione 544.813 euro.
Dopo la prima udienza in Corte d’Appello dello scorso fine gennaio, ora è arrivata la richiesta di accertamenti peritali con la nomina da parte dei Giudici di un Ctu (Consulente tecnico d’ufficio).
Sul ricorso in Appello la Giunta Veggian, prima dello scorso Natale, aveva autorizzato il sindaco a costituirsi in giudizio e ad individuare un legale per la difesa degli interessi pubblici allo studio «Bertacco Recla & Partners» di Milano che fa capo all’avvocato caratese Paolo Bertacco, classe 1973, esperto in materia urbanistica e già assessore ai Lavori pubblici in città.