Violenza sulle donne, fiaccolata a Bovisio per dire «no»
Ieri sera, venerdì, la marcia per ricordare Valeria Bufo. Il figlio: «C’è ancora tanto da fare, per questo vado nelle scuole»
Violenza sulle donne, fiaccolata a Bovisio per dire «no». Ieri sera, venerdì, la marcia per ricordare Valeria Bufo. Il figlio: «C’è ancora tanto da fare, per questo vado nelle scuole»
Dalla panchina rossa al Municipio
Dalla panchina rossa, collocata nel punto in cui sei anni fa Valeria Bufo fu uccisa dal marito, fino al Municipio, sede istituzionale per eccellenza e «casa» dei cittadini. E’ stata ancora una volta un’occasione per riflettere sulla violenza di genere la camminata di 500 metri, illuminata dalle fiaccole, da corso Italia a piazza Biraghi, a Bovisio Masciago.
"Essere qui è importante"
Ieri sera, venerdì, un centinaio di persone si sono date appuntamento per dire «no» alla violenza contro le donne.
«Essere qui è importante – ha affermato il sindaco Giovanni Sartori - perché dimostra la sensibilità della nostra collettività di fronte a questo problema. Il Comune c’è, la comunità ha dimostrato di esserci con la sua presenza e in tutte le sue componenti: la scuola, la parrocchia, le associazioni, singoli cittadini. A tutte le donne vittime di violenza dico sempre di denunciare. C’è una realtà pronta a sostenerle. Non sono sole».
"Ognuno faccia la sua parte"
Mariano Delle Cave, presidente del Consiglio di istituto, ha invitato a considerare questa camminata simbolica come un momento educativo.
«Oggi tanti commettono violenza tra le mura domestiche e non sono nemmeno in grado di discernere cosa è bene e cosa è male - ha ricordato - Questo è preoccupante. Ognuno di noi, ma anche la scuola e le istituzioni, devono fare la loro parte».
Associazione Germoglio Viola
Raffaella Damonte, vicepresidente dell’associazione Germoglio Viola, ricordando che i casi di violenza sono ancora numerosi, ha auspicato che chi governa sia in grado di intervenire per tutelare tutte le persone.
Infine Stefano Truzzi, figlio di Valeria Bufo, ha ringraziato tutti i presenti:
«Qualcosa negli anni sta cambiando. Sei anni fa non c’era di sicuro la sensibilità di oggi. La violenza contro le donne non era al centro dell’attenzione generale. Oggi sono nati i centri antiviolenza, un numero telefonico specifico, interventi normativi, modalità operative. C’è ancora tanto da fare, per questo vado nelle scuole e per questo sono contento di vedere qui ogni volta anche i bambini. Il nostro impegno è per loro e per costruire un domani migliore».