«Via da qui, uccidete il pensiero libero»: raid nel cantiere del liceo Don Gnocchi
Croci rovesciate e minacce sui muri della nuova sede dell’istituto superiore che sta sorgendo in via Tommaso Grossi
«In voi Dio muore», «Servi della mafia» «Uccidete il pensiero libero, via da qui!». Insulti e croci rovesciate sono comparsi a inizio settimana sui muri della nuova sede del liceo «Don Carlo Gnocchi» di Carate Brianza.
Raid nel cantiere del liceo Don Gnocchi
Un’azione, con una parvenza anarchica, (una delle scritte era accompagnata da una «A» cerchiata) quella consumata nottetempo all’interno del cantiere di via Tommaso Grossi, dove sono in corso i lavori per la realizzazione del nuovo edificio scolastico che, dal prossimo anno, ospiterà docenti e centinaia di studenti dell’istituto superiore di ispirazione cattolica, cresciuto dentro il progetto educativo di Comunione e Liberazione e aperto in città nel settembre del 1988 su iniziativa di un gruppo di imprenditori e uomini di cultura.
Dell’accaduto sono stati informati i Carabinieri per una denuncia al momento ancora contro ignoti.
La scoperta dell’imbrattamento, fortunatamente limitato alle scritte vergate con bombolette spray di colore giallo e nero sulle pareti dell’edificio, è avvenuta nella mattinata di mercoledì della scorsa settimana. Dopo la scorribanda notturna nel cantiere sui muri esterni dello stabile in fase di realizzazione sono rimaste una serie di frasi oltraggiose rivolte all’indirizzo del Movimento di Comunione e Liberazione, ma anche alla struttura definita come «ecomostro» oltre a rivendicazioni contro chi «uccide il pensiero libero» con tanto di sagoma di un uomo impiccato e l’appello «ad una scuola pubblica, laica e libera».
«Spiace dovere constatare che ci sia ancora chi oggi si renda autore di azioni di questo tipo - ha dichiarato al giornale Andrea Barzaghi, consigliere delegato del Don Gnocchi - Abbiamo provveduto ad informare le Forze dell’ordine non appena abbiamo scoperto l’intrusione e, a breve, provvederemo anche a mettere in sicurezza l’intero cantiere dotandolo di adeguati sistemi di protezione e di sicurezza con luci, telecamere e sensori. Fa specie che chi inneggia alla libertà di pensiero si renda poi autore di azioni che sono le negazione della stessa libertà di scelta. Il senso di un cammino fatto al “Don Gnocchi” è da sempre quello di tenere viva la curiosità e di educare giovani capaci di vivere da uomini liberi: non siamo “una scuola di censo” o una scuola “dell’élite”. Qui da anni accogliamo tutti, dando la possibilità a chi lo desidera di poter frequentare il nostro istituto andando incontro economicamente e sostenendo nelle rette quelle famiglie che desiderano iscrivere qui i propri figli ma che non hanno le possibilità...».
Veggian: "Gesto ignobile"
Durissimo anche il commento del sindaco Luca Veggian informato in settimana dell’accaduto:
«Un gesto ignobile, grave e inaccettabile perché ha sfregiato una scuola, simbolo della società civile, e il lavoro di chi si sta impegnando per costruirla - ha dichiarato il primo cittadino - Esprimo la massima solidarietà e vicinanza alla dirigenza scolastica, al Consiglio di Amministrazione e all'intera comunità del Don Gnocchi per questo inqualificabile atto, con l'auspicio che i responsabili vengano al più presto identificati. Qualsiasi scuola è un bene comune - ha concluso Veggian - e nessun sentimento di rabbia potrà mai fermare la libertà di scelta educativa di ognuno di noi...».