Gengive infiammate e/o denti mobili? In 48 ore puoi ritrovare il sorriso dei 20 anni: il dottor Cavellini spiega cosa fare
Agli studi Mezzena un team specializzato in grandi riabilitazioni delle arcate dentali
Fastidi alle gengive, rossore, gonfiore e sanguinamento. Quando i batteri attaccano il nostro cavo orale la situazione non va sottovalutata ed è importante agire in modo rapido ed efficace.
Ne parliamo con il dottor Paoloantonio Cavellini, responsabile degli Studi Mezzena, professionista dedicato esclusivamente alle riabilitazioni implantari e dentoprotesiche.
Dopo una lunga formazione in parodontologia, implantologia e protesi dentaria con i maggiori esperti internazionali, il dottor Cavellini è conosciuto e stimato all’Advancing Dentistry del Kois Center di Seattle (Stati Uniti) dove nel 2012 ha ottenuto il titolo di Graduate e prosthodontist recognised specialist e, nel 2015, di Mentor. Dal 2008 è membro del Kois Center Alumni.
Prima di tutto, l’infezione
Dottore, quando le gengive sono infiammate e bruciano, quando sono gonfie, rosse e sanguinati è possibile curarsi a casa? Quando è il momento di contattare il dentista? A quali sintomi prestare attenzione?
«Partiamo dal principio: gengivite e parodontite», spiega il dottor Cavellini. «La gengivite è un’infezione gengivale provocata da batteri patogeni che si accumulano e si diffondono intorno al dente, provocando infiammazioni con rossori, sanguinamenti a volte bruciori.
La parodontite è lo stadio più avanzato di questa condizione infiammatoria: in questa fase i batteri possono arrivare a penetrare in profondità fino all’osso, compromettendo l’intero parodonto, ossia l’apparato di sostegno dei denti: gengiva, legamento parodontale, cemento radicolare e osso alveolare. Nei casi più gravi la parodontite porta alla mobilità dentale fino alla perdita del dente».
I sintomi
«I sintomi iniziali sono quelli già elencati: rossore e gonfiore gengivale; sanguinamento; alitosi; a volte bruciore», conferma il dottore.
«In una fase più avanzata (piorrea) potranno comparire anche pus in seguito ad ascessi parodontali; ritiro della gengiva e mobilità dentale.»
Serve una visita immediata
«Chi pensa di soffrire di infiammazione gengivale, dovrebbe prenotare subito una visita di controllo dal parodontologo e, nell’attesa, continuare a svolgere l’igiene orale domiciliare con filo interdentale e spazzolino morbido anche se risulta un po’ più fastidiosa.
Una volta in studio, il professionista analizzerà la situazione e spiegherà il modo migliore di agire. Se l’infezione è allo stadio iniziale potrebbe essere sufficiente una pulizia dentale approfondita (trattamento parodontale non chirurgico), affiancata a istruzioni di igiene domiciliare efficace e alla pianificazione di un programma di regolare mantenimento del benessere del tuo cavo orale (terapia causale)».
Terapia causale, cos’è?
«La Terapia causale è la base di tutta la medicina moderna e della odontoiatria contemporanea: si prefigge di gestire i batteri che sono la principale causa dei danni dento-parodontali - prosegue il dottor Cavellini -. I batteri che sviluppano la carie danneggiano le strutture dentali mentre quelli della parodontite il supporto osseo. Infatti, sia la carie che la parodontite sono le conseguenze di un’eccesiva presenza di batteri nel cavo orale che è un ambiente favorevole per il loro sviluppo essendo sempre umido e a temperatura corporea di circa 36°C.
All’ambiente favorevole si aggiungono familiarità (suscettibilità individuale) dovute a carenze di difese immunitarie, che sono trasmesse geneticamente e stanno nella saliva, che permettono ai batteri di aggredire maggiormente un individuo piuttosto che un altro sviluppando le carie o la parodontite. La terapia causale è fondamentale per gestire la causa batterica comune a entrambe le patologie e si prefigge la rimozione profonda dei batteri e l’insegnamento di tecniche efficaci di igiene orale domiciliare».
Quando serve la chirurgia parodontale?
«Se la patologia è in fase avanzata, sarà necessario prendere in considerazione una soluzione di tipo chirurgico - afferma il dottore - Se la parodontite ha già intaccato il supporto osseo in maniera severa, le terapie sono chirurgiche per bloccare la progressione della malattia eliminando i difetti ossei (tasche parodontali) che, essendo colonizzati dai batteri, causano la progressione della malattia stessa. Nei casi più gravi nei quali la perdita del supporto osseo sia tale creare la mobilità dei denti e quindi al loro irrimediabile compromissione insorge la necessità di sostituirli ricorrendo a tecniche implantari».
Chirurgia implantare
«Se la patologia parodontale ha compromesso irreversibilmente il supporto parodontale creando instabilità dentale e ascessi parodontali si è arrivati alla fase terminale della parodontite cronica che prende il nome di piorrea.
In questi casi l’unica terapia possibile è quella implantare con la quale si sostituiscono i denti irrimediabilmente compromessi con radici artificiali che portano protesi fisse singole, multiple o totali avvitate su di essi. La tecnica implantare è la più avanzata e innovativa esistente e consente a persone gravemente colpite da questa malattia di riacquistare sorriso, funzione ed estetica in un tempo sbalorditivamente breve: 48 ore».
Prevenzione essenziale per evitare danni irreversibili
L’infiammazione delle gengive è provocata in particolare dai batteri, di conseguenza il modo migliore per evitarla è svolgere una buona igiene orale quotidiana, utilizzando anche il filo interdentale almeno una volta al giorno la sera dopo l'ultimo pasto prima di dormire. «Questo perché i batteri ci colonizzano tutti i giorni, soprattutto durante il sonno perché in questo periodo diminuisce la produzione di saliva che contiene le difese antibatteriche - precisa il dottor Cavellini - Inoltre, è consigliabile prenotare visite di controllo e pulizie dentali regolari dal dentista, in modo da mantenere costantemente monitorata la salute del sorriso. Così facendo il professionista potrà accorgersi di eventuali problematiche sul nascere e risolverle, prima che i danni siano irreversibili e diventi necessario intervenire in modo invasivo e costoso».
Funzionalità ed estetica in 48 ore con gli impianti a carico immediato
Chiunque abbia subito danni irreversibili su uno o più denti oppure, nei casi più gravi, su intere arcate dentarie per cause traumatiche, batteriche come carie o parodontite cronica, può tornare a sorridere e a masticare in un tempo incredibilmente breve: 48 ore. L’innovativa tecnica implantare permette di riacquistare estetica e funzione in 2 sedute terapeutiche, limitando i disagi, le complicanze e l’assunzione di farmaci antibiotici e antinfiammatori migliorando i risultati rispetto alle precedenti procedure.
Il Caso clinico risolto con successo dal team degli Studi Mezzena
Il sorriso della paziente prima della chirurgia
Il sorriso della paziente 48 ore dopo l'intervento
Paziente di circa 40 anni soggetta a una forma di parodontite aggressiva giovanile, purtroppo diagnosticata tardivamente in quanto la paziente si è presentata in visita in una situazione di danni parodontali irreversibili su tutti denti di entrambe le arcate, nonostante sia stata seguita per anni dal suo precedente dentista e aver segnalato la problematica del rossore e sanguinamento gengivale che proseguiva da tanto tempo. La mancata gestione della parodontite cronica ha portato alla perdita ossea fino ai sintomi di mobilità dentale con difficoltà masticatorie ed estetiche che sono la manifestazione della fase terminale della malattia che diventa la famigerata piorrea quando gli elementi dentali non sono più recuperabili.
Fortunatamente la paziente può beneficiate delle innovative tecniche di implantologia a carico immediato post estrattive flapless che consentiranno di eseguire una riabilitazione implanto-protesica su entrambe le arcate per ritrovare il sorriso e la possibilità di masticare come una volta in sole 48 ore.
Primo step. «Come primo step abbiamo gestito le cause batteriche che hanno creato le problematiche odontoiatriche alla paziente attraverso il protocollo di terapia causale, che consiste in una serie di sedute di igienizzazione profonda e settoriale con insegnamento di tecniche di mantenimento di igiene domiciliare», spiega il dottor Cavellini.
Il trattamento. Successivamente alla terapia causale sono stati eseguiti, visionati e studiati: lo status radiografico, la Tac Cone Beam, i modelli studio con ceratura diagnostica. «Abbiamo effettuato un’analisi fotografica digitale (Digital Smile Design), confrontato le foto storiche e preoperatorie della paziente e raccolto tutti i dati dento-facciali e funzionali per pianificare un trattamento a 360° che risolva a lungo termine tutte le problematiche estetiche, funzionali, biomeccaniche e parodontali».
La paziente, dopo aver compreso e accettato il piano di cure, viene sottoposta alla riabilitazione chirurgica implanto e dento protesica. «Per quanto riguarda i denti recuperabili dell’arcata superiore sono state rilevate le impronte e preso l’arco facciale (Kois Dento Facial Analizer), ovvero un dispositivo dotato di laser che ci permette di valutare la corretta forma e posizione dell’arcata superiore rispetto al cranio e faccia, per la realizzazione corretta dei provvisori. Tutti i denti di entrambe le arcate irrimediabilmente compromessi sono stati estratti, sono stati inseriti gli impianti e al loro posto, raggiunta la stabilità primaria delle radici artificiali, è stata eseguita l’impronta e rilevate le relazioni occlusali. Due giorni dopo sono state consegnate le protesi provvisorie fisse di entrambe le arcate avvitate sugli impianti, ed eseguito il bilanciamento occlusale.
In seguito, sarà finalizzata con protesi fisse in ceramica avvitata sugli impianti su entrambe le arcate.
Per concludere sono stati programmati gli appuntamenti periodici di controllo e gestione della causa batterica per mantenere la riabilitazione per tutta la vita».
Denti mobili: informazioni
Se vi riconoscete nelle problematiche descritte dal dottor Cavellini non perdete la speranza: con una prima visita agli Studi Mezzena il dottor Cavellini metterà a fuoco la problematica e, in breve, potrete tornare a sorridere come... a vent’anni.