Biassono

«Suo figlio ha causato un incidente» ma è una truffa

Grande spavento nei giorni scorsi per una settantenne raggiunta al telefono da truffatori che si sono finti carabinieri

«Suo figlio ha causato un incidente» ma è una truffa
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Si sono finti carabinieri e hanno tentato di truffare una 71enne. Sono stati attimi di grande apprensione quelli vissuti nei giorni scorsi da una biassonese, che ha rischiato di cadere vittima di una truffa.

«Suo figlio ha causato un incidente» ma è una truffa

«Ho ricevuto una telefonata sul numero di casa - racconta la 71enne  - Si sono presentati come carabinieri. Sapevano il nome di mio marito, che purtroppo non c’è più, e quello di mio figlio. Mi hanno detto che aveva avuto un incidente a Monza, che aveva investito una signora di 84 anni mentre attraversava sulle strisce pedonali e che era messa male. Che l’incidente era stato causato dal fatto che mio figlio stava usando il cellulare e che, con l’entrata in vigore del nuovo codice della strada, rischiava l’arresto fino a tre anni. In quel momento mi è crollato il mondo addosso, pensavo a mio figlio in carcere e alle ripercussioni che ciò avrebbe avuto sul suo lavoro e soprattutto sulla sua famiglia».

«Mi hanno detto di stare tranquilla, che mi avrebbe chiamato l’avvocato per l’assicurazione - racconta la pensionata - Infatti di lì a poco è suonato il cellulare: ho chiesto, ma non potete aiutare in qualche modo mio figlio? E loro mi hanno risposto: “Vediamo se si può fare qualcosa, purtroppo la signora sta molto male, vediamo se almeno possiamo evitare l’arresto. Bisognerebbe anticipare una somma di 10-12 mila euro, va bene anche dell’oro”. Ho pensato tra me e me: “Dove vado a prenderli? Ho già subito dei furti e mi hanno portato via tutto. Sono andata a cercare qualcosa in casa».

«Mentre giravo disperata per casa alla ricerca di oro e soldi dentro di me pensavo: “Proprio un bel Natale”. Sono tornata in cucina, ho preso in mano la cornetta ma dall’altra parte nessuno ha più risposto. Ho provato a richiamare il numero di cellulare ma era inesistente. Così ho chiamato in caserma a Biassono e i carabinieri non sapevano nulla, mi hanno detto di stare attenta che si è trattato di un tentativo di truffa. Poi ho chiamato mio figlio e, quando mi ha detto che era al lavoro, ho tirato un sospiro di sollievo. Certo che l’hanno studiata proprio bene e poi mi chiedo come facessero a sapere il mio numero di cellulare e il fatto che mio figlio lavorasse a Monza, visto che ha cambiato di recente luogo di lavoro. Comunque in casa non ho più niente, mi hanno portato già via tutto, forse è per quello che hanno desistito. Mi sono spaventata molto e ho avvisato anche i miei vicini, nel caso vedessero in giro qualche faccia strana».

(foto archivio)

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