Monza

Addio a due attività che hanno fatto la storia della città

Per oltre mezzo secolo le vetrine illuminate della boutique di piazza Trento e Trieste e del coiffeur di Regina Pacis sono state un punto di riferimento

Addio a due attività che hanno fatto la storia della città
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Coi loro sorrisi e la loro professionalità hanno accompagnato per decenni i monzesi. Ora, nel giro di una settimana, le due attività storiche hanno abbassato la saracinesca.

Addio a due attività storiche

E' arrivato il momento della pensione per il barbiere di via Mentana Ermes Pozzi e per le sorelle Marinella e Daniela Bussolino, titolari della boutique di abbigliamento femminile di piazza Trento e Trieste, nonché autrici di un messaggio che ha commosso l'intera città.

Il barbiere poeta va in pensione

Tutto è ancora così come lo ha lasciato il 27 dicembre, «alle 16 in punto, quando ho chiuso per l’ultima volta il registratore di cassa»: i prodotti sulle mensole di vetro, i riconoscimenti e le foto del tempo che fu appesi alle pareti, le poltrone da salone - «quelle originali, come del resto lo è l’intero arredamento» - ma anche i tantissimi cimeli che attestano le sue innumerevoli passioni, dal Monza, agli Alpini, passando per i Tex impilati sulle scaffalature. In sottofondo, il cinguettio dei suoi canarini, altro suo grande interesse.
Tutto, nel negozio di via Mentana 29, parla ancora di Ermes Pozzi, lo storco barbiere (nonché poeta dialettale) che, dopo oltre mezzo secolo di attività, ha appeso camice e forbici al chiodo. Per lui è giunto il momento della pensione. E a guardarsi indietro, assicura, rifarebbe tutto quanto. «Sono stati anni bellissimi - ha spiegato sorridendo - Anzi decenni bellissimi. Cominciai a lavorare qui che avevo 21 anni e avevo appena finito di fare il militare...ovviamente con gli Alpini».
Settantasei anni - i 77 li compirà a marzo - originario di Vobarno, piccolo comune in provincia di Brescia, Pozzi giunse a Monza nel ‘53, quando aveva appena cinque anni. «Sono arrivato come lavorante che il negozio c’era già da un secolo - ha ricostruito Pozzi - Prima c’era Mario Barnia, poi i fratelli Carlo e Romeo Barni. E’ stato con quest’ultimo che cominciai. Ho lavorato al suo fianco per cinque anni, poi il titolare sono diventato io e da qui non mi sono più mosso». Cinquant’anni di lavoro e di clienti che sono diventati amici, che hanno portato prima i figli e poi i nipoti. E una grande passione per il dialetto monzese.

La passione per il dialetto monzese

Una passione che per decenni ha condiviso con l’amico Felice Camesasca «a cui facevo correggere i miei componimenti. A volte lo chiamavo e gli chiedevo se potevo andarlo a disturbare un attimo, lui, immancabilmente mi rispondeva in dialetto: “Vieni basta che non parli in italiano”, mi diceva». Le poesie e le canzoni in dialetto sono tutte ordinatamente archiviate in faldoni custoditi nell’anticamera che conduce al negozio. «E’ il momento di vendere - ha detto guardando i ricordi di una vita con una punta di nostalgia - Certo, mi dispiace. Ho passato anni davvero belli, sono soddisfatto di tutto quello che la vita mi ha dato».

Il messaggio della boutique

Gli arredi in legno di noce sono gli stessi scelti dalla loro mamma quando, all’inizio degli anni Sessanta, avviò la boutique. Dal soffitto - fatto realizzare a cassettoni - pendono ancora i due raffinatissimi lampadari in cristallo dalla foggia Art Déco.
Per oltre cinquant’anni il piccolo ed elegante negozio di abbigliamento di Marinella e Daniela Bussolino, è stato uno scrigno prezioso incastonato nel centro storico. Ma anche per loro è arrivato il momento della pensione. E, dunque, di salutare le storiche e affezionatissime clienti con un messaggio che ha commosso l’intera città. «Grazie per aver condiviso con noi questi anni - si legge - Per noi è stato un piacere ottenere la vostra fiducia e un onore acquisire la vostra fedeltà».
Una decisione che per le due sorelle monzesi porta con sé anche tanta nostalgia. Anche perché gli abiti - sempre di alta qualità, «non abbiamo mai ceduto alla moda del low cost, siamo sempre state fedeli a noi stesse e forse se i tempi fossero stati più propizi saremmo andate avanti ancora per un po’», come hanno spiegato - sono sempre stati una tradizione di famiglia.

Il grazie delle titolari

«Negli anni abbiamo potuto contare su una clientela affezionata - hanno spiegato commosse - Una clientela, amante dei capi classici, dai tessuti di qualità e dal taglio impeccabile, che è rimasta fedele nonostante il cambio drastico e radicale della moda. In questi decenni ci siamo sempre rifiutate di adeguare il nostro campionario al ribasso e le nostre clienti, molte delle quali diventate vere e proprie amiche, hanno apprezzato tale orientamento». Gratitudine e riconoscenza l’hanno voluta rivolgere alla loro mamma Adele, «dalla quale abbiamo appreso quella capacità professionale, unita a passione e dedizione, doti indispensabili e necessarie per svolgere al meglio il nostro lavoro».

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