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Lo Stadio non si chiamerà Silvio Berlusconi

Il Centrosinistra avrebbe bocciato la mozione: "Non si può scorporare lo sportivo dal politico". Sassoli costretta a ritirarla

Lo Stadio non si chiamerà Silvio Berlusconi
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Resterà Stadio Brianteo e non si chiamerà Silvio Berlusconi. L'intitolazione non s'ha da fare. Sono passati 18 mesi dalla presentazione della proposta per dedicare lo stadio di Monza al Cavaliere morto il 12 giugno 2o23, ma il Consiglio comunale di Monza stasera, giovedì 9 gennaio 2024, avrebbe respinto la mozione. Per questo la consigliera Martina Sassoli qualche minuto prima delle 22, dopo una lunga discussione, ha ritirato la mozione prima che venisse respinta, abbandonando con il Centrodestra l'Aula per protesta.

Stadio a Berlusconi, la proposta

Alla consigliera del gruppo Misto Martina Sassoli, prima firmataria, è andato il compito di presentare la mozione di intitolazione dello stadio di Monza a Berlusconi, ricordando l'onda dell'emozione con cui venne presentata il 12 giugno 2023, il giorno della morte del presidente del team biancorosso dalla minoranza. Un anno e mezzo è trascorso prima che si arrivasse alla discussione in Aula. Tempo in cui il Centrodestra pensava forse di poter trovare maggiore disponibilità da parte del Centrosinistra. Ma così non è stato.

Sassoli ha provato a chiedere all'Aula di pensare al Berlusconi sportivo e non all'uomo politico:

Diamo merito a chi in 110 anni di storia calcistica ha portato il Calcio Monza in serie A. Berlusconi è stato il cuore e la testa della squadra biancorossa. Al di là delle idee politiche e del giudizio dell'uomo, oggi dobbiamo guardare al presidente sportivo che ci ha regalato un sogno.

Sassoli non ha nascosto che il Monza era in una situazione ben diversa quando ci fu la proposta a giugno 2023 con Berlusconi appena morto. "Il Monza era 14esimo con 52 punti e 14 vittorie, oggi è al ventesimo con 10 punti. Con Berlusconi tutto sembrava possibile, intitoliamo lo Stadio al Berlusconi sportivo. Quando il vicesindaco Egidio Longoni partecipò all'intitolazione a Silvio e Luigi Berlusconi del Monzello, un'intitolazione fake perché senza l'iter corretto, disse una frase che condivido e che ci deve ispirare: Grazie per un dono alla città che ha dato un valore bipartisan".

Il secco no del Pd su Berlusconi

Impossibile, per il Pd, scorporare l'uomo dal politico perché - come ha precisato il capogruppo Angelo Imperatori "il nome di Berlusconi c'è ancora sui loghi elettorali". Per questo i democratici hanno dichiarato che avrebbero votato contro.

Un secco no indignato è arrivato anche dalle donne Pd con la forte presa di posizione della consigliera dem monzese Giulia Bonetti:

Credevamo che la decenza e la distanza elettorale tra lui e il Paese ci ponesse al riparo da una proposta come questa. Potrei leggere le parole di un documento firmato da numerose donne quando si ricandidò, sostituendo candidatura con intitolazione esprime il sentimento che mi anima e mi stupisce altresì che questa proposta arrivi da una consigliera donna. Non dimentico che Berlusconi promise un pullman di prostitute e nemmeno con questo termine ai giocatori del Monza in caso di vittoria. Il corpo delle donne fu da lui usato come merce di scambio con logica patriarcale, del resto fece lo stesso accogliendo Gheddafi. Eppure per la gente era simpatico e faceva ridere. Se penso poi ai processi, alle amicizie discutibili e al fatto che Berlusconi ha riscritto le regole del gioco per vincere, credo a maggior ragione che questa partita non meriti di vincerla.

La damnatio memoriae di Gentile

Ancora più forte la presa di posizione di Lorenzo Gentile che ha citato le 17 leggi ad personam. "Ci doveva essere una damnatio memoriae e invece è in corso una santificazione della sua figura. Parliamo del presidente del Consiglio più longevo, poteva fare tanto e ha guardato solo ai suoi interessi. Un pregiudicato, evasore fiscale, iscritto alla P2, circondato da persone affiliate alla mafia, se la merita l'intitolazione? No".

Posizione simile a quella di Lab Monza e di Azione che non hanno ceduto alla lusinga di scorporare il Berlusconi sportivo da quello politico. Così Francesco Racioppi: "Ha contribuito alla deriva del nostro Paese, definì cog..ni gli elettori di Sinistra, ricordiamo i molti procedimenti a suo carico tra cui la frode fiscale. Ricordiamo le sue gaffe che hanno reso l'Italia lo zimbello e le battute con sfondi sessisti. Riteniamo la mozione immorale e il nostro no è il più convinto mai espresso".

Il "Ni" di MonzAttiva

Sergio Visconti, capogruppo di MonzAttiva, ha mostrato più apertura e dimostrandosi "combattuto" ha dichiarato di preferire non partecipare al voto. Questa la sua posizione:

Sono riconoscente all'uomo di sport che ha avuto voglia di investire e ha portato il Calcio Monza per la prima volta in 110 anni a raggiungere quell'obiettivo della serie A. Da tifoso non posso che dirgli grazie e se fosse stato un imprenditore il mio voto sarebbe a favore, ma Berlusconi non è stato solo un imprenditore. Monza ha già uno stadio intestato a un presidente, ossia il Sada quindi non mi avrebbe creato alcun problema, ma  Berlusconi è stato anche un politico che ha segnato trent'anni della storia politica italiana e questo può creare divisioni e malcontenti sia da una parte che dall'altra e strumentalizzazione. Tanta gente può non essere in sintonia con le idee di Berlusconi. Per questo mi asterrò.

Il Centrodestra compatto sul sì

Il capogruppo di Fratelli d'Italia Andrea Arbizzoni ha provato a riportare il discorso sul ruolo calcistico di Silvio Berlusconi. "Ho sentito motivi politici, ma penso che un pisano o un fiorentino davanti a un presidente così gli avrebbero fatto strade d'oro, non ci sarebbero stati dubbi. Pensiamo allo Stadio di Napoli intitolato a Diego Maradona, anche lì ci furono contestazioni: come persona non può certo essere preso come esempio sportivo, ha fatto un gesto antisportivo, ma si seppe andare oltre. So che era difficile, ma mi aspettavo uno scatto di orgoglio, questa città sputa in faccia alla fortuna che ha avuto".

Parole simili quelle dell'ex sindaco Dario Allevi: "Berlusconi ha investito oltre venticinque milioni di euro tra Stadio e Monzello, ci aspettavamo e ci speravamo si arrivasse al sì, ma forse eravamo ingenui romanticoni illusi".

Il referendum di Piffer

Mentre la proposta è naufragata (Sassoli ha preferito ritirarla per strategia politica per non farsela respingere), è arrivata un'ultima curiosa  idea: quella di far decidere i cittadini con un referendum. Il consigliere comunale di Civicamente Paolo Piffer è convinto che il Consiglio comunale non sia l'organo giusto per prendere una simile decisione e ha rimandato alla volontà popolare: "Non sono mai stato un elettore di Silvio Berlusconi ma mi è impossibile non riconoscergli enormi meriti sulla scalata fino in serie A del Monza, la richiesta insomma non mi scandalizza. La mia proposta è semplice, qual è lo strumento democratico che più di ogni altro può garantire un risultato che sia davvero rappresentativo della volontà dei monzesi e non solo di qualche partito?  Il referendum. Il nostro Statuto già lo prevede, usiamolo!".

 

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