Tribunale

Omicidio Vivacqua: in carcere per oltre cinque anni, assolto e risarcito per ingiusta detenzione

Salvino La Rocca era stato scagionato definitivamente nel 2021, ora lo Stato gli riconoscerà 241mila euro.

Omicidio Vivacqua: in carcere per oltre cinque anni, assolto e risarcito per ingiusta detenzione
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L'omicidio di Paolo Vivacqua era avvenuto a Desio nel 2011.  Salvino La Rocca era stato indicato come l'intermediario tra i presunti mandanti e i killer. In carcere per  cinque anni e mezzo, sarà risarcito per ingiusta detenzione. Assolto in modo definitivo nel 2021, ora i suoi legali hanno presentato ricorso, dallo Stato riceverà 241mila euro.

Dopo sette processi e l'assoluzione, Salvino La Rocca avrà 241mila

Dopo sette processi, la sentenza definitiva arrivata a 10 anni di distanza dal fatto, e cinque anni e mezzo di carcere, fino all'assoluzione. Salvino La Rocca, uno degli imputati coinvolti nel processo per l’omicidio di Paolo Vivacqua, è arrivata la pronuncia della Corte d'Appello di Milano che gli ha riconosciuto 241mila euro di risarcimento a titolo di ingiusta detenzione. La cifra è stata dimezzata avendo i magistrati milanesi rilevato "comportamenti contraddittori" da parte dell'imputato.

Paolo Vivacqua fu ucciso nel 2011 a Desio

La vicenda è quella del siciliano Vivacqua (detto il Berlusconi di Ravanusa, in provincia di Agrigento) ammazzato nel suo ufficio, a Desio, il 14 novembre 2011. Nei giorni scorsi La Rocca ha ottenuto, con ordinanza dalla quinta sezione penale della Corte d’Appello di Milano, il diritto a una somma pari a 241mila euro per “ingiusta detenzione” (decisione contro la quale la Procura generale può fare ricorso), avvenuta tra il 2014 e il 2019. Il 56enne di Campobello di Licata (Agrigento), assistito dall’avvocato del foro di Monza Alessandro Frigerio e dall'avvocato Salvatore Manganello, era accusato di essere uno dei due mandanti dell’omicidio, assieme all’altro siciliano Diego Barba, difeso dall’avvocato Manuela Cacciuttolo anche lui assolto (e che ha presentato richiesta di risarcimento per lo stesso motivo).

In primo grado condannato a 23 anni

La Rocca, in primo grado, era stato condannato a 23 anni di reclusione. Poi, nella vicenda giudiziaria si sono susseguite molte pronunce di segno opposto, tra annullamenti e rinvii a nuovi gradi di giudizio, fino all’assoluzione definitiva. Per l’omicidio dell’imprenditore Vivacqua, che commercializzava rottami di metallo, sono stati condannati i soli due esecutori materiali, Antonino Giarrana e Antonino Radaelli, che dovranno scontare 25 anni di carcere.

Il commento dei legali, pronti a un nuovo ricorso

I legali avevano chiesto 482mila euro come risarcimento, ma la Corte milanese ha riconosciuto a Salvino La Rocca  solo la metà e ora potrebbero presentare nuovamente ricorso in Cassazione: "Siamo molto soddisfatti perché, dopo una serie di processi durati oltre 10 anni, non solo è stata riconosciuta l’innocenza del nostro assistito, ma anche l’ingiustizia di oltre cinque anni e mezzo di carcerazione patiti da Salvino La Rocca senza alcuna valida ragione - il commento degli avvocati dopo la decisione - La somma riconosciuta è davvero molto importante, ma come spesso accade, non si è avuto il coraggio di liquidare al cittadino, vittima di errore giudiziario, tutto quanto in suo diritto, utilizzando argomenti che riteniamo davvero deboli. A fronte di una assoluzione con formula piena, troviamo davvero iniquo che lo Stato riduca un indennizzo che dovrebbe essere invece automatico. Valuteremo nei prossimi giorni con l’assistito se compiere ancora un ulteriore passo e ricorrere in Cassazione, ritenendo erronea e immotivata la riduzione dell’indennizzo disposta rispetto alla nostra richiesta".

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