Animal hoarding

La storia degli 85 gatti tenuti in un appartamento nel bresciano e salvati da Enpa

Cinque di loro a fine agosto sono arrivati al rifugio Enpa di Monza. Uno è già stato adottato. Gli altri cercano ancora una famiglia

La storia degli 85 gatti tenuti in un appartamento nel bresciano e salvati da Enpa
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Di solito, per un gatto, l’ingresso in un gattile è una perdita di libertà. Ma per Alfa, Bravo, Charlie, Delta ed Echo, l’arrivo al rifugio di Monza, a fine agosto 2024, ha rappresentato una vera e propria salvezza: un paradiso rispetto all’inferno da cui provenivano.

La storia degli 85 gatti tenuti in un appartamento nel bresciano e salvati da Enpa

Loro sono solo cinque degli 85 gatti recuperati in una casa degli orrori a Brescia, un appartamento di appena 100 mq trasformato in un incubo di urina, feci e spazzatura. Una segnalazione provvidenziale ha permesso alle Guardie Zoofile dell’ENPA di Brescia, in collaborazione con l’ATS e la Polizia Locale, di intervenire e scoprire una realtà sconvolgente, tale che persino gli operatori più esperti sono rimasti scioccati: porte e finestre sigillate da strati di escrementi, un odore insopportabile e un’atmosfera di degrado totale nel pieno del mese di agosto.

Tra il recupero dei gatti e tutte le fasi successive, l’operazione è stata estremamente complessa sotto ogni punto di vista: sanitario, logistico ed economico, senza contare la ricerca di strutture di accoglienza adeguate per tutti gli 85 felini.

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L’arrivo al rifugio di Monza e la rinascita

Alfa, Bravo, Charlie, Delta ed Echo sono approdati al gattile di via San Damiano il 30 agosto 2024. Sono tutti maschi, tra i due e i quattro anni, ognuno con il proprio carattere e la propria bellezza unica. Alfa e Charlie, probabilmente fratelli, hanno un morbido mantello grigio chiaro leggermente tigrato e splendidi occhi azzurri, Bravo è bianco e rosso tigrato, con intensi occhi verdi-gialli, Echo, un magnifico micione seal point, ha il pelo color crema e beige con muso, orecchie, zampe e coda
color cioccolato fondente e luminosi occhi azzurri e Delta, infine, è il classico europeo tigrato, il più fortunato dal momento che ha già trovato una famiglia che lo ha accolto nella sua casa e nel suo cuore.

Dopo l’arrivo, i mici “bresciani” hanno iniziato la loro rinascita. Ora condividono un ampio box, pulitissimo e attrezzato con mobili, tiragraffi, giochi e vista sul giardinetto. Nonostante siano nati in casa, la parte iniziale della loro vita è stata priva delle normali esperienze di socializzazione, e questo li ha resi diffidenti nei confronti delle persone, ma mai aggressivi. Con il tempo, grazie a un percorso di socializzazione in gattile, la curiosità sta prendendo il sopravvento sulla paura e in virtù della loro giovane età amano giocare e impazziscono per le “cannette da pesca”.

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Non basta solo l’amore

Adottare un gatto recuperato da una situazione di accumulo compulsivo richiede molta consapevolezza. Questi animali hanno vissuto traumi profondi: privazioni sensoriali, isolamento, stress continuo e condizioni igieniche pessime.
Per questo, chi sceglie di accoglierli deve sapere che l’amore, per quanto fondamentale, non è sufficiente, servono tempo, pazienza e sensibilità per aiutarli a ritrovare fiducia nell’essere umano, a ambientarsi nella nuova casa e adattarsi ai ritmi familiari quotidiani.

Se sei interessato a conoscerli, puoi contattare il gattile di Monza scrivendo ad adozioni.gatti@enpamonza.it . Leggi la loro scheda qui: https://www.enpamonza.it/archives/85797.

Una serata dedicata all’animal hoarding ad aprile

Nel mese di aprile (data da definire) ENPA Monza organizza un’importante serata informativa sul fenomeno dell’animal hoarding, ovvero l’accumulo compulsivo di animali, presso il rifugio di Monza.

Le relatrici dell’evento saranno Paola Viviani, presidente di ENPA Brescia e Guardia Zoofila, che racconterà nei dettagli l’intervento di recupero di agosto e tutte le problematiche riscontrate; ed Elena Selvagno, psicologa e volontaria ENPA Monza e Brianza, che approfondirà l’animal hoarding come patologia riconosciuta, nota anche come Sindrome di Noè. Saranno inoltre presenti due volontarie di ENPA Brescia, testimoni dirette del salvataggio, che condivideranno la loro esperienza.

Maggiori informazioni saranno disponibili a breve.

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