Truffa finti avvocati, banda sgominata. Otto arresti
La base dell'organizzazione era in un appartamento di Sesto. Nel mirino soprattutto anziani
Truffe agli anziani: telefonavano a casa delle vittime spacciandosi per avvocati, funzionari delle cancellerie o degli uffici contenziosi e segnalavano il mancato pagamento di abbonamenti a riviste riconducibili alle Forze di polizia. Chiedevano soldi subito, dai 2 ai 6mila euro, per evitare pignoramenti. In 8 sono finiti in manette: tre sono residenti a Cologno Monzese, tre a Vimercate, uno a Cassano d’Adda e uno a Roma. La base della banda era un appartamento a Sesto San Giovanni. Oltre 150.000 euro il provento dei raggiri.
Truffe agli anziani 8 arresti tra Milano, Monza e Roma
Questa la tecnica adottata da una banda che ha compiuto decine di truffe in tutta Italia e sgominata questa mattina dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma.
Sono otto gli arrestati, tutti italiani. Le accuse per loro sono di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di truffe e riciclaggio.
La 75enne di Parma da il via alle indagini
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Monza, sono state avviate dal Reparto Operativo dei Carabinieri di Parma nel mese di febbraio 2016. Quando una signora parmigiana di 75 anni aveva chiamato il 112 riferendo di essere stata appena contattata da un certo dottor Peruzzi. L’uomo al telefono le imputava uno stato di insolvenza, pari
a circa 4 mila euro, derivante dal mancato pagamento di alcune rate di un abbonamento ad una rivista sulle Forze di polizia. Il dottor Peruzzi la sollecitava a liquidare l’importo entro il mattino successivo in modo da evitare il pignoramento dei suoi beni.
La scelta delle vittime
L’indagine ha consentito di documentare 16 casi di truffe – ma si ritiene che i casi siano molti di più – e di impedire che fossero portati a consumazione numerosi altri tentativi. Il modus operando della banda era ben consolidato e con una organizzazione strutturale precisa. Nella quasi totalità dei casi inoltre le vittime, spesso di età avanzata, avevano effettivamente sottoscritto in precedenza abbonamenti a riviste. I loro nominativi erano confluiti in un archivio in possesso di uno dei componenti dell’organizzazione criminale A.D. (classe 1973) operante nel settore dell’editoria.
Il ruolo dei componenti della banda
Gli approfondimenti dei militari del Nucleo Investigativo hanno definito il ruolo di tutti i componenti l’associazione criminale. V.F. (classe 1981), operante nel settore immobiliare, era preposto alla ricerca delle basi logistiche e forniva a tutti i componenti della banda arredi, telefoni cellulari e le relative schede.
M. G. (classe 1977), S.A. (classe 1984), N.B (classe 1989) e P.F. (classe 1992) erano i telefonisti che si presentavano rispettivamente come il dottor Peruzzi e il dottor Paganella i primi due e la dottoressa Perego e la dottoressa Nava le ultime. Tutti nomi di fantasia.
Come veniva suddiviso il maltolto
In caso di esito favorevole del meccanismo fraudolento, il maltolto veniva suddiviso al 50% tra il telefonista e i primi due indagati (A.D. e V.F.). M.F invece era intestataria di 4 conti correnti postali tra cui quello indicato alle vittime per l’effettuazione dei bonifici. Infine M.S. era intestatario di una carta postepay sulla quale il sodalizio criminoso faceva transitare i profitti del reato.
Il servizio nell’edizione cartacea della Gazzetta della Martesana, della Gazzetta dell’Adda e di Sestoweek nelle edicole da sabato 9 dicembre