Lewis Hamilton arriva in Ferrari: intervista esclusiva con Mara Sangiorgio
Hamilton è il nuovo re di Maranello, ma com'è iniziato il suo rapporto con la rossa? Lo racconta Mara Sangiorgio, la voce del paddock per Sky Sport
Hamilton è il nuovo re di Maranello. Il fuoriclasse inglese, alla sua prima uscita ufficiale, è subito diventato l’idolo dei tifosi ferraristi. A questa giornata storica ha preso parte anche Mara Sangiorgio, giornalista professionista dal 2008, da 13 anni voce e volto dai box della Formula 1, pit reporter per Sky dove è approdata dopo aver conseguito la laurea in Giornalismo e Comunicazione multimediale, un’esperienza al Giornale di Lecco, per poi passare a Radio 24, Euronews e un master a New York. Mara Sangiorgio conosce bene il Circus della F1 e il sette volte campione del mondo tanto da avergli dedicato il libro “Lewis Hamilton. Il figlio del vento” pubblicato per i tipi di Kennes. E chi meglio di lei può raccontare l’arrivo nella Motor Valley del sette volte campione del mondo di Formula 1?
Il primo giorno a contatto con la nuova scuderia è stato un autentico delirio. Tu hai avuto modo di vedere il “figlio del vento” sulla pista di Fiorano. Che opinione ti sei fatta di questo clamoroso sbarco in Ferrari?
«Il primo giorno di Lewis a Fiorano si è svolto a porte chiuse e io ho avuto il privilegio di viverlo non dai box - perché le prime prove della Ferrari si sono svolte a porte chiuse - ma insieme ai numerosissimi tifosi, toccando con mano una passione straordinaria e un’attesa spasmodica. E’ stata una giornata storica vedere percorrere i primi metri in pista di Hamilton: sul ponte di Fiorano c’era tantissima gente come non se ne vedeva da anni, una simile accoglienza era stata tributata forse solo all’arrivo di Michael Schumacher».
Hamilton ha ormai 40 anni, 7 titoli mondiali alle spalle, 356 Gp disputati con 105 vittorie, 202 podi e 104 pole position. Ha ancora voglia di essere protagonista?
«Assolutamente sì. Questi ragazzi per loro indole non sono mai appagati, hanno sempre fame, non sarebbero gli sportivi di altissimo livello quali sono. Lewis ha deciso di concludere la sua straordinaria carriera in Ferrari e lui è un pilota che - per aurea, potenzialità e fame - può ancora dire la sua, perché arriva affamato di vittorie e con un obiettivo chiaro: vincere l’ottavo mondiale, un traguardo che secondo lui in qualche modo gli è stato portato via nel 2021. No, non è per nulla appagato…».
Quale valore aggiunto porterà in Ferrari? E che rapporto potrà nascere con Charles Leclerc?
«E’ un personaggio, un pilota e un uomo che arriva all’apice della sua realizzazione umana e sportiva. E’ approdato in Ferrari perché ha un grande rapporto con John Elkann, e che il presidente di FCA stima molto. Porterà tanti benefici: esperienza, conoscenza di un team avversario ora, professionalità, capacità di guida e gestione della gara, grande voglia di vincere di cui parlavamo prima e voglia di superare qualche anno complicato trascorso con la Mercedes. Insieme a Charles – un po’ forse giustamente oscurato in questi giorni - forma un dream team, la miglior coppia di piloti di questa stagione. Per Charles Leclerc sarà uno stimolo, anche per raggiungere un altro livello soprattutto in alcune fasi della gara, ma anche lui ha voglia di vincere il suo primo titolo. Insomma sono due piloti di grandissimo livello e questa sarà una avvincente e bellissima stagione».
Quanto c’è di marketing in questa operazione Hamilton-Ferrari?
«Questo è un matrimonio importante tra due icone, due brand riconosciuti nel mondo. Lewis è presente non solo nello sport ma anche nel cinema, nella moda e questa è una grande operazione sotto tutti gli aspetti, ma parlare solo di marketing rischiamo di svilire l’operazione. Non è solo marketing, questo è un matrimonio a tutto tondo sotto tanti punti di vista che porterà benefici a entrambe le parti».
La nuova stagione scatterà il 14 marzo in Australia e si concluderà ad Abu Dhabi dopo 24 gran premi. Quali saranno le novità 2025?
«Ci sono tutti i presupposti per vivere una grande stagione: tanti cambi, tanti rookie, team – come Red Bull e Mercedes - con grandi novità e dopo tanto tempo anche un italiano arriva in un top team. Solo Mc Laren si presenta nel segno della continuità. Questo poi è l’ultimo anno di un’era regolamentare: nel 2024 i valori si sono avvicinati, abbiamo visto gare bellissime, mai scontate, una lotta avvincente fino all’ultimo Gp per assegnare il titolo costruttori. Ripartiremo da questi valori - davanti e dietro – con le premesse di una stagione non scontata».
Quali saranno le scuderie e i piloti che punteranno al titolo?
«Stante i valori dell’anno scorso, nell’ordine, direi Ferrari, Mc Laren e Red Bull perché Max Verstappen è sempre lui; nel 2024 ha vinto il titolo grazie a un avvio di stagione forte nonostante un’auto non sempre all’altezza. La Mercedes invece rappresenta punto interrogativo».
Quest'anno al via ci sono tanti nuovi e giovanissimi piloti, a partire da Kimi Antonelli, che ha preso il posto proprio di Lewis Hamilton in Mercedes. Poi la Red Bull schiera Liam Lawson che abbiamo già ammirato l’anno scorso, mentre la Sauber punta sul promettente Gabriel Bortoleto. In Alpine debutta Jack Doohan, la Sauber lancia Oliver Bearman e la Raging Bulls punta su Isack Hadjar. Chi sono i più promettenti, quelli che cercheranno di mandare in pensione Hamilton e Alonso e di insidiare Verstappen?
«Un terzo della griglia sarà fatta da rookie, sarà bello e avvincente vederli in pista. Seguirò con grande attenzione Kimi Antonelli, anche per un sano amore per l’Italia. Mi incuriosisce Oliver Bearman che ha già fatto vedere un grande carattere quando ha sostituito Carlos Sainz. Gabriel Bortoleto è un bel pilota. Voglio vedere anche Liam Lawson a fianco di Verstappen. Questa è una generazione molto diversa da quella di Hamilton e Alonso, ma anche da quella di Verstappen e Leclerc: i motivi di interesse non mancano».
Tu sei la pit reporter della Formula 1 di Sky, sei in giro per il mondo per almeno 160 giorni l’anno. Fai un lavoro bello, stimolante, ma è tutto oro quel che luccica?
«Sì, credo di essere nata per fare questo lavoro, poi come in tutte le cose ci sono lati un po’ meno belli come la lontananza da casa e dagli affetti, la mancanza di stabilità e tranquillità. Devi sempre essere pronta a fare e disfare le valigie, fare i conti con i fusi orari, le tante ore di aereo, la frenesia della vita… Però sono molte, molte di più le soddisfazioni e le cose belle».
Come è nata la passione per i motori?
«Vedevo papà che faceva enduro e poi mi sono innamorata guardando la Moto Gp in tv quando a dominare c’era Valentino Rossi, di cui sono una grandissima fan. Poi mi è capitato di provare una moto da cross di un amico: allora – non ancora maggiorenne - avevo un motorino e ne sono rapita da questo mezzo, dalla sensazione di avere un casco in testa e ho subito chiesto una moto da cross. Appena ho fatto la patente ho acquistato una Ducati, che ho venduto perché con la vita in giro per il mondo la usavo poco, ma mi sono pentita…».
Anche una globe trotter come te ha un posto del cuore? Un porto sicuro dove tornare dopo aver girato il mondo?
«Il mio posto del cuore è Ello perché li abita la mia famiglia - papà Mario, mamma Teresa e il fratello Luca. Sono cresciuta tra quelle colline e quei boschi. Sono fiera di essere brianzola per tante cose: il posto splendido, i valori che mi hanno insegnato i miei genitori. E’ il giardino segreto dove scappo tra una gara e l’altra per ritrovare calma, serenità e me stessa. Abito a Milano dal 2004 per esigenze prima di studio e poi di lavoro, ma Ello si trova a soli 50’ di auto. Amo Milano per le tante opportunità, non solo di lavoro, la facilità di accedere agli aeroporti, mi piace uscire di casa a piedi, fare quattro passi per prendere il caffè, trovare tutto quello che serve, ma mi sento più brianzola che milanese anche se amo questa città. Però il mio posto del cuore è sempre Ello…».