Tempi di attesa per visite ed esami, gli utenti bocciano i nostri ospedali
Il monitoraggio di «Cittadinanzattiva» fa emergere anche il «mistero» delle Case di Comunità
Tempi di attesa per visite ed esami molto più lunghi di quanto richiesto dal medico curante, crescita del fenomeno delle cancellazioni dell’ultimo minuto, pazienti cronici «abbandonati» al loro destino e, non da ultimo, il mistero delle Case di comunità.
Tempi di attesa per visite ed esami, gli utenti bocciano i nostri ospedali
Questo e molto altro emerge da un accurato e, purtroppo dagli esiti non sorprendenti, lavoro di monitoraggio effettuato nei 4 ospedali (Vimercate, Desio, Seregno e Carate) e nelle 8 Case di Comunità che fanno capo ad Asst Brianza da «Cittadinanzattiva», movimento dalla parte dei cittadini che si occupa anche, e non solo, di sanità.
Dall’ottobre scorso «Cittadinanzattiva» ha avviato nel territorio di competenza il progetto «Viva Voce», un’attività continua di monitoraggio sullo stato di salute della Sanità, che prevede di effettuare, in accordo con Asst, interviste dirette, due giorni per ogni mese, agli utenti che si rivolgono agli sportelli degli ospedali e delle Case di Comunità.
Dal lavoro dei primi tre mesi è nato un report, con numeri per certi versi impietosi, che è stato diffuso nei giorni scorsi.
Prenotazioni di visite ed esami
Ben il 40% delle 167 persone intervistate ai Cup, i Centri unici di prenotazione, presso i 4 ospedali, hanno lamentato il mancato rispetto dei tempi previsti riportati nelle prescrizioni mediche. Uno su quattro ha invece dovuto recarsi in un altro ospedale rispetto a quello in cui è avvenuta la prenotazione per ottenere l’erogazione della visita o dell’esame. E poi c’è un fenomeno in crescita esponenziale, quello delle cancellazioni all’ultimo minuto di esami e viste prenotati da tempo, dopo mesi di attesa, senza che nulla venga poi spiegato rispetto alla ri-prenotazione. «Fenomeno che racconta anche e soprattutto di una carenza di personale medico ed infermieristico che è già un vero e proprio allarme», commenta Pippo Natoli, responsabile di Cittadinanzattiva Monza e Brianza.
Nello specifico gli utenti del Cup di Desio lamentano in particolare lentezza e poca collaborazione da parte del personale, informazioni errate e discordanti. Gli utenti di Seregno segnalano lunghe code in piedi (non viene erogato il numero di attesa). A Vimercate il problema principale sembra, invece, essere la mancata erogazione presso l’ospedale di alcuni esami e visite specialistiche.
C’è poi la questione generale dei pazienti cronici che in diversi casi lamentano di non essere stati informati circa la presa in carico da parte degli ospedali, come invece previsto dalla legge.
Il mistero delle Case di Comunità
Sono stati 150 gli utenti intervistati presso le 8 Case di Comunità del territorio. Una realtà a molti sconosciuta. «Tutte sono scarsamente pubblicizzate - sottolinea la relazione di “Cittadinazattiva” - Molti cittadini non sono nemmeno a conoscenza della loro esistenza e, soprattutto, dei servizi che ergano. Inoltre, pochi medici di base indicano ai pazienti cronici la possibilità di rivolgersi alle CdC».
Voto negativo anche sul fronte della comunicazione da parte di Regione Lombardia. Cittadinazattiva segnala, infatti, dell’esistenza di un manifesto, che sostanzialmente nessuno conosce perché poco o per nulla pubblicizzato, «che riporta - si legge - precise disposizioni e diritti degli utenti rispetto alle visite e agli esami... Negli ospedali e nelle Case di Comunità non ce n’è traccia».
«Ci stiamo adoperando per farlo avere a tutti i sindaci dei Comuni di Monza e Brianza affinché ne diamo la massima diffusione tra i cittadini», spiega ancora Pippo Natoli.
E per continuare ad essere sempre più capillari e vicini ai cittadini, i rappresentanti di «Cittadinanzattiva», già presenti a Vimercate, hanno recentemente aperto un nuovo sportello a Monza (zona San Rocco); e presto sarà la volta anche di Desio e di Sovico.
«Il tema della sanità fatica ad emergere nella politica locale - si chiude la relazione che accompagna il sondaggio - Addetti ai lavori, medici e dipendenti del Sistema sanitario nazionale denunciano che c’è un urgente bisogno di risorse e personale. Troppi cittadini rassegnati ricorrono al privato».