Annegò in mare, confermata la pena per lo scout che doveva vegliare su di lui
La Corte d'Appello ha confermato la condanna a due mesi e venti giorni di reclusione, convertita in una sanzione da 4mila euro; la mamma del ragazzo scomparso: "Non si potrà mai parlare di vittoria"
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Due mesi e venti giorni di reclusione, convertiti in una sanzione pecuniaria del valore di 4mila euro. Questa la sentenza che la Corte d’Appello di Genova ha confermato ai danni del capo scout di 34 anni residente ad Aicurzio, riconosciuto colpevole del reato di omicidio colposo nei confronti di Manuel Perez, giovane di Lesmo che nell’agosto del 2021 morì annegato nel Mar Ligure.
La sentenza della Corte d'Appello
Il verdetto è arrivato nel corso dell’ultima settimana, a poco meno di nove mesi dal giudizio emesso in primo grado dal Tribunale del capoluogo ligure. La tragedia si era consumata a Punta Chiappa, nei pressi di Portofino, in provincia di Genova, dove il ragazzo si trovava in gita con i giovani esploratori con base a Vimercate, gruppo di cui faceva parte da ormai diversi anni. Il campo mobile era iniziato il lunedì della stessa settimana e si sarebbe dovuto concludere il venerdì successivo con un bagno ristoratore, dopo diversi giorni di escursioni. Ma quella nuotata in acque alte Manuel, affetto da una patologia che causa delle cosiddette "crisi di assenza" (sindrome appartenente alla famiglia della epilessia), non avrebbe mai dovuto farla.
La tragedia in Liguria
I genitori, secondo la loro testimonianza dell’epoca, si erano fortemente raccomandati con gli educatori di tenere il ragazzo lontano da quel punto proprio per via della sua condizione fisica, che comunque non gli aveva impedito di portare a termine il percorso previsto insieme a tutti i suoi compagni. Qualcosa però era andato storto e alla fine Manuel, a cui non era stato impedito di tuffarsi, aveva pagato il prezzo più alto. La Procura di Genova aveva da subito aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. E, al termine delle indagini, erano finiti sul banco degli imputati i due responsabili del gruppo scout di Manuel. Uno era già stato assolto, mentre il secondo, il 34enne di Aicurzio, è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo anche in secondo grado.
"In vicende come questa non si potrà mai parlare di vittoria e non è nemmeno ciò che cercavamo: noi volevamo solo il riconoscimento della verità - le parole della mamma del giovane scomparso - I fatti non possono essere cambiati, perché niente e nessuno ci ridarà mai Manuel; ciò che però oggi fa più male resta la totale assenza di calore da parte delle famiglie degli scout e della stessa associazione che con noi hanno rotto qualsiasi tipo di rapporto"
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