A Monza il convegno sul futuro delle province
La tavola rotonda voluta per approfondire il tema della riforma delle Province, analizzando le ragioni per cui il modello lombardo abbia dimostrato una forte resilienza alla Legge 56/2014 e ipotizzando sviluppi futuri
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La necessità urgente di applicare le norme, già approvate, che introducano un reale federalismo fiscale, consentendo alle Province di poter far fronte alle necessità e alle esigenze di amministrazione con risorse proprie che garantiscano i servizi ai cittadini; i decreti attuativi risalgono ad oltre dieci anni fa, non è più possibile attendere oltre. La specificità della Lombardia e della sua capacità di investire le risorse dei Fondi di coesione europei non può essere limitata dalle oggettive difficoltà che altre Regioni incontrano per impiegare fondi destinati a capitoli importanti come il sostegno alle imprese e il potenziamento del sistema formazione con l’obiettivo di disporre di un capitale umano in grado di competere a livello internazionale.
A Monza il convegno sul futuro delle province
Questi alcuni dei temi affrontati dal presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e dal senatore monzese Massimiliano Romeo che, assieme all’assessore regionale agli Enti Locali Massimo Sertori, hanno partecipato al convegno ‘La riforma delle province e il modello lombardo. La resilienza delle Province alla Legge 56/2014’, tenutosi alla sede della provincia di Monza e Brianza. Presente anche il Presidente della Provincia di Monza e Brianza, Luca Santambrogio.
Sntambrogio: "Le Province lombarde sarebbero già pronte a rispondere alla chiamata"
Se c’è una cosa che le Province lombarde hanno dimostrato in questi 11 anni di Delrio è la loro profonda resilienza, una capacità che sicuramente è stata favorita dall’approccio lungimirante di Regione Lombardia nel mantenere in capo alle Province alcune deleghe importanti, come quelle su lavoro e istruzione, ma che le Province stesse hanno saputo tirare fuori nel momento in cui è stato il territorio a chiedere un aiuto, con i Comuni e gli altri enti in equilibrio precario fra tagli al bilancio e mancanza di personale qualificato. Qui è entrata in gioco la Provincia, che è stata capace di farsi casa dei Comuni. Porto l’esempio della Stazione Unica Appaltante di Provincia MB e Città Metropolitana di Milano, che solo nel 2025 gestirà circa 700 milioni di euro di appalti pubblici, per non parlare della Centrale Unica dei Concorsi, l’Ufficio Provvedimenti Disciplinari, le offerte di formazione per il personale degli enti e per chi si appresta a partecipare ai concorsi pubblici, e molti altri servizi che solo la Provincia, in quanto ente intermedio, ha saputo fornire con certezza e professionalità, ottimizzando le proprie scarse risorse e personale. Proprio per questo motivo, possiamo sostenere con certezza che, se la tanto agognata riforma avvenisse già domani, le Province lombarde sarebbero già pronte a rispondere alla chiamata. Il mio augurio è che questo modello possa essere di esempio per il resto del Paese non da quando la riforma vedrà la luce, ma da oggi”.
Fontana: "Urgente attuare il federalismo fiscale, Lombardia chiede risposte"
“Il federalismo fiscale – ha affermato il presidente Fontana - è una legge che non si può più aspettare ad applicare. È stata approvata nel 2011 e, nel 2012 stati approvati i decreti attuativi: non esiste una motivazione tecnica che costringa a continua a rinviarne l'applicazione, al di là del fatto che sia inserita tra gli obiettivi previsti dal PNRR”.
“Non c'è veramente ragione che – ha continuato - ci imponga di dover rinviare una riforma orientata verso la direzione che tutti abbiamo auspicato, cioè una maggiore delega, una maggiore autonomia territoriale, una possibilità di gestire in maniera più diretta le risorse, sapendo quali sono quelle che possono essere programmate e quelle che non lo sono”.
“Se penso ai fondi che la Lombardia trasferisce al Governo centrale – ha spiegato Fontana – e al fatto che, paradossalmente, siamo noi a doverci rivolgere a Roma per poter disporre di quanto ci serve per far funzionare bene la Regione, allora mi chiedo se non sia il caso di pensare ad una gestione completamente diversa della fiscalità: dovremmo essere noi ad poter utilizzare quanto viene raccolto, nell’esclusivo interesse di offrire servizi a cittadini ed imprese, e non – invece – dover chiedere al Governo, quasi con il cappello in mano, fondi per noi essenziali”.
“Siamo stati un mese fa a Bruxelles – ha proseguito Fontana – e quando abbiamo incontrato il commissario Raffaele Fitto, ci ha detto che i fondi di coesione probabilmente dovrebbero essere gestiti a livello nazionale e non più delegati alle Regioni, perché ci sono alcune di queste che non li utilizzano in maniera efficace. Io penso che non sia corretto pagare le conseguenze di questa situazione che coinvolge qualche Regione: se ci venisse sottratta la gestione dei fondi di coesione si creerebbero dei gravi problemi nella gestione della nostra Regione, perché parte di questi viene da noi utilizzata per sostenere le attività produttive e per sostenere la formazione professionale, che sono due capisaldi per lo sviluppo della Lombardia”.
“Sono risorse molto importanti – ha rimarcato il governatore Fontana – e non possiamo assolutamente permettere che una scelta di questo genere vada avanti in quanto vorrebbe dire andare a togliere linfa vitale a quella parte del territorio che sta facendo da locomotiva per il resto del Paese”.
Sertori: "Legge Delrio un vero disastro, ora va trovata una soluzione"
“Scardinare un’istituzione come le Province – ha dichiarato l’assessore Sertori - è stata una disgrazia per l’Italia. La Lombardia ha contenuto il danno perché con responsabilità ha mantenuto il ruolo delle Province che, non dimentichiamolo, hanno tra le loro competenze gli edifici scolastici e le strade”.
“In sostanza – ha detto ancora – un miliardo all’anno di tributi delle Province non vengono impiegati per le funzioni provinciali, ma vengono girati a Roma. Anche per questo la riforma Delrio è stata un disastro. Dobbiamo ripristinare una situazione che è sfuggita di mano: la Regione ha funzioni di controllo e legifera, ma chi amministra i territori sono Comuni e Province. La situazione si è, di fatto, tradotta in una grave inefficienza. Ora responsabilmente, insieme, dobbiamo trovare una soluzione: l’obiettivo è erogare i servizi per i cittadini, questo è il mandato”.
Ai lavori sono intervenuti anche Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano e Presidente Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, Pasquale Gandolfi, presidente UPI – Unione Province Italiane, Luca Santambrogio, presidente UPL – Unione Province Lombarde e Presidente Provincia di Monza e Brianza. Tra i presenti il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Federico Romani, parlamentari ed esponenti politici del territorio.