Il personaggio

Venti sculture del «Peder» dedicate al presidente Usa: «Ora voglio regalargliele...»

A 86 anni, l’artista Pietro Villa continua a fare di vecchi oggetti vere opere d’arte

Venti sculture del «Peder» dedicate al presidente Usa: «Ora voglio regalargliele...»
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A ottantasei anni non ha ancora smesso di sognare. Fortunatamente vien da dire. «Ho sempre vissuto con i piedi ben ancorati per terra ma non si sa mai che la stella cometa si illumini...», ci ha detto Pietro Villa, conosciutissimo professore di Applicazioni tecniche in pensione ed artista, accogliendoci venerdì mattina nella casa-laboratorio di via Roma a Villa Raverio, frazione di Besana.

«Una persona interessante artisticamente»

La sua mente e le sue mani, tutte in moto perpetuo, questa volta si sono concentrate sul presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Al tycoon il «Peder» ha dedicato un ciclo di opere, una ventina, nate dal recupero di oggetti che, per chi artista non è, sarebbero più adatti alla discarica che a un museo: vecchie pentole, lastre di alluminio, chiodi... Invece lui gli ha fusi, modellati, colorati, intagliati, martellati - con buona pace della moglie Ambrogina ormai abituata ai rumori che fanno da colonna sonora all’estro del consorte - fino a farne sculture di diverse dimensioni e materiali (alluminio, rame, ferro, terracotta, cemento) che ritraggono il volto del presidente Usa.

«Senza per questo schierarmi a suo favore o contro - ha tenuto a precisare - Solo come persona interessante artisticamente».

Come lo sono stati in passato il primo ministro ungherese Viktor Orbán e pure il sindaco Emanuele Pozzoli, ambedue «ritratti» da Villa.

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«E' bello anche sognare...»

E arriviamo all’ambizioso obiettivo: «Farne dono a Trump» tramite il Consolato a stelle e strisce a Milano. Impossibile? Forse ma almeno «Peder» ci prova perché, garantisce, «è bello anche sognare». Del resto il suo curriculum permette di farlo. All’attivo conta oltre mille sculture, tra le quali i suoi noti grandi cavalli che campeggiano in giro per l’Italia: dalla Toscana alla Liguria, al Trentino. E poi la Brianza: Besana in primis ma anche Renate, Viganò, Briosco, voluti da enti pubblici, attività e privati «senza mai ricevere in cambio un euro», sottolinea con l’abituale franchezza.

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