Convegno

Don Costante Mattavelli, la storia di un "agratese scomodo"

La riscoperta della figura del prete in prima fila, a Cavallo tra Ottocento e Novecento, nelle lotte sindacali accanto a operai e contadini.

Don Costante Mattavelli, la storia di un "agratese scomodo"
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Una storia pressoché sconosciuta agli agratesi, fatta di battaglie sociali e politiche, di coraggio, schiena dritta, sempre e comunque dalla parte dei più deboli.

La storia del sacerdote agratese dalla parte di contadini e operai

E’ la storia di don Costante Mattavelli, agratese doc, protagonista in prima linea delle lotte di operai e contadini a cavallo tra Diciannovesimo e Ventesimo secolo.

L'incontro

La sua affascinante vicenda, per certi versi incredibile, è stata raccontata ieri, venerdì 14 marzo, in occasione di un convegno organizzato dal "Centro popolare Giovanni Villa" e dall’Archivio storico agratese. A raccontarla, nella sala gremita della "Cooperativa Achille Grandi", ad Agrate Brianza, il presidente dell’Archivio, Franco Mattavelli, ma anche e soprattutto il noto giornalista tv Nando Sanvito, che al religioso ha dedicato tanti studi e un libro che è anche un viaggio nella storia della nostra Brianza, e in particolare di quella di Carate Brianza dove don Costante lasciò il segno.

 

 

 

 

 

I relatori dell'incontro organizzato ad Agrate dall'Archivio storico Agratese e dal Centro popolare Giovanni Villa

"Una vita travolgente"

"Nessuno ad Agrate, fino a qualche mese fa, sapeva chi fosse don Costante Mattavelli - ha aperto la serata Franco Mattavelli prima di lasciare la parola a Nando Sanvito - Anche a causa forse dell’azione di rimozione di quello che può essere certamente definito un “Agratese scomodo”. La sua è stata un’esperienza di vita straordinaria e travolgente".

Agratese doc

Agratese doc, don Costante era nato nel 1873 nella Curt Nova.

"All’epoca Agrate contava poco più di 2mila anime - ha raccontato Sanvito in un lungo e appassionato intervento - Un paese di contadini, in gran parte analfabeti, che viveva della coltivazione dei bachi da seta e delle viti. Costante faceva parte di questo popolo umile e lavoratore, ma anche di grande fede".

Gli esempi straordinari

Con straordinari esempi di altri agratesi da emulare, come quelli di madre Matilde Bucchi (fondatrice delle Preziosine), di don Benedetto Galbiati, di padre Clemente Vismara (il missionario proclamato beato).

Il pubblico intervento all'incontro dedicato alla riscoperta della figura di don Costante Mattavelli

Gli anni in seminario

A 10 anni Costante entra nel convento dei Barnabiti di Monza, dove studiano gli aspiranti sacerdoti più poveri. Poi l’approdo al seminario arcivescovile di Monza. Tra i suoi insegnanti il beato Luigi Talamoni. Qui si registrano i primi scontri ed emerge il carattere focoso del futuro sacerdote, sin da subito dalla parte degli ultimi. Un carattere e una coscienza che si formano ulteriormente in seminario, a Milano, soprattutto seguendo i corsi di economica sociale.

 

 

 

 

"Già all’epoca Costante non era visto di buon occhio dai vertici del clero - ha aggiunto Sanvito nel suo racconto - Tutti i compagni vengono ordinati, tranne lui. I superiori mettono per iscritto la sua esuberanza, la poca voglia di studiare; con un’indole “più da giornalista che da prete. Molto attento ai fermenti sociali e politici”.

In prima fila nei moti di Milano

Don Costante non si piega, è in prima fila nei moti di fine del 1898, a Milano, repressi nel sangue dal generale Bava Beccarsi.
Poi, finalmente, nello stesso anno arriva l’ordinazione sacerdotale.

La prima destinazione dopo l'ordinazione... sofferta

"Seppur con voti e giudizi non proprio lusinghieri - precisa Sanvito - La sua prima destinazione è Cortenuova, in Valsassina, come cappellano del lavoro. Lì c’era un parroco poco coraggioso. Con l’arrivo di don Costante esplode il conflitto. Il popolo è con lui, contro il parroco".

Il trasferimento forzato a Carate

Don Costante dura poco. I superiori decidono per il trasferimento, nel 1901, a Carate, centro nevralgico per la presenza di tessiture, tintorie. E, naturalmente, tanti contadini analfabeti e una mortalità infantile altissima.

Il popolo è con lui

"L’impatto è duro e sconcertante - racconta ancora l’autore del libro - I modi diretti e triviali di don Costante sono destabilizzanti. Presto, però, lo sconcerto lascia il posto all’ammirazione e all’odio. La sua casa diventa il punto di riferimento di operai e contadini. Don Costante dà vita alla Lega cattolica del Lavoro e alla Cooperativa di Consumo. Le adesioni sono altissime. Avvia anche corsi di alfabetizzazione per adulti, per consentire anche a tanti poveri di accedere alle liste elettorali. Fonda anche la banda del paese, ancora presente oggi".

E nel 1903 dà vita alla Cassa rurale depositi e prestiti, la sua opera forse più importante.

Preso a bastonate

"Tutto questo in soli due anni e nonostante una durissima opposizione anche e soprattutto all’interno della chiesa locale, tra i proprietari e tra gli usurai - ha tenuto a precisare Sanvito - Persino la Pretura gli fa la guerra. Viene chiesto più volte il suo allontanamento. Nel 1903 subisce anche una violentissima aggressione fisica. Viene preso a bastonate. Una vicenda che lui non raccontò per lungo tempo, proprio per non esacerbare gli animi".

Un altro trasferimento, ad Arconate

Interviene quindi il cardinal Carlo Ferrari, arcivescovo di Milano, che lo trasferisce ad Arconate, lungo il Lambro.
Don Costante non cambia rotta: continua a dedicarsi soprattutto ai contadini. Durissimi gli scontri con i socialisti, che hanno invece il monopolio degli operai

La reprimenda del cardinal Ferrari, il tracollo e la morte

Nel 1913 interviene ancora il cardinal Ferrari. Questa volta con una durissima reprimenda.

"Questo episodio - svela ancora Sanvito - provoca un crollo psichico e fisico di don Costante, Il cuore non regge e nella primavera del 1914 muore".

Il tributo di Carate, dove riposano le spoglie

Il tributo delle sue comunità, a cominciare da Carate, è enorme. Il popolo è con lui. Nel 1953 le spoglie vengono trasferite definitivamente da Arconate a Carate. Il paese erige a sua memoria anche un monumento.

Per Agrate un personaggio ritrovato

Una memoria che Agrate aveva invece perso, fino a ieri.

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