Muore e lascia la sua casa alla parrocchia
Il 96enne concorezzese Santino Brambilla ha donato il suo appartamento di via Meda alla parrocchia dei Santi Cosma e Damiano di Concorezzo

Al tornio era un vero mago a tal punto che lo chiamavano "Il maestro", vista la sua bravura nel modellare i pezzi di metallo all’interno della sua azienda. Un’abilità e una passione che l’avevano spinto a lavorare fino a 82 anni, quando la salute e le forze glielo hanno permesso.
Il 96enne Santino Brambilla, però, volto conosciuto e benvoluto a Concorezzo, verrà ricordato, soprattutto nel mondo parrocchiale, per la sua grande generosità.
Venuto a mancare lo scorso 6 marzo, per disposizione testamentaria ha deciso di lasciare il suo appartamento di via Meda alla parrocchia dei Santi Cosma e Damiano. Si tratta di un immobile dal valore commerciale superiore ai 200mila euro.
Un grandissimo gesto che era stato citato anche durante le esequie, celebrate lo scorso 8 marzo dal parroco don Angelo Puricelli e da monsignor Giovanni Frigerio. A confermare la donazione sono stati gli stessi nipoti. Brambilla era vedovo dal 2013 e non aveva figli.
Il ricordo della sua bandate Latifa
Nell’ultimo anno era seguito dalla badante Latifa.
"Santino era davvero una brava persona, soprattutto onesta - ha sottolineato la donna - Lo conoscevo da poco ma con me è sempre stato molto gentile. Da quello che mi raccontava ha lavorato tutta la vita come tornitore. Ed era molto apprezzato per le sua abilità a tal punto che insegnava le tecniche ai giovani allievi. E poi era molto credente, andavamo spesso in chiesa ed era legato alla parrocchia. Sarà sicuramente in paradiso perché sono convinta che il bene lo si trova solamente facendo il bene. E la parrocchia deve essere contenta di questa donazione fatta con il cuore".
Concorezzo, un gregge di fedeli affezionato alle sorti della parrocchia
Non è la prima volta, ricordiamo, che la parrocchia riceve regali di questo genere. Basta un dato per far capire come il gregge guidato dal parroco don Angelo Puricelli sia affezionato alle sorti (e, soprattutto alle casse) parrocchiali: dal 2019 ad oggi (compreso l’appartamento di Brambilla) la parrocchia ha ricevuto donazioni per quasi 2,5 milioni di euro. Si avete capito bene.
Nel 2019 fu lo stesso parroco a dare notizia, sull’informatore parrocchiale «Emmaus», di una maxi donazione da 2milioni di euro. I benefattori furono Franco Meroni e Diomira Casati, da tutti conosciuta come Miretta. Quest’ultima, per decenni sacrista della chiesa dei Santi Cosma e Damiano, aveva donato alla parrocchia oltre 417.000 euro e un appartamento situato in via Monsignor Cavezzali. Ancora più ingente la donazione che venne elargita da Meroni, figura decisamente meno conosciuta in paese, seppur concorezzese doc.
La donazione di Franco Meroni
Il pensionato, che nel corso della sua vita ha seguito da vicino le vicende di un’azienda a conduzione famigliare di Milano, aveva donato la bellezza di circa 1.400.000 euro. Una cifra record, da cui vennero però sottratti circa 415.000 euro, per i quali l’uomo aveva dato disposizione affinché la parrocchia li avesse suddivisi tra parenti, conoscenti, Sant’Eugenio, Capannone, Lega del Filo d’Oro, Frati Francescani di Monza, Mensa dei poveri di Milano e Padri missionari comboniani. Le donazioni effettuate da Franco e Miretta rappresentarono una vera e propria manna dal cielo (restando in tema) per la parrocchia, che grazie alle ingenti somme di denaro incassate aveva potuto dare il via a una serie di importanti lavori di ammodernamento di alcune strutture presenti in paese, a cominciare dal cineteatro San Luigi e dalla zona sportiva dell’oratorio.
Il cuore grande di Luigia Ratti
Grande gesto di generosità anche quello compiuto da Luigia Ratti nel 2023. La donna, dicevamo, era un volto molto conosciuto in città e il suo nome si era legato in maniera inscindibile a quello della Cooperativa San Giuseppe, lo storico negozio di via De Capitani (successivamente diventato Margherita Conad) che chiuse i battenti nel 2019 dopo oltre 70 anni di storia.
Ratti lasciò quello che in gergo viene definito come un «legato», cioè una somma di danaro (in questo caso 271.495mila euro) che deve essere utilizzata per uno scopo preciso. In questo caso la signora decise di donare l’ingente somma alla fondazione «Don Enrico Vago» per acquistare la scuola dell’infanzia di via 25 aprile. La fondazione, ricordiamo, nacque a all’indomani dell’annuncio dell’Amministrazione di cedere a un privato la gestione dello storico istituto. Un sodalizio nato con il desiderio e l’impegno di mantenere la gestione della scuola dell’infanzia nelle mani responsabili e appassionate di una realtà cittadina.