Verso il Conclave

Potremo avere un Papa lombardo?

Spicca il nome del cardinale Pierbattista Pizzaballa quale possibile «successore» di Papa Francesco

Potremo avere un Papa lombardo?
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Il prossimo Papa? Potrebbe essere lombardo. Nella rosa dei papabili al soglio pontificio spicca il nome del cardinale Pierbattista Pizzaballa, attuale patriarca di Gerusalemme, nato nel 1965 a Cologno al Serio, in Provincia di Bergamo.

Potremo avere un Papa lombardo?

Pizzaballa sarà tra i 133 porporati provenienti da 71 Paesi che da domani, mercoledì, si riuniranno in Conclave per eleggere colui che andrà a succedere a Papa Francesco, morto il lunedì di Pasquetta dopo 12 anni di Pontificato (durante il quale ha creato bel 149 cardinali, compreso lo stesso Pizzaballa). Ma non sarà un «semplice» elettore. Il suo nome circola con insistenza quale possibile prossimo Pontefice, tanto da essere stato inserito «ufficialmente» nella rosa dei candidati dagli esperti vaticanisti del sito Cardinalium Collegii Recensio, portale che raccoglie i profili dei cardinali elettori, nonché quelli dei papabili, riportando anche le rispettive posizioni circa temi per la Chiesa «delicati».
Nell’elenco dei cardinali con le maggiori possibilità di essere eletti, oltre al cardinale Pizzaballa (che è francescano), tra gli italiani compaiono anche l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi e il Segretario di Stato Pietro Parolin (che è veneto).

Dalla Lombardia a Gerusalemme

Perché il suo nome? Secondo gli addetti lavori potrebbe rappresentare un buon punto di sintesi: da un lato la capacità di dialogo e la conoscenza del contesto internazionale, dall’altro l’intenzione di mantenere la Chiesa sulla propria direzione, senza particolari «scossoni».

Pizzaballa è partito dalla campagna lombarda (un contesto fondamentale, come lui steso ebbe modo di ricordare in occasione della sua ordinazione episcopale nel 2016) per arrivare a Gerusalemme nel 1990 durante la prima Intifada. Da che all’epoca, come disse lui stesso, «parlava solo italiano e bergamasco», è diventato professore assistente di Ebraico Biblico e Giudaismo. Da lì la sua è stata una vera e propria ascesa, fino al 2020 quando, per volontà di Papa Francesco, è stato nominato Patriarca dei Latini di Gerusalemme.

Le capacità diplomatiche

In molti guardano a lui per il delicatissimo ruolo diplomatico che ha saputo svolgere in Terra Santa. E le sue posizioni sulla guerra a Gaza sono apparse simili a quelle di Papa Francesco: come ha fatto Bergoglio, anche il cardinale Pizzaballa si è detto vicino alla popolazione della Striscia, condannando apertamente il Governo Netanyahu. Secondo gli esperti del Cardinalium Collegii Recensio, il cardinale è «dotato della franchezza, della determinazione e della capacità di discernimento di un coltivatore lombardo, unite a una profonda spiritualità francescana. Il Cardinale Pizzaballa porta con sé un bagaglio di esperienza e di relazioni maturate in Terra Santa, cruciali sia per la Chiesa, sia per la pace nel mondo - tuttavia, si legge ancora - è ancora relativamente giovane, poco si conosce della sua teologia e delle sue posizioni in merito alle questioni più cruciali e il suo cardinalato è recente». Certo è che il prossimo Papa dovrà avere le spalle abbastanza larghe da navigare in un contesto internazionale certamente non semplice, senza scordare le sfide altrettanto complicate che la Chiesa sta affrontando. E le competenze acquisite in decenni trascorsi a Gerusalemme potrebbero giocare a suo favore.

Un lombardo eccellente escluso

Se un papabile lombardo c’è, dall’altra parte la regione vede un assente eccellente. Al Conclave non ci sarà infatti l’arcivescovo di Milano Mario Delpini - che rappresenta l’arcidiocesi più grande d’Europa - mai nominato cardinale da Papa Francesco. Uno scenario molto diverso da quello del 2013, quando non solo Milano c’era, ma era rappresentata da Angelo Scola che era uno dei principali candidati alla successione di Benedetto XVI.

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