La testimonianza

Sotto i lampi dei missili, al confine tra India e Pakistan

La testimonianza di Giulio Ravasi, ct della nazionale indiana di pattinaggio che si trovava lì per dei camp sportivi

Sotto i lampi dei missili, al confine tra India e Pakistan
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Stava guidando alcuni atleti negli allenamenti in un camp al confine tra India e Pakistan, quando ad un certo punto hanno iniziato a vedere dei lampi di luce in cielo. Peccato però che non si trattasse del preludio di un temporale, bensì delle scie luminose di missili, frutto degli attacchi che le due nazioni asiatiche hanno effettuato nei giorni scorsi, quando la tensione tra i paesi è cresciuta a dismisura. Spettatore di questa tesa vicenda è stato un belluschese, Giulio Ravasi, che da anni ricopre ormai il ruolo di ct della nazionale indiana di pattinaggio e si trovava in quella zona per questo camp di allenamento con alcuni ragazzi indiani.

Sotto i lampi dei missili, al confine tra India e Pakistan

Il belluschese ci ha quindi raccontato le sensazioni di quelle concitate ore vissute col cuore in gola:

«Sapevamo ovviamente che la tensione fosse alta, ma non avremmo mai immaginato di vedere i lampi dei missili nel cielo - ha raccontato Ravasi - Noi ci stavamo allenando attorno alle 19 di sera di venerdì e abbiamo visto questi fasci di luce. Immediatamente è scattato l’allarme e ci hanno dato indicazione di spegnere completamente i cellulari. Abbiamo passato tutta la notte in grande tensione e con moltissima paura, organizzando il trasferimento per andarcene da lì».

Ravasi era convinto che avrebbe fatto ritorno in Italia, ma purtroppo per via della situazione, l’aeroporto vicino a Mohali era chiuso perchè era utilizzato da mezzi militari ed anche in quello di Nuova Delhi, i voli erano stati diminuiti.

L’indomani, nella giornata di sabato alle 7 del mattino con i pulmini Ravasi e gli atleti hanno quindi lasciato la zona a nord dell’India e hanno raggiunto Nuova Delhi. Da lì poi in questi giorni ci sarà un nuovo trasferimento, in una zona a sud dello stato asiatico:

«La situazione si è tranquillizzata e, con la notizia dell’accordo trovato tra le due nazioni, è tornato ovviamente il sereno - continua Ravasi - Quindi continuerò qui il mio lavoro anche nei prossimi mesi. In ogni caso nei prossimi giorni ci sposteremo in una zona più a sud, che dista 2.500 km dal confine col Pakistan, dove proseguiremo con altri camp».

Ravasi ha infatti in programma un lavoro di circa 4 mesi di attività sportive in programmazione della partecipazione della nazionale di pattinaggio agli Asian Game, la maggiore competizione continentale: «Si tratta di un appuntamento molto sentito, addirittura più dei mondiali - continua Ravasi - Questa competizione infatti da la possibilità di ottenere delle borse di studio per gli atleti, garantendo così loro di poter continuare ad allenarsi e investire sul loro futuro».

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