Un patto d'amicizia con Longarone nel ricordo della tragedia del Vajont
Lo ha firmato domenica 18 maggio il sindaco Lisa Mandelli: il patto intende custodire i valori condivisi e rafforzare i legami umani fra le due comunità

Un patto d'amicizia per ricordare la tragedia del Vajont. E' quello sottoscritto domenica 18 maggio 2 fra i Comuni di Usmate Velate e di Longarone, sulla base dei legami che intercorrono tra alcune famiglie residenti nel comune brianzolo e quella che è stata la tragedia accaduta il 9 ottobre 1963.
Un patto d’amicizia con Longarone nel ricordo della tragedia del Vajont
Il patto, firmato dal Sindaco Lisa Mandelli e dal Sindaco di Longarone Roberto Padrin, intende custodire i valori condivisi e rafforzare i legami umani fra le due comunità.
Nel novembre 2024 l’Amministrazione aveva organizzato un incontro col Sindaco di Longarone, paese profondamente colpito dal tragico evento, in occasione della proiezione a Usmate Velate del documentario "Vajont ‘63 - Il coraggio di sopravvivere".
Durante tale iniziativa, che ha visto un significativo coinvolgimento della cittadinanza e la presenza degli Alpini, fra i primi militari ad arrivare sui luoghi della tragedia, sono stati promossi i valori di solidarietà, collaborazione e condivisione di esperienze tra le due comunità tramite un patto di amicizia.
A seguito di questa iniziativa, la Consulta Cultura ha organizzato una visita alla diga del Vajont alla quale hanno partecipato il Sindaco Mandelli e l’assessore Maggiolini. In tale occasione è stato poi firmato il patto di amicizia tra i Comuni.
Presenti alla cerimonia, svolta presso la sala consiliare di Longarone in provincia di Belluno, anche l’assessore Chiara Maggiolini, la professoressa Caterina Sgrò, quale rappresentante della Consulta Cultura, e i familiari di Almerino Callegari, vittima del Vajont insieme alla moglie e alla figlia.




“ L’Amministrazione di Usmate Velate ha deciso di sancire un patto di amicizia con il Comune di Longarone quale testimonianza del doveroso impegno a coltivare la memoria del disastro del Vajont, conseguenza di gravi responsabilità umane ” afferma il Sindaco Lisa Mandelli. "Per rincorrere il profitto si scelse di non ascoltare le voci che denunciavano le criticità della nuova opera idroelettrica in un luogo non idoneo”.
La tragedia
La tragedia fu infatti causata da una enorme frana precipitata la sera del 9 ottobre 1963 dal monte Toc nel bacino del nuovo invaso idroelettrico della diga del Vajont, nell’omonima valle. Si sollevò un’onda di milioni di metri cubi, che investì prima i paesi di Erto e Casso, e poi dimezzata dall’impatto con la montagna, saltò la diga, che rimase intatta, e corse ad 80 chilometri l’ora nella gola che porta a Longarone. In pochi minuti vennero distrutti dalla furia di vento, acqua e fango Longarone e altri paesi limitrofi causando 1917 vittime, molte delle quali non furono mai ritrovate. La frana fu provocata dal riempimento del lago artificiale, che compromise la stabilità del monte Toc. I vari segnali sull’instabilità della montagna erano stati ignorati come la prima frana del 1960 e le successive e ripetute scosse di terremoto.
Presso la Biblioteca comunale Alda Merini è disponibile il DVD del documentario "Vajont ‘63 - Il coraggio di sopravvivere" e altro materiale relativo alla vicenda.