Bar sfrattato dal Comune, il titolare affila gli artigli: «Non mi arrendo, per il paese e i miei dipendenti»
Partita al «Numero 1» una raccolta firme per ottenere una prelazione sulla vendita del terreno comunale sul quale

Novanta giorni per chiudere il suo bar edicola aperto nell’aprile del 2005 sul terreno di proprietà comunale di via Don Mazzolari a Valle Guidino (Besana in Brianza). Rimozione di chiosco, marciapiede e posteggi per restituire a villa Borella ciò che è di sua proprietà così come si presentava originariamente, una distesa d’erba a destinazione residenziale che tornerà sul mercato una volta liberata.
Bar sfrattato dal Comune, il titolare affila gli artigli: «Non mi arrendo, per il paese e i miei dipendenti»
Questo, sostanzialmente, quanto ordinato dall’Amministrazione a Erich Motto, titolare del bar «Numero 1» a seguito del mancato rinnovo della convenzione che legava ente pubblico e privato da due decadi e dell’archiviazione della procedura di alienazione dell’appezzamento avviata lo scorso autunno (che ha visto Motto tra i due offerenti).
Nei giorni scorsi avevamo dato conto della notizia; di seguito pubblichiamo la lettera inviata nei giorni successivi alla nostra redazione da Motto che, chiarisce, non ha intenzione alcuna di gettare la spugna. Tanto da aver dato il via a una raccolta firme per ottenere una prelazione sulla vendita del terreno sul quale sorge il suo bar: partita giovedì a ieri, lunedì, contava già oltre duecento adesioni.
Buongiorno a tutti,
come ormai sapete il mio bar a Valle Guidino ha i giorni contati, per la precisione 90.
La decisione di farmi letteralmente sgomberare è stata presa nei giorni scorsi da parte della Giunta Pozzoli con piena soddisfazione dell’opposizione comunale. Tutto questo possibile semplicemente perché il terreno dove sorge la mia attività è comunale, precisamente area pubblica. Area pubblica datami in concessione più di vent’anni fa per 6.000 euro annui. Ora, dopo aver fatto incassare alle casse comunali oltre 120.000 euro solo in affitti ed aver dato lucro e vita alla frazione (un tempo senza nessun servizio), mi ritrovo con uno sfratto per permettere al Comune di mettere all’asta l’area e incassare almeno 31.000 euro. Peccato che in Italia esiste il diritto di prelazione, quella legge sconosciuta al Comune di Besana che invita il venditore ad offrire il bene prima all’affittuario e solo in seguito al resto del mercato.
Per quanto riguarda la Giunta Pozzoli posso dire che scaricare responsabilità su Giunte di vent'anni fa non fa onore, anzi, le convenzioni si possono cambiare, modificare e rifare.
Per l’opposizione che si dice felice del procedimento di sgombero rispondo che togliere lavoro e servizi alla frazione fa capire quello che realmente siete, politici di scarso valore. Il benessere della frazione va sempre in primo piano nonostante le diversità di pensiero politico.
Io non mi arrenderò facilmente, non smonterò il mio lavoro per la loro felicità. I miei avvocati stanno già chiedendo la sospensione dello sfratto al tribunale di competenza e in parallelo inizierò una raccolta firme per chiedere la vendita diretta dell’area come la legge italiana vuole facendo si che l’attività possa continuare il suo servizio per il paese, per la mia famiglia e per i miei dipendenti.
Chiedo per tanto a tutta la popolazione di Besana Brianza cinque minuti del vostro tempo per venire al mio bar con carta di identità e firmare la petizione in mio favore.
Grazie in anticipo per il Vostro appoggio.
Erich Motto