Il caso

Filippo Ferri si è insediato, ma per LabMonza e Sinistra Italiana "14mila firme non possono essere ignorate"

Il ministro Piantedosi intanto interpellato sulla vicenda ha spiegato come il funzionario abbia a suo tempo «scontato episodi che in qualche modo gli furono attribuiti». E ha aggiunto "Credo che farà molto bene a Monza"

Filippo Ferri si è insediato, ma per LabMonza e Sinistra Italiana "14mila firme non possono essere ignorate"
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Non sono bastate 14mila firme per far riconsiderare al ministro Matteo Piantedosi la scelta di nominare Filippo Ferri nuovo Questore di Monza. Da domenica 1 giugno Ferri si è insediato ufficialmente prendendo il posto di Salvatore Barilaro.

Filippo Ferri si è insediato

Ieri, in occasione della Festa della Repubblica, la prima uscita ufficiale per le celebrazioni del 2 giugno che si sono svolte nel cortile d’onore della Villa Reale di Monza, alla presenza dei Sindaci della Provincia di Monza e della Brianza, dei rappresentanti delle Istituzioni e delle Forze dell’Ordine.

Ma la polemica non si placa. Il nome di Ferri, condannato in via definitiva nel 2012 dalla Cassazione a 3 anni e 8 mesi per falso e calunnia, con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, per il suo ruolo nei fatti avvenuti durante il G8 di Genova del 2001 all'interno della scuola Diaz, continua a far discutere.

Così come fanno discutere le ultime parole del ministro dell'Interno Piantedosi che si è espresso sulla nomina di Ferri a margine del bilaterale che si è tenuto a Madrid: incalzato dalla stampa ha spiegato come Ferri abbia a suo tempo «scontato episodi che in qualche modo gli furono attribuiti". Aggungendo "Credo che farà molto bene a Monza».

LabMonza e Sinistra Italiana "14mila firme non possono essere ignorate"

Una risposta "irricevibile" secondo LabMonza e Sinistra Italiana Monza e Brianza, che aggungono "14.000 firme non possono essere ignorate".

"Si tratta di una mobilitazione che ha coinvolto trasversalmente amministratori locali, personalità del mondo della cultura, professionisti, associazioni, e a cui hanno aderito migliaia di cittadine e cittadini della nostra provincia e dell’intero territorio nazionale, indipendentemente dall’orientamento politico. È un atto collettivo, nato dal basso, con un messaggio chiaro: le istituzioni devono essere credibili, trasparenti e degne di fiducia".

"Nonostante la forte mobilitazione, a cui ha fatto seguito un’interrogazione parlamentare della Senatrice Ilaria Cucchi (Avs), in queste ore Filippo Ferri ha ufficialmente iniziato il suo mandato come Questore di Monza e Brianza - si legge nella nota inviata alla stampa da LabMonza e Sinistra Italiana. Troviamo inaccettabile la risposta sbrigativa del Ministro Piantedosi a fronte di 14.000 adesioni e vergognosa la sua dichiarazione in merito alla condanna di Ferri: "un funzionario che ha scontato a suo tempo episodi e situazioni che gli furono in qualche modo attribuite”".

Per LabMonza e Sinistra Italiana Monza Brianza si tratta di "una dichiarazione che umilia la verità, storica e giudiziaria, riducendo uno dei più gravi episodi di violenza istituzionale del dopoguerra a una formula vaga ed edulcorata. Non si tratta di “episodi attribuiti”, ma di reati accertati; non di illazioni, ma responsabilità precise, riconosciute in via definitiva dai tribunali della Repubblica Italiana, che hanno verificato le responsabilità di Ferri nei gravissimi fatti della scuola Diaz, e lo hanno condannato per falso aggravato e calunnia".

"Con queste parole, il Ministro nega la verità storica e cancella simbolicamente le vittime, minando ulteriormente il rapporto tra istituzioni e cittadini. È un messaggio pericoloso, che ignora non solo una sentenza definitiva, ma anche un'esigenza collettiva di riconoscimento e giustizia rispetto agli abusi perpetrati dalle forze dell’ordine durante il G8 del 2001".

"In attesa che il Ministro risponda in Parlamento - concludono Lab Monza e Sinistra Italiana - continueremo a tenere alta l'attenzione su questa vicenda, che rappresenta una pagina triste per il nostro territorio e per la nostra Repubblica. A partire dalla denuncia delle identificazioni avvenute durante le celebrazioni del 2 Giugno in Villa Reale (vedi foto sotto ndr), nei confronti di cittadine e cittadini hanno scelto di manifestare in forma spontanea e autonoma il proprio dissenso per la nomina di Ferri, senza alcun atto di disturbo o provocazione. Garantire la libertà di espressione non è solo un principio costituzionale: è un dovere politico e civile".

Non solo critiche

Il mondo della politica si divide sul nome di Filippo Ferri. Accanto a chi chiede un ripensamento c'è anche chi lo difende. Tra questi ad esempio la consigliera regionale e comunale di Noi Moderati Martina Sassoli che ha espresso l'augurio di buon lavoro a Ferri e ha sottolineato: «In uno Stato di diritto, è fondamentale riconoscere il valore della riabilitazione e del reinserimento nella società di chi ha pagato il proprio debito con la giustizia. Continuare a stigmatizzare una persona per errori passati, nonostante abbia affrontato le conseguenze legali, mina i principi fondamentali della nostra democrazia».

A difendere il neo-questore ci ha pensato anche il sindaco leghista di Lazzate Andrea Monti, sostenuto da tutti i sindaci della Lega Mb:

"È davvero scabroso che si alimentino cacce alle streghe, presunte ‘condanne del popolo’, in barba a tutti i più elementari diritti di cui gode ogni cittadino, anche se condannato, in uno Stato democratico. Spiace constatare come siamo di fronte ai soliti, quelli che tifano per la democrazia e i diritti solo quando interessa la loro parte, mentre quando si parla degli avversari politici si trasformano in squadristi e anti-democratici".

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