Commemorazione

Bernareggio non dimentica il sacrificio del maresciallo Piantadosi

Venerdì la cerimonia al cimitero cittadino a 45 anni dalla tragica morte avvenuta durante il servizio; presenti le autorità civili, religiose e militari

Bernareggio non dimentica il sacrificio del maresciallo Piantadosi
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Il ricordo del maresciallo Stefano Piantadosi continua a vivere a Bernareggio. Giornata di commemorazione per la comunità locale, che ieri, venerdì, si è ritrovata al cimitero cittadino in occasione del 45esimo anniversario della tragica scomparsa dell’indimenticato maresciallo, vittima del dovere e ucciso il 15 giugno del 1980 mentre si trovava in servizio a Locate Triulzi.

Bernareggio non dimentica il sacrificio del maresciallo Piantadosi

Piantadosi era stato in servizio alla stazione dei Carabinieri di Bernareggio negli anni ‘60 e in paese riposano oggi i suoi resti mortali, accanto a quelli della moglie Enrica, deceduta prematuramente nel 1995. La cerimonia di ieri si è svolta proprio al camposanto alla presenza della autorità civili, militari e religiose, tra cui il sindaco Gianluca Piazza, il parroco don Stefano Strada, il comandante Antonino Di Marco e il capitano Giuseppe Della Queva. Con loro anche i figli del maresciallo, Emanuela e Saverio, che lo scorso anno aveva  ricevuto uno speciale encomio alla memoria da parte dell'Amministrazione comunale.

Vittima del dovere

Nato a Roccabascerana, in provincia di Avellino il 2 settembre 1936, Piantadosi entra a 20 anni entra nell’Arma dei Carabinieri. Terminata la Scuola Allievi in Roma, viene destinato prima a Milano e dopo alla stazione di Pantigliate e nel Nucleo Tribunale della Compagnia Comando Carabinieri di Milano. Divenuto Vice Brigadiere, viene trasferito successivamente alla Stazione Carabinieri di Bernareggio, con il cui comandante instaura un rapporto di stretta collaborazione e di grande fiducia e stima, cosa subito percepita dalla popolazione. All’inizio degli anni '60 il maresciallo Piantadosi cerca di dare un’impronta personale all’attività che svolge con passione, grande senso del dovere ed umanità. A Bernareggio conosce Enrica, una giovane ragazza che sposerà e che gli darà due figli Emanuela e Saverio.

Comandante a Locate Triulzi

Nel 1970 viene nominato comandante della Stazione Carabinieri di Locate Triulzi, paese dell’hinterland sud di Milano, il cui territorio comprendeva i Comuni di Locate Triulzi, Opera e Pieve Emanuele. Negli anni Settanta il Maresciallo Capo Piantadosi si trova ad operare in un territorio ampio, fino ad allora prettamente agricolo, che vive in quel periodo un vero e proprio boom economico. La crescita demografica ed economica esponenziale, trascina con sé problematiche sempre più complesse e difficili da fronteggiare come emarginazione, rapine, furti, occupazioni abusive, ma anche incidenti stradali, incidenti nei cantieri, ed inoltre un disastro ferroviario e un disastro aereo.

La morte in servizio

E' proprio nel 1980 che la magia di una vita dedicata al servizio della comunità viene spezzata inesorabilmente. Il 15 giugno 1980 il Maresciallo Capo Piantadosi ed il carabiniere Giovanni Motta, durante un servizio d’ordine pubblico, per una gara ciclistica che si stava svolgendo nel Comune di Opera, individuano fra gli spettatori una persona dall’atteggiamento sospetto, successivamente identificato come Ferruccio Zanoli. Insospettito, il maresciallo ritiene opportuno condurre l’uomo presso la Stazione Carabinieri di Locate Triulzi: fa accomodare l’uomo sul mezzo militare, precisamente sul sedile posteriore con accanto il carabiniere Motta e si pone alla guida. Durante il tragitto il giovane carabiniere perquisisce l’uomo, il quale improvvisamente estrae una pistola e spara alla nuca del maresciallo freddandolo.

L'omicida non fu mai catturato

Zanoli, mai catturato per l’omicidio, si accerterà successivamente, era un feroce assassino, già detenuto nel carcere di Porto Azzurro per scontare una pena di 30 anni a seguito dell’uccisione di un guardiacaccia nel 1952. Uscito nel 1976 con permesso premio dì 7 giorni, non era mai più rientrato e risultava quindi evaso. Le spoglie del maresciallo Piantadosi, come detto, riposano nel cimitero di Bernareggio.

 

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