La storica preside va in pensione: «A Cederna anni bellissimi, ma le sfide non sono mancate»
Anna Cavenaghi, insignita anche del Giovannino d’Oro, è stata Dirigente scolastico del Comprensivo Via Correggio dal 1993

Per oltre trent’anni Anna Cavenaghi, 60 anni, è stata tra le anime più vive del quartiere Cederna a Monza. Una vera e propria colonna portante, tanto che martedì prossimo verrà insignita del Giovannino d’Oro. Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Via Correggio dal 1993, tra pochi mesi andrà in pensione nel plauso generale di colleghi e collaboratori. E di tutti quei bambini e ragazzi che, cresciuti tra i banchi di scuola, sono nel frattempo divenuti adulti.
La storica preside va in pensione: «A Cederna anni bellissimi, ma le sfide non sono mancate»
Dopo il diploma nell’estate del 1983, ha iniziato il suo percorso come supplente pochi mesi più tardi. Una carriera rapida e luminosa: l’università, l’impiego di maestra, la vittoria nel concorso di preside nel 1992 e quindi l’arrivo a Monza.
Da allora, non se n’è mai andata:
«Gli anni Novanta sono stati segnati da grosse problematiche di carattere manutentivo - ha ricostruito Cavenaghi - Si aveva la percezione quasi di abbandono, di sentirsi trascurati in un territorio caratterizzato da forti problemi di integrazione. Una questione molto accesa presso la scuola Anzani era quella del campo sosta autorizzato degli spettacoli viaggianti, tra circensi e luna park. Mi capitava di trovare via Correggio invasa di caravan, allorché i genitori iscrivevano i bambini a scuola per poche settimane nelle sole lezioni mattutine».
Altro problema ha riguardato l’accoglienza dei bambini provenienti dalla ex Jugoslavia e da altre parti del mondo:
«Moltissimi bambini in cura al San Gerardo a seguito della guerra nei Balcani, in particolare nel reparto di ematologia pediatrica, erano anche nelle nostre scuole. Una nuova ondata di bambini è coincisa con la guerra in Iraq, per non parlare della forte ventata migratoria dai paesi del Nord Africa, dall’Albania e, in questi ultimi anni, dal Pakistan e dal Bengala».
Oltre a ciò le scuole andavano sistemate dal punto di vista strutturale:
«Abbiamo inaugurato l’ampliamento de Il Cartoccino, passata da cinque a otto classi, raddoppiando così le possibilità per le famiglie. È stata sistemata la palestra della Masih e ampliato i suoi sotterranei contestualmente alla realizzazione della mensa. La Anzani ha accolto un’ala nuova. Inoltre, nel 2012, abbiamo proceduto all’accorpamento della scuola aggregata alla Confalonieri, fino ad allora priva di identità, riqualificata e ristrutturata, predisponendo un piano per i laboratori. L’intitolazione a Iqbal Masih fu un plebiscito dei bambini».
Progetti e gemellaggi
Negli ultimi anni si è curato l’arricchimento dell’offerta formativa attraverso molti progetti, iniziative e gemellaggi a livello nazionale e internazionale:
«Mi piace ricordare le esperienze sul cyberbullismo e sul digitale, quelle ai rifugi in montagna, i viaggi a Strasburgo o Roma per le iniziative sulla legalità, Philosophy for Children, i Caffè delle mamme e un ampio numero di proposte interculturali. Ad esempio il laboratorio dedicato alla pecora brianzola, progetto particolarissimo in collaborazione con Missaglia: abbiamo portato le pecore a scuola per pochi giorni, mostrando ai bambini tutti i processi di lavorazione della lana».
Il Pon e il Pnrr hanno consentito alle scuole di arricchirsi di moltissime dotazioni tecnologiche, nonostante l’intensissimo e invisibile lavoro che sta dietro: «Monitor, carrelli e strumenti che hanno implementato notevolmente la didattica».
Bilancio
Il bilancio di una vita non può che essere positivo:
«Trentadue anni in questo quartiere sono tantissimi. Sono stati ricchi di impegno e molto belli, ma ricchi anche di fatica in termini di tempo da dedicare alla scuola, ai bisogni dei docenti, dei bambini e genitori. Occorre essere molto presenti. La maggior parte dei docenti che si sono avvicendati nelle nostre scuole è sempre stata centrata sul compito: chi lavora a Cederna ha una marcia in più. Chi rimane nel tempo, chiedendo espressamente di rimanere, lo fa perché ha una motivazione alla base che lo spinge a dare il massimo possibile. E questo è un grandissimo valore aggiunto. Alcuni dei nostri insegnanti sono di eccellenza assoluta, estremamente competenti».
La benemerenza
Il coronamento simbolico è giunto con il freschissimo conferimento del Giovannino d’Oro per l’anno 2025, la più alta benemerenza civica per le eccellenze monzesi.
Il traguardo è vicino, ma lontano. Ci sono ancora due mesi saturi di impegni, a partire dalla chiusura di tutti i progetti avviati: «Vorrei lasciare la scuola tranquilla, soprattutto aiutare la segreteria in questo periodo per chiudere quanto più possibile».
Il supporto a chi prenderà il suo posto, il cui nome è ancora sconosciuto, non mancherà.