Raduno non autorizzato

Ultras marocchini a Paina: Corbetta (Lega) chiede una riflessione seria sull’episodio

"Bisogna porre un'attenzione seria su questi fenomeni, sempre più fuori controllo, che coinvolgono giovani nordafricani”

Ultras marocchini a Paina: Corbetta (Lega)  chiede una riflessione seria sull’episodio

Il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Alessandro Corbetta, interviene sul raduno non autorizzato di ultras marocchini, che sabato ha attraversato la frazione di Paina e occupato il centro sportivo per festeggiare il Raja Casablanca.

L’intervento di Corbetta

L’episodio avvenuto sabato a Paina,  dove centinaia di tifosi marocchini hanno invaso l’impianto senza autorizzazione per festeggiare la squadra marocchina del Raja Casablanca, ha sollevato diverse discussioni e riflessioni. Tra queste c’è anche quella del capogruppo della Lega in Consiglio regionale Alessandro Corbetta.

“A Giussano è stata disinnescata una situazione potenzialmente esplosiva grazie al pronto intervento del sindaco Marco Citterio e delle forze dell’ordine del territorio, a cui vanno i miei complimenti. Polizia locale, carabinieri e agenti impegnati in Brianza hanno saputo gestire con intelligenza e senso di responsabilità un’emergenza improvvisa e molto delicata da trattare”.

Giussano, raduno di ultras marocchini a Paina
Giussano, raduno di ultras marocchini a Paina

Il capogruppo della Lega chiede una riflessione seria su questi fenomeni

 

 Corbetta,  commentando i fatti accaduti al centro sportivo di Paina,  ha voluto anche allargare la sua riflessione.

“Fatti come questi – prosegue Corbetta – ci obbligano però ad aprire una riflessione più ampia. Il raduno di centinaia di giovani nordafricani, molti di seconda generazione, per tifare una squadra straniera e l’occupazione abusiva di una struttura pubblica è un segnale forte, che dimostra come certi fenomeni siano fuori dai radar dello Stato. In questo caso non è successo nulla solo grazie al lavoro delle autorità locali, ma sarebbe da irresponsabili non porre il problema. Non si tratta di criminalizzare nessuno – conclude Corbetta – ma di riconoscere che in Lombardia esistono sacche di aggregazione giovanile in grado di ritrovarsi in massa e realizzare azioni che rischiano di sfuggire di mano proprio perché non preventivate. Serve appunto più prevenzione, più risorse alle forze dell’ordine e un’attenzione rigorosa su queste realtà, in particolare di giovani nordafricani numericamente importanti, con la forte identità dei loro paesi d’origine e una religione comune come l’islam. Anche perché episodi simili, se non gestiti e prevenuti, rischiano di esplodere in futuro e portare anche in Brianza i gravi disordini cui sono abituate tante città soprattutto europee”.