Anpi e Sinistra italiana Monza e Brianza insorgono: "Saluto romano e bandiere sull'altare inaccettabile. Quanto ancora si dovrà tollerare prima dell'intervento delle Forze dell'ordine?"
Un funerale che ha sollevato indignazioni e polemiche, mettendo in difficoltà anche le massime autorità religiose di Monza.
Il funerale controverso
Ieri, sabato 12 luglio, 2025 nella cornice del Duomo di Monza, si è celebrato il funerale di Davide Cattaneo, fondatore della sezione locale di Avanguardia Nazionale, organizzazione neofascista sciolta per legge nel 1976, deceduto lo scorso 4 luglio in Scozia a 68 anni.
La cerimonia ha sollevato un’ondata di sdegno tra le forze democratiche e antifasciste della città.
Già la sua figura era stata controversa: aveva lasciato Monza e ha avuto una vita burrascosa, prima di approdare in Scozia, durante la quale ha anche combattuto come volontario in diverse formazioni militari all'estero. Come da sue volontà, però, è stato a Monza l'ultimo saluto, assieme agli amici che lo avevano già accolto in città in passato quando era tornato a raccontare le sue avventure.
Secondo la ricostruzione fornita dall’Anpi di Monza che ha denunciato quanto accaduto, all’esterno del Duomo sarebbero state esposte bandiere di Avanguardia Nazionale e, all’interno, una di queste sarebbe stata posizionata anche sotto l’altare. Non solo. Alla conclusione del rito funebre, alcuni partecipanti si sarebbero disposti in formazione paramilitare sul sagrato e avrebbero intonato il grido “Presente” accompagnato dal saluto romano.
Ad essere notata dai passanti anche la bandiera di Avanguardia nazionale inizialmente affissa sulle murature della basilica, a lato del portone di ingresso, poi rimossa a seguito delle proteste del personale di servizio in sacrestia. Bandiera che è poi ricomparsa poco dopo sulla balaustra del sagrato e a sul tavolo di sostegno dell’urna, a guisa di tovaglia.
La reazione dura di Anpi
Anpi Monza e Brianza non ha dubbi: "Si è trattato di un caso evidente di apologia del fascismo, sanzionabile ai sensi della legge Scelba, che vieta e punisce sia l’esaltazione del disciolto partito fascista sia i gesti a esso riconducibili durante cerimonie pubbliche".
Dalla sede del Duomo, già prima dell’inizio della funzione, era stato segnalato con preoccupazione l’arrivo di simboli e bandiere legati all’organizzazione neofascista che pare da fonti interne i sacerdoti non si aspettavano. Una fonte ben informata aveva avvertito che sarebbe arrivata una pattuglia della Polizia Locale "per evitare sceneggiate all’uscita”. Nel corso della mattinata, in effetti è stato riferito che don Cesare avrebbe deciso di chiudere il portone principale fragorosamente in segno di protesta, prendendo le distanze. Sul posto sarebbe poi arrivata anche la pattuglia della Polizia Locale e la Digos.
La reazione del Duomo e della Giunta
Netta la condanna di quanto accaduto da parte dell’arciprete monsignor Marino Mosconi.
Il commento dell’assessore alla Cultura Arianna Bettin: «Esprimo disgusto per le immagini delle bandiere di Avanguardia Nazionale davanti al nostro Duomo, luogo sacro e simbolo di incontro di popoli che nulla può avere a che spartire con ideologie violente, razziste e discriminatorie. Allo stesso modo è deprecabile la cerimonia del presente eseguita alla luce del sole, nella nostra città, approfittando di una funzione funebre. Un insulto a chi, monzese, ha versato il proprio sangue per liberarci dal regime fascista e dalla guerra. Avanguardia Nazionale fu movimento neofascista, sciolto ormai decenni fa in applicazione della raramente applicata Legge Scelba. Mi auguro pertanto che le autorità competenti procedano tempestivamente con l’identificazione dei partecipanti coinvolti e che siano presi provvedimenti».
Condanna a più voci
Sinistra Italiana Monza e Brianza, attraverso una nota firmata dalla segretaria Giovanna Amodio e da Paola Pozzoli, ha condannato quanto accaduto come una “pagina vergognosa per Monza”, evidenziando «l’assenza di intervento delle forze dell’ordine a difesa della legge e dell’ordine democratico e costituzionale» e definendo «inaccettabile» la presenza di simboli e rituali di chiaro stampo neofascista davanti all’altare e sul sagrato.
A rendere l’episodio ancora più grave, secondo l’Anpi, è la coincidenza con una data simbolica della memoria antifascista: il 12 luglio 1944, i nazifascisti fucilarono a Fossoli 67 prigionieri politici. «Un oltraggio – scrive la presidenza – alla memoria e alla democrazia. Quanto dovremmo tollerare ancora queste esibizioni senza l'intervento delle Forze dell'ordine?».