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Box inagibili, al via la sistemazione della Fossati Lamperti

Dopo anni di attese e un appalto interrotto, il Comune rilancia l’intervento di messa in sicurezza delle porzioni pericolanti dell’immobile

Box inagibili, al via la sistemazione della Fossati Lamperti
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Si apre uno spiraglio per i residenti di San Rocco che da anni non possono accedere ai loro garage per il crollo di una porzione dell’ex Fossati Lamperti. Dopo anni di attese, ostacoli tecnici e un appalto interrotto, l’Amministrazione comunale rilancia il progetto di messa in sicurezza e riqualificazione del fabbricato, uno dei più significativi testimoni dell’archeologia industriale cittadina (tessile) a Monza.

Riqualificazione Fossati Lamperti

Nei giorni scorsi è stato approvato il progetto esecutivo per l’installazione di strutture provvisionali atte a garantire la stabilità delle porzioni pericolanti dell’immobile, per un valore complessivo di 252.688 euro. «Abbiamo trovato una soluzione semplice ma efficace che prevede un sistema di ponteggi che ancorano il muro per sostenerlo», semplifica l’assessore ai Lavori pubblici Marco Lamperti.
Il sito, sottoposto a vincolo culturale, versa da tempo in condizioni precarie. La sua progressiva degradazione strutturale aveva reso impraticabile ogni tipo di intervento senza una preventiva messa in sicurezza.

Dal dicembre 2019 a farne le spese sono i condomìni di via Fossati e Lamperti che da quando il crollo di una porzione dell’ex stabilimento Fossati, adiacente ai box, ha reso necessaria la chiusura dell’area per motivi di sicurezza, non possono più accedere ai loro garage.

Condomini senza box

Di fronte all’attesa senza fine, nel giugno 2024 alcune famiglie hanno deciso di rivolgersi al Tribunale per ottenere un risarcimento danni e il ripristino dell’accesso ai box. Sul piano politico, il tema è approdato più volte in Consiglio comunale: tra le proposte discusse, anche la costruzione di un muro divisorio per separare la zona pericolante dalle pertinenze dei residenti, ma anche l’ipotesi – molto più onerosa – di ricostruire l’edificio. A portare le istanze dei residenti era stato il consigliere dem Pietro Zonca.
«Eravamo in una condizione di stallo: o ricostruivamo l’edificio, ma era troppo oneroso o buttavamo giù il muro, ma non si poteva perché era vincolato. Ora siamo arrivati alla soluzione che potrà concedere l’apertura dei box dei residenti per settembre-ottobre. Sono contento perché era il classico vicolo cieco all’italiana che penalizza le persone», ha aggiunto Lamperti.
Attualmente la vasta area dell’ex Fossati Lamperti è solo in parte utilizzata (con una locazione all’associazione nazionale Alpini e la collocazione di un magazzino comunale della Protezione civile), ma per il resto è inutilizzata.

I lavori interrotti

Dopo l’approvazione del progetto originario nel 2021, i lavori si sono però interrotti lo scorso maggio, quando l’impresa ha comunicato la propria impossibilità a proseguire, lasciando incompleta l’opera. Nel frattempo, la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio aveva autorizzato gli interventi di bonifica con l’obiettivo dichiarato di impedire la perdita di un edificio ritenuto rilevante per la memoria industriale della città. A quel punto è stato redatto un nuovo progetto esecutivo finalizzato alla messa in sicurezza delle strutture residue.
Il progetto prevede, tra le altre cose, l’installazione di strutture metalliche provvisorie per sostenere le parti compromesse del fabbricato. I lavori veri e propri – per un valore stimato di circa 140mila euro – saranno affidati attraverso la piattaforma telematica Sintel di Aria Spa.
Per finanziare l’operazione, il Comune ha rimodulato le risorse già stanziate nel 2021 e integrato con ulteriori 40mila euro impegnati sul bilancio 2025, portando a copertura l’intero fabbisogno. L’intervento rappresenta un passo decisivo verso una futura piena riqualificazione dell’ex complesso Fossati Lamperti, che dal Pgt è classificata per la realizzazione di un polo di servizi pubblici e privati ad alta specializzazione nei settori della formazione e della ricerca, con capannoni disponibili in forma convenzionata (con ipotesi di spazi verdi, percorsi ciclopedonali e servizi accessori).

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