Federico, ce l'hai fatta!
E' il primo studente con una grave forma di autismo a conseguire la Maturità

Una storia di passione e sacrificio, ma anche determinazione e impegno. A dimostrazione che i sogni, grazie alla forza di volontà, si possono coronare. Sempre, anche di fronte a difficoltà che possono sembrare insormontabili.
Federico, ce l'hai fatta!
Protagonista di questa bella storia è Federico, il primo studente in Italia con una forma di grave autismo a diplomarsi al Liceo scientifico. Studente del Collegio Sant’Antonio di Busnago, residente a Cernusco Lombardone, ha 19 anni e da poche settimane anche il diploma di maturità in tasca.
Un traguardo importante per qualsiasi ragazzo della sua età, ma che nel suo caso ha un valore doppio. Anzi, molto di più. Come detto infatti è il primo alunno con una forma molto particolare di autismo a diplomarsi nel Paese. E lo ha fatto attraverso un percorso di equipollenza, pensato su misura dall’Istituto di via Manzoni per valorizzare le sue competenze, senza rinunciare alla serietà e al significato di questo esame.
Quello affrontato da Federico è stato un percorso lungo, costruito anno dopo anno, in piena collaborazione tra famiglia, scuola ed equipe educativa. Il 19enne frequenta il Collegio fin dalla prima media, dove è stato accolto con grande attenzione. Al Liceo, il percorso si è fatto più impegnativo, ma anche più ricco di stimoli e conquiste.
«Il nostro obiettivo era chiaro: arrivare al diploma per offrirgli una reale possibilità di futuro, così come avviene per tutti i ragazzi della sua età - hanno raccontato mamma Cristina e papà Enrico - Un giorno potrà iscriversi all’Università, o partecipare a concorsi pubblici. Più di tutto, però, volevamo che questo cammino gli garantisse fiducia e autonomia».
Il significato di "equipollente"
Il termine «equipollente» non significa semplificato. Significa che Federico ha seguito un percorso parallelo a quello della classe, con contenuti e modalità personalizzati, ma con l’obiettivo di raggiungere lo stesso livello di competenze richiesto agli altri studenti. Ha sostenuto le due prove scritte, Matematica e Italiano, con l’aiuto degli strumenti compensativi, tempi più lunghi e la presenza degli insegnanti di sostegno. Le prove avevano una struttura analoga a quella della classe, ma contenuti pensati per essere accessibili alle sue modalità di apprendimento. All’orale, Federico si è presentato con un documento preparato in precedenza, da cui ha preso spunto per spaziare in più discipline. Ha parlato e argomentato, ma soprattutto ha fatto capire alla commissione quanto fosse cresciuto.
«Abbiamo lavorato insieme a lui con grande rispetto e dedizione - ha spiegato la dirigente scolastica, Giulia Mauri - Il diploma che ha ottenuto ha lo stesso valore di quello dei suoi compagni. E’ stato valutato sugli stessi apprendimenti, solo con strumenti diversi. Questo è il senso più vero dell’inclusione».
Il progetto di diploma è stato pensato in maniera strutturata alla fine del quarto anno, quando l’equipe che segue Federico da anni - psicologo, educatori e specialisti - ha proposto ufficialmente la strada dell’equipollenza insieme ai genitori. Una strada non comune, soprattutto in un Liceo scientifico, dove le richieste didattiche sono elevate e dove sono ancora pochissimi i casi di studenti con gravi disabilità che hanno affrontato l’esame di Stato. Eppure, fin da subito, la scuola ha risposto con apertura e professionalità, ma anche coraggio e rispetto.
«Ci siamo trovati davanti a un’opportunità nuova e complessa - ha continuato la dirigente Mauri - Nessuno si è tirato indietro. Abbiamo fatto squadra e ci siamo confrontati: abbiamo imparato moltissimo anche noi da questo percorso».
Il lavoro congiunto tra genitori, docenti curricolari, sostegno, psicologi ed educatori ha creato un ambiente fertile, in cui Federico ha potuto esprimersi, superare difficoltà e sviluppare nuove competenze. E non è stato solo un percorso scolastico, ma anche (e forse soprattutto) umano.
«Abbiamo vissuto il benessere di Federico - ha affermato mamma Cristina - Vederlo ogni giorno andare a scuola sereno, sentirsi parte della classe, partecipare alle gite… per noi è stato il segnale che stavamo andando nella direzione giusta».
L'inclusione
Una delle chiavi del successo è stata proprio la classe. I compagni di Federico non lo hanno mai escluso, anzi: lo hanno accompagnato lungo questi anni con naturalezza e rispetto. Che poi sono alla base di una sana amicizia: «L’inclusione, in questo caso, non è stata una parola - ha spiegato ancora la dirigente scolastica - E’ stata una pratica concreta. Federico ha preso parte a tutte le attività: uscite didattiche, momenti di gruppo e gite. Anche la più impegnativa, quella di quattro giorni a Valencia, è stata per lui un’esperienza piena e positiva».
E, come spesso accade nei contesti inclusivi veri, non è cresciuto solo Federico, ma anche i suoi compagni: «Per tutti noi era una strada nuova - ha sottolineato Mauri - Ma lui ci ha insegnato tantissimo».
Ora che il diploma è stato raggiunto, per Federico si apre una nuova fase. La famiglia sta valutando le prossime tappe: un possibile percorso universitario o opportunità di inserimento lavorativo. Tutte possibilità che, senza quel diploma, non potrebbero nemmeno esistere: «Non sappiamo ancora cosa farà, ma ora sappiamo che potrà scegliere - hanno concluso i genitori - Questo è quello che volevamo per lui: una possibilità vera di costruirsi un futuro».
«Questo percorso non ha cambiato solo lui - ha ricordato la preside - Ha cambiato tutti noi. E ci ricorda che l’inclusione non è un favore, bensì un diritto».