Decisione

Sì dell’Aula allo studentato che cancella il bosco

A opporsi solo Civicamente Monza e Forza Italia. Duro l’affondo del Comitato che aveva raccolto le firme

Sì dell’Aula allo studentato che cancella il bosco
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Il piano per portare uno studentato all’area ex IV Novembre è stato approvato e a nulla è valsa la petizione da oltre 29mila firme per salvare il bosco di Monza.

L'Aula decide l'abbattimento del bosco

Giovedì il Consiglio comunale ha dato il via libera definitivo alla variante al Piano di Governo del Territorio che prevede il taglio di circa 25.000 metri quadrati di bosco urbano nella zona del futuro Polo Istituzionale. Una scelta che ha provocato l’indignazione del Coordinamento di associazioni e comitati cittadini, che da mesi si oppongono alla cementificazione dell’area e che parlano di «scempio ambientale».
La maggioranza di centrosinistra ha votato compatta a favore, mentre l’opposizione si è spaccata: Forza Italia e Civicamente Monza hanno votato contro, mentre gli altri gruppi si sono astenuti. Singolare il comportamento del consigliere Francesco Racioppi (Lab Monza), uscito dall’Aula al momento del voto, forse per segnalare dissenso senza esprimerlo esplicitamente.

Le critiche e la polemica

Anche l’opposizione politica più sensibile ai temi ambientali si è fatta sentire: «Questa maggioranza, che fino a tre anni fa si raccontava come ambientalista, ha gettato l’ultima maschera – attacca Paolo Piffer – e si è svelata per quello che realmente è: una brutta copia della destra. Lo studentato avrebbe potuto trovare una collocazione diversa e l’area si sarebbe potuta tutelare. Vogliono i boschi verticali per ricchi di Boeri ma disboscano quelli orizzontali spontanei voluti dalla natura. È scandaloso come nessuno della maggioranza abbia trovato il coraggio di opporsi, ambientalisti solo in campagna elettorale. Noi abbiamo votato convintamente contro e continueremo a batterci accanto alle 29.070 persone che hanno firmato la petizione». Previsto c’è però il principio di compensazione ambientale da due a cinque volte la superficie disboscata, come richiesto anche dai comitati e come prevede la norma. «Dopo averlo negato a lungo – accusano – l’assessore all’Urbanistica Marco Lamperti ha dovuto ammettere che quello è un bosco a tutti gli effetti e non un gruppo di robinie infestanti, come certificato da esperti forestali. Eppure, nei documenti della Valutazione Ambientale Strategica non se ne fa nemmeno menzione: è stato fatto sparire».
Duro anche Massimiliano Longo (Forza Italia): «Non sono un ecologista talebano, ma il bosco esiste, è spontaneo ed è così che nascono i boschi e non possiamo chiudere gli occhi e far finta di nulla. Comprendiamo la necessità di creare alloggi per gli studenti perché è un problema concreto, ma quella individuata non è l’area adatta. Mi chiedo perché non utilizzare una delle tante aree dismesse come l’ex ospedale vecchio?».

I comitati ins0rgono

A preoccupare, oltre al disboscamento in sé, è anche la gestione politica dell’intera operazione. Secondo i comitati, il sindaco Paolo Pilotto avrebbe stretto accordi urbanistici prima ancora che il Consiglio comunale – organo competente per legge – si esprimesse. «Un possibile eccesso di potere – affermano – che potrebbe configurarsi come illegittimo alla luce della legge 241/90». E c’è di più. A marzo, la Consulta del quartiere Cazzaniga aveva chiesto all’Amministrazione un’assemblea pubblica per discutere il progetto. La risposta è arrivata solo durante il Consiglio del 24 luglio: l’assemblea si farà a settembre, ma ormai a variante approvata. «Una beffa», secondo i cittadini. Il Coordinamento promette battaglia: «Non è che l’inizio. Continueremo a combattere contro questo e altri atti di distruzione del verde pubblico. Questa variante è un chiaro esempio di come l’attuale Amministrazione affronta i temi ambientali e cioè con la distruzione di un ambiente naturale, con l’indifferenza rispetto ai temi della salvaguardia del verde e dell’adattamento alla crisi climatica già in atto e con un evidente non rispetto della partecipazione democratica dei cittadini», hanno chiosato.

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