L'intervista

Lo storico medico appende il camice al chiodo: «Mi mancheranno i rapporti umani con i pazienti»

Dopo 40 anni di onorato servizio, il dottor Fernando Riso raggiunge la pensione

Lo storico medico appende il camice al chiodo: «Mi mancheranno i rapporti umani con i pazienti»
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Dopo 40 anni di onorata carriera, il dottor Fernando Riso appende il camice al chiodo: da venerdì 1 agosto ha raggiunto la meritata pensione.

Lo storico medico appende il camice al chiodo: «Mi mancheranno i rapporti umani con i pazienti»

«Per ora siamo a cavallo, ma tra qualche giorno scendiamo», scherza il dottore che abbiamo raggiunto quanche giorno fa e che in oltre quattro decenni di attività in paese ha scritto un piccolo pezzo di storia. Di origini salentine, classe 1955, il dottor Riso ha proseguito gli studi a Roma, laureandosi in Medicina. Poi il trasferimento in Brianza, dove è arrivato seguendo l’amore prima ancora che il lavoro.

«La mia futura moglie viveva a Monza, così mi sono avvicinato - racconta tornando indietro nel tempo con la memoria - Inizialmente ho lavorato per qualche anno all’Ufficio di Igiene, poi a partire dal maggio del 1985 ho cominciato la carriera qui, a Usmate Velate».

Alternandosi tra l’ambulatorio di via Roma e quello di via Cottolengo, il medico è entrato nelle vite di generazioni di usmatesi, spesso costruendo rapporti di stima e amicizia capaci di superare quelli tra medico e paziente.

«Diventi parte della loro vita, della loro storia - racconta - Per me questo aspetto è sempre stato importante, perché ti permette anche di offrire un occhio più attento ai bisogni delle persone, specialmente di quelle più fragili, che necessitano una maggior tutela. Sia da un punto di vista sanitario, ma anche e soprattutto umano e personale. Spesso qualche anziano, o malato, non può venire qui in ambulatorio. E quindi è l’ambulatorio che va da loro. L’obiettivo del medico è quello di prestare aiuto ha chi ne ha bisogno, magari anche andando al di là di quelle che sono le semplici regole».

E secondo il medico, da questo punto di vista, la professione è cambiata molto in oltre 40 anni di attività:

«Sicuramente ci sono stati tanti cambiamenti e a mio avviso è stata anche “colpa” della tecnologia. Per carità, per certi aspetti ha semplificato tanto il nostro lavoro e lo ha reso più efficiente anche per i pazienti, basti pensare al registro elettronico delle vaccinazioni, ma per altri lo ha peggiorato. Oggi, per esempio, ci sono tante persone che fanno le autodiagnosi con internet. Ma, ancor peggio, ha rovinato il rapporto tra medico e paziente rendendolo più impersonale, meno umano».

Ora, dopo una lunga carriera, per il dottor Riso arriva il tempo del meritato riposo:

«Dovrò trovare il modo di riempire le giornate - scherza - Però sono certo che questo lavoro mi mancherà, proprio per via di quei legami umani che nel tempo si sono creati con tante persone. A tutte loro, e a tutti i miei assistiti, il mio personale ringraziamento per aver reso speciale questa bella e lunga avventura».

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