Dal buio alla rinascita dopo la scoperta di un tumore: a Monza ricostruito il seno con il tessuto dell’addome
La besanese Alessia Zoia, 50 anni, ha potuto beneficiare di una procedura altamente specializzata al «San Gerardo»

Spesso oltre alla battaglia contro un tumore a spaventare sono anche le conseguenze che la malattia lascerà sul proprio corpo. Per questo ha doppiamente valore l’intervento che ha permesso ad Alessia Zoia, besanese di 50 anni, di riavere il proprio seno dopo la mastectomia.
Dal buio alla rinascita dopo la scoperta di un tumore: a Monza ricostruito il seno con il tessuto dell’addome
Non un intervento di «routine», ma una procedura altamente specializzata che pochissimi centri effettuano in Italia, tra cui - fortunatamente - l’ospedale cittadino.
Dopo una diagnosi di cancro alla mammella arrivata a ottobre del 2023, per la brianzola si è aperto un percorso difficile e delicato.
«A novembre del 2023 sono stata operata, poi ho iniziato chemio e radio e finito il percorso sono stata messa in lista per la ricostruzione», racconta. Il problema è che i medici si sono resi conto che la chemio aveva indurito e reso meno elastico i suoi tessuti. «In pratica mettere la protesi sarebbe stato possibile ma avrebbero dovuto sacrificare una parte del muscolo della spalla che mi avrebbe inibito da poter fare alcuni movimenti», spiega. All’ospedale San Gerardo di Monza però c’era la possibilità di un «piano b».
Qui, dopo una mastectomia, ha potuto affrontare un importante intervento di ricostruzione mammaria grazie alla tecnica Diep, una procedura altamente specializzata che pochissimi centri ospedalieri in Italia sono in grado di offrire.
«Quando, al primo incontro con il chirurgo plastico, il dottor Brambilla, mi è stata illustrata la tecnica Diep che utilizza il tessuto autologo prelevato dall’addome, con grasso e vasi sanguigni, per ricostruire il seno non nascondo di essere stata spaventata», racconta Zoia.
«L’intervento sarebbe durato oltre sei ore e, come spiegava il dottore, tutto viene fatto al microscopio, come quando si ripara un orologio».
Il grande vantaggio di questa tecnica, che non prevede l’utilizzo di protesi, è proprio l’impiego di tessuti naturali, in grado di offrire un risultato estetico più armonioso e duraturo.
«Ho deciso di affidarmi. I primi tre giorni dopo l’operazione sono stati difficili: bisogna restare immobili a letto e si ha a che fare con i drenaggi», prosegue la paziente.
«Ma la presenza costante e rassicurante dello staff medico è stata fondamentale. Anche dopo le dimissioni una settimana dopo, i controlli sono stati frequenti e accurati: un’attenzione che ho apprezzato moltissimo».
Il grazie ai dottori
A distanza di alcune settimane (l’intervento è stato fatto il 10 luglio), Alessia sente il bisogno di ringraziare pubblicamente il dottor Brambilla e tutta l’équipe di chirurgia plastica dell’ospedale San Gerardo: «Per la loro professionalità e umanità. Posso dire con serenità di aver fatto la scelta giusta».
E sull’argomento arriva anche a scherzarci su: «Meno male che avevo un po’ di pancetta perché era fondamentale per la riuscita di questa tecnica che è molto in voga nei paesi nordici».
Ovviamente questa estate Alessia non potrà ancora esporsi al sole, ma dalla prossima potrà tornare tranquillamente in costume. «Le cicatrici devono guarire, ma non sono particolarmente evidenti e tra dieci mesi potrò tornare al mare - ha chiosato - Volevo far sapere a tutti che esiste questa possibilità».