Mistero

Trovato morto in un prato, il mistero della fede e delle chiavi sparite

Sono tanti i punti da chiarire sulla morte di Pasquale Zingaro, 70 anni, trovato senza vita dopo tre giorni di ricerche in un’area verde. Non aveva più la fede da cui non si separava mai

Trovato morto in un prato, il mistero della fede e delle chiavi sparite

La fede, che non toglieva mai, e le chiavi di casa sparite, le scarpe a circa un metro e mezzo di distanza dal corpo, i pantaloni leggermente abbassati, come se fosse stato trascinato. Secondo Alessandro Zingaro, pasticciere di Camnago, sono tanti i punti da chiarire sulla morte del padre Pasquale, 70 anni, trovato senza vita dopo tre giorni di ricerche in un’area verde piuttosto defilata di Figino Serenza, nella zona di via Mazzini, a circa 800 metri dalla sua abitazione in via Roma, davanti alla posta.

La tragedia

Il pensionato, conosciuto anche a Lentate sul Seveso, vedovo da quattro anni, aveva fatto perdere le tracce giovedì 31 luglio, giorno a cui risale l’ultimo avvistamento, e dopo tre giorni di incessanti ricerche, con tanto di elicottero e unità cinofile, era stato ritrovato senza vita nei pressi di un prato. L’autopsia ha stabilito che è morto per cause naturali, per emorragia cerebrale spontanea. Ma il figlio nutre parecchi dubbi sulla dinamica dell’episodio, è convinto che ci siano molti aspetti su cui fare luce, e per questo a settembre, tramite il suo legale, farà richiesta di accesso agli atti in Procura.


«Non voglio accusare nessuno – premette – Ma solo fare chiarezza su quello che è successo a mio padre. Il punto del ritrovamento, in un’area imboscata, e altri aspetti non mi convincono». Pasquale Zingaro aveva difficoltà a camminare, dopo un centinaio di metri doveva fermarsi: «Come ha fatto a raggiungere quel punto senza che nessuno si sia accorto che era in difficoltà?».

Quando Alessandro e il fratello, la sera del 31 luglio, sono entrati nell’appartamento del papà hanno trovato tutto in ordine, il portafogli, il cellulare, i post-it che il 70enne utilizzava per non scordarsi le cose, le buste con le bollette da pagare.

«Giovedì mattina doveva sottoporsi a un esame, un ecodoppler, che però non ha fatto. Abbiamo notato del sangue a terra, ma non c’erano segni di colluttazione, quindi escludiamo che possa essere stato aggredito in casa – spiega – Probabilmente è stato male, magari ha battuto la testa e invece di chiedere aiuto, disorientato, è uscito senza portare nulla con sé, tranne le chiavi, che ha utilizzato per chiudere l’appartamento. Poi si deve essere incamminato senza una meta precisa».

Il testimone

L’ultimo ad averlo incontrato, un figinese di mezza età che sostiene di averlo visto alle 13.45 del 31 luglio mentre passava nei pressi del Municipio di Figino, è la stessa persona che poi ha scoperto il corpo, domenica 3 agosto intorno alle 15.

Che cosa sia successo in quei giorni è difficile da ricostruire:

«Purtroppo non siamo ancora riusciti a visionare i filmati delle telecamere che potrebbero averlo inquadrato – prosegue Zingaro – Temiamo che qualcuno che lo ha visto in difficoltà se ne sia approfittato oppure che, trovandolo già morto, si sia impossessato della fede nuziale». Uno dei misteri riguarda proprio la sparizione dell’anello e delle chiavi di casa. «Magari qualche balordo, vedendolo a terra, ha cercato il portafogli e non trovandolo ha preso l’unica cosa preziosa che indossava, la fede – aggiunge il figlio – E’ molto strano, poi, che le scarpe fossero a circa un metro e mezzo di distanza dal punto del ritrovamento. E i pantaloni erano leggermente abbassati, come se qualcuno lo avesse trascinato prendendolo sotto le ascelle, per nascondere il corpo».

Al momento sono solo ipotesi, ma la famiglia Zingaro vuole andare a fondo e togliersi ogni dubbio:

«A settembre chiederemo di fare l’accesso agli atti, vogliamo capire con precisione cosa è emerso dall’autopsia perché al momento ci è stato solo detto che la causa della morte è un’emorragia cerebrale. Un altro fatto assurdo è che non è stata fissata la data precisa della morte, ma è stato indicato il lasso di tempo tra il 31 luglio e il 3 agosto».

I figli hanno anche dovuto aspettare a organizzare i funerali «perché non arrivava il certificato di morte. E quindi, visto anche le alte temperature, abbiamo dovuto tenerlo per diversi giorni in cella frigorifera. Avremmo voluto cremarlo, ma dato che la situazione non ci è del tutto chiara abbiamo deciso di tumulare la salma, nel caso in cui dovesse essere riesumata». Un altro timore dei famigliari è che nelle ultime settimane l’anziano sia stato vittima di un raggiro e che quindi quel giovedì sia uscito da casa per incontrare qualcuno: «Sul conto non risultano movimenti strani o bonifici, ma solo dei prelievi. Però non possiamo sapere a cosa gli servissero quei soldi».

Conclude:

«Le stiamo pensando tutte e stiamo percorrendo diverse strade. Vogliamo andare a fondo e che venga fatta davvero chiarezza su come è morto nostro padre».