Overdose

Abbandonata morta nei boschi, a processo il pizzaiolo di Carate Brianza

Giuseppe Bernardini, 45 anni, ha scelto il rito abbreviato, deve rispondere di spaccio di droga, morte in conseguenza di altro reato e occultamento di cadavere. Karine Cogliati fu ritrovata senza vita lo scorso febbraio uccisa da un'overdose.

Abbandonata morta nei boschi, a processo il pizzaiolo di Carate Brianza

Sceglie il rito abbreviato Giuseppe Bernardini, 45 anni, pizzaiolo incensurato di Carate Brianza, attualmente agli arresti domiciliari.

L’uomo è imputato di spaccio di sostanze stupefacenti, morte in conseguenza di altro reato e occultamento di cadavere in relazione al decesso della 26enne italo-brasiliana Karine Cogliati, la giovane originaria di Cesano Maderno ritrovata morta lo scorso febbraio nei boschi vicino al Lambro, rannicchiata dentro una felpa dentro la quale era stata legata, come in un sacco di cui si era servito per trasportarla e abbandonarla.

La scelta del rito che concede per legge lo sconto di un terzo della pena avviene dopo la richiesta di giudizio immediato formulata nei suoi confronti dal pubblico ministero monzese Flaminio Forieri, titolare dell’indagine nei confronti del ristoratore brianzolo, chiamato a presentarsi a gennaio davanti alla giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza.

luogo morte karine cogliati
La zona boschiva a Realdino dove venne ritrovato il cadavere di Karine Cogliati.

La notte in motel, la droga e l’occultamento di cadavere

Ad abbandonare il corpo di Karine Cogliati, dopo una serata trascorsa con la stessa ad assumere droga in un Motel di Lissone, era stato lo stesso Bernardini, che per questa vicenda era già stato identificato e denunciato a piede libero per il reato di occultamento di cadavere, pochi giorni dopo il fatto, per essere poi messo ai domiciliari quando le perizie hanno chiarito che a uccidere la giovane era stata una overdose di cocaina che gli avrebbe fornito l’imputato.

Quest’ultimo, stando a quanto emerso, avrebbe gestito un giro di spaccio di cocaina a un gruppo di tossicodipendenti della zona di Carate Brianza, ai quali offriva anche lavoro saltuario come addetti per le consegne per il suo locale. Karine Cogliati era una di loro. Quella sera, dopo il turno, invece di andarsene via con il fidanzato, era rimasta con il titolare, spinta dal desiderio di drogarsi. Insieme nella stanza del motel avrebbero assunto alcol e cocaina, fino al malore che le era stato fatale, verificatosi a circa mezzanotte, tra il 14 e il 15 febbraio.

Il corpo rinvenuto da un pescatore nei boschi di Carate Brianza

Trascorsa la notte nella stessa stanza in cui giaceva la giovane priva di vita, Bernardini, al mattino, aveva trasportato il corpo della 26enne (raggomitolato appunto, e legato con le maniche di una felpa per rendere più facile il trasporto) fino a Carate, dove era stato lasciato nella vegetazione e dove era rimasto fino alla scoperta effettuata il 16, da uno sportivo di passaggio.

Dopo il fatto il 45enne pizzaiolo si era messo al volante fino a raggiungere la Slovenia. Appena rientrato oltre confine, i Carabinieri lo avevano localizzato e bloccato a Trieste.