Venti vie, venti nomi, venti volti che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia di Seveso. E’ da questo presupposto che nasce il volume «Seveso: nelle strade la nostra storia», realizzato dall’Associazione Don Mezzera con il contributo del Comune, per restituire memoria e identità a quei personaggi locali cui sono intitolate le strade cittadine, spesso oggi ridotti a semplici targhe dimenticate.
Venti strade di Seveso e venti biografie di illustri sevesini immortalate in un libro
Il libro è stato presentato ufficialmente lunedì 1 settembre nella biblioteca comunale, alla presenza dello scrittore Pietro Caglio, autore del volume, e di Sergio Riva, rappresentante dell’associazione. Un incontro partecipato e sentito, che ha rappresentato un vero e proprio viaggio nella memoria collettiva sevesina.
«Per esempio, via Attilio Confalonieri un tempo si chiamava via Milano – ha spiegato Caglio durante la presentazione – Abbiamo cercato di restituire un volto e un’anima a queste vie, che ogni giorno attraversiamo quasi senza pensarci».
Tra i personaggi raccontati nel volume troviamo nomi di spicco come Gaetano Marziali, il cardinal Carlo Confalonieri, Federico Zeuner, Bartolomeo Arese e, naturalmente, don Giuseppe Mezzera, figura ispiratrice dell’associazione stessa. Proprio a lui è stata dedicata una lettura speciale durante la serata, che ne ha ripercorso la vita straordinaria: nato a Bellano nel 1825, partecipò giovanissimo alle Cinque Giornate di Milano del 1848, tanto da ricevere una decorazione ufficiale. Arrivò a Seveso nel 1867, dove rimase fino alla morte come prevosto, impegnandosi nella ristrutturazione della chiesa e del campanile, sostenuto dalle offerte della popolazione. Difese anche con coraggio le tesi di don Antonio Rosmini, finendo per essere contestato e infine assolto, rimanendo sempre fedele alla Chiesa.
La sindaca Alessia Borroni, che ha firmato la prefazione del libro, ha sottolineato l’importanza del progetto anche a livello personale: «Le vie che percorriamo tutti i giorni nascondono storie spesso dimenticate. Questo libro ce le restituisce. Da sevesina, leggendo queste pagine mi sembra di tornare a quando mia nonna mi raccontava le storie della nostra città. Chi vive qui da sempre, chi si è trasferito da poco, e anche chi pensa di venirci ad abitare, dovrebbe leggere questo volume: è un ponte tra passato e presente».
Tra i venti ritratti, la sindaca si è soffermata su una figura in particolare: Generoso Galimberti, fondatore della scuola e dell’asilo sevesino.
«Conoscere la sua storia permette di vedere luoghi che frequentiamo ogni giorno con occhi diversi – ha detto Borroni – Aggiungiamo anima ai muri, significato ai nomi».
Il progetto editoriale ha richiesto circa dieci mesi di lavoro, con una forte sinergia tra istituzioni, privati e volontari.
«Devo ringraziare molte persone, a partire da Pietro Caglio per la sua passione e competenza – ha spiegato Sergio Riva – Poi l’Amministrazione comunale e l’Impresa Ronzoni per il supporto concreto, Massimiliano Fratter e l’assessore alla Cultura Michele Zuliani, che hanno creduto da subito nell’iniziativa, e infine Federico Robbe e Antonio Villani per la parte editoriale».
Il libro è ora disponibile su richiesta contattando direttamente l’associazione.
«In ognuno di questi venti nomi c’è un pezzo della nostra storia – ha concluso Riva – Alcuni hanno inciso in modo profondo, altri hanno contribuito con gesti più semplici, ma tutti hanno lasciato qualcosa che vale la pena ricordare».
Curiosità: la strada intitolata al Giani «sbagliato»
Fra i venti sevesini che hanno una via a loro dedicata e le cui biografie sono state raccolte nel libro «Seveso: nelle strade la nostra storia», c’è un’eccezione, sia pure particolarissima. In centro c’è infatti vicolo Felice Giani, dedicato al pittore neoclassico vissuto a cavallo fra ‘700 e ‘800. Peccato che il Giani sevesino sia un altro: Giuseppe Giani.
«Di lui in realtà non sappiamo molto – ha spiegato l’autore del volume, Pietro Caglio, alla presentazione del libro – Era un farmacista di Como che possedeva delle terre a Seveso e una casa proprio in quella zona all’angolo con via Cavour. E’ stato uno dei rappresentanti del Comune in epoca asburgica».
Durante il periodo del Regno lombardo-veneto, Seveso aveva infatti tre personaggi che rappresentavano il Comune nelle sedi ufficiali. Ma la storia di Giani non si esaurisce qui.
«Quando la Lombardia venne annessa al Regno di Sardegna, nel 1860 ci furono le prime elezioni per il Consiglio comunale e Giuseppe Giani non solo venne eletto, ma fu anche il secondo candidato più votato. Si vede che era molto apprezzato e che passava dei lunghi periodi qui».
L’errore è stato fatto probabilmente a fine anni ‘80, quando si era persa la memoria di chi fosse quel Giani e si dovette esplicitare a chi era intitolata la via, per cui si scelse il personaggio più famoso con quel nome. Ora l’idea che è stata proposta all’Amministrazione comunale è di onorare Giuseppe Giani e indicarne il nome sul cartello stradale che al momento porta solo il suo cognome.
(in copertina da sinistra: Sergio Riva, lo scrittore Pietro Caglio, la sindaca Alessia Borroni e l’assessore Michele Zuliani)