Attesa ai primi di novembre la decisione della gup Silvia Pansini al processo sulle presunte corruzioni urbanistiche degli anni passati a Usmate Velate.
Caso “Verde Manara”: ascoltati i consulenti della Procura
Questa mattina, lunedì, il magistrato ha voluto risentire il consulente della Procura, a chiarimento su alcune questioni tecniche. Le domande, secondo quanto emerso, avrebbero riguardato soprattutto la vicende del cantiere “Verde Manara”, l’intervento edilizio dell’omonima via bloccato dal sequestro del luglio 2024 e dal rischio confisca, in forza della contestazione di lottizzazione abusiva presentata dalla procura. A questo proposito, tra l’altro, dalla difesa della società costruttrice “Sgr” (di cui è socio uno degli imputati, il costruttore di Vimercate, Alberto Riva) è stata depositata una relazione tecnica datata 13 marzo 2025, che certifica la regolarità dell’intervento, almeno dal punto di vista dell’Amministrazione comunale che comunque, in questo processo, si è costituita parte civile.
Attesa per le prime sentenze
In autunno, comunque, il tribunale dovrebbe pronunciarsi sulle varie posizioni degli imputati. Nei confronti di Antonio Colombo, l’ex funzionario dell’Ufficio ambiente e territorio al centro del processo, che ha scelto il rito abbreviato con altri tre imputati, il pubblico ministero Carlo Cinque ha chiesto nel corso del procedimento la condanna a 8 anni di reclusione. Rispettivamente 4 anni e mezzo, 2 anni e 9 mesi, e 1 anno e mezzo di reclusione sono stati chiesti invece per gli imprenditori Galdino Magni, Antonella Cantù e Donato Magni. Diversa la scelta processuale da altri imputati coinvolti, a partire dal costruttore Riva, che ha scelto di discutere l’udienza preliminare e per il quale potrebbe appunto essere pronunciato il rinvio a giudizio in autunno.
Le accuse al costruttore
Riva, dicevamo, è proprio il costruttore al centro della vicenda “Verde Manara”, il residence in costruzione bloccato dall’inchiesta per l’ipotesi di lottizzazione abusiva, attorno al quale molte famiglie si sono indebitate, in attesa di entrare nelle loro nuove abitazioni. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Riva ha acquistato il fondo da Galdino Magni (altro immobiliarista coinvolto nell’indagine) per 660mila euro. Ha abbattuto la villa esistente e lì ha costruito tre palazzine (quasi ultimate) per un totale di 24 appartamenti. Ma, per la procura, su quell’area Riva non avrebbe potuto imporre tutte quelle volumetrie. Ci sarebbe riuscito grazie all’intervento di Colombo, il funzionario pubblico, dietro la promessa di un compenso di 20mila euro. A questo proposito, i finanzieri, all’epoca delle indagini, avevano trovato un appunto di carta. Una sorta di contabilità non ufficiale, dove si riporta la voce “Ant. 20Mila”. E’ su quelle tre lettere («Ant.») che si erano concentrati gli investigatori, perché non avrebbero significato “anticipo”, ma “Antonio”, il nome di Colombo. Anche contro l’ex funzionario, l’Amministrazione comunale si è appunto costituita parte civile.