A distanza di sei giorni dal Brianza Pride, organizzato ad Arcore lo scorso sabato 27 settembre, e soprattutto da quel “sindaco ci vediamo in tribunale” gridato a squarciagola dal palco di Piazza Pertini da Oscar Innaurato, leader di Boa (che aveva ammesso di aver querelato sindaco e Giunta a seguito del patrocinio al Pride 2023 prima concesso e poi negato e del successivo comunicato stampa emanato dall’Esecutivo), è arrivata in queste ore la presa di posizione del primo cittadino Maurizio Bono attraverso un lungo comunicato stampa.
Il grazie del sindaco alle forze dell’ordine
“Desidero anzitutto ringraziare tutte le Forze dell’Ordine e, in particolare, la Polizia Locale, i volontari della Protezione Civile e l’Associazione Arma in Congedo di Arcore – ha sottolineato Bono – Con la loro presenza e il loro impegno hanno garantito che la manifestazione si svolgesse in modo ordinato e sicuro. In questi giorni si è diffusa l’idea che il Comune non avrebbe autorizzato il Pride. È necessario chiarire che il Consiglio Comunale, nella seduta del 21 luglio scorso ha deliberato di non concedere il patrocinio all’evento. Ciò non equivale, però, a vietarne lo svolgimento: il diritto di manifestare è garantito dalla Costituzione e le procedure autorizzative spettano in via esclusiva alla Questura”.
“Con Frocia Italie e Via Frocis persa una grande occasione”
In un successivo passaggio del comunicato stampa il primo cittadino non ha risparmiato frecciate all’indirizzo di Boa, soprattutto per le polemiche nate a seguito della maglietta “Frocia Italia” e della decisione di organizzare la “Via Frocis”.
“Non posso tuttavia nascondere il rammarico mio, di altri sindaci che pure hanno concesso il patrocinio e di numerosi cittadini che mi hanno scritto, per alcune scelte comunicative adottate dagli organizzatori, in particolare le iniziative denominate “Frocia Italia” e “Via Frocis”. Molti le hanno percepite come profondamente offensive. Si è persa, così, un’occasione: la manifestazione avrebbe potuto esprimere con ancora maggiore forza il proprio significato se avesse evitato modalità che hanno ferito la sensibilità di tanti – ha continuato Bono –
Il Pride, per sua natura, porta con sé rivendicazione e anche provocazione. È legittimo che scuota le coscienze e solleciti il dibattito, ma ciò non deve mai tradursi in mancanza di rispetto. Una comunità cresce quando riesce a coniugare libertà e sensibilità diverse, senza scivolare nella contrapposizione. Come Sindaco, ritengo che il nostro compito sia difendere i diritti e la dignità di ciascuno, garantendo il rispetto reciproco e favorendo la coesione sociale. La difesa
dei diritti non è mai contro qualcuno, ma sempre a beneficio di tutti. Siamo convinti che i diritti e la dignità delle persone si tutelino solo con serietà, coerenza e rispetto”.
“Chi si sente discriminato arriva ad assumere atteggiamenti discriminatori”
“Stiamo purtroppo arrivando al paradosso che, su molti temi – compresi quelli portati avanti dalla comunità LGBTQ+ – chi manifesta finisca talvolta per adottare modi, parole, gesti e comportamenti identici a quelli di cui lamenta di essere vittima – ha terminato Bono – Accade così che chi si sente discriminato arrivi a sua volta ad assumere atteggiamenti discriminatori verso chi non la pensa come lui. È bene ricordare, proprio perché la manifestazione si intitolava “Di sana e robusta Costituzione”, che la Costituzione non è mai un’arma da usare contro qualcuno, ma il fondamento che garantisce dignità, libertà e rispetto per tutti”.