Tecnicamente la Pedemontana non toccherà il territorio monzese (più impattante invece sarà per la Brianza), ma passerà da Monza domani, sabato 4 ottobre 2025 la manifestazione di protesta organizzata da comitati, associazioni, liste civiche e forze politiche decise a dire no alla Pedemontana così come oggi è stata progettata.
Domani, sabato, la mobilitazione
Una mobilitazione che raccoglie voci diverse, unite dalla convinzione che l’opera, nata oltre trent’anni fa, rischia di trasformarsi in un fallimento economico e ambientale.
L’appuntamento è alle 15, davanti alla stazione di Monza, nei giardini del piazzale in via Enrico Arosio. A promuovere la manifestazione sono numerosi comitati civici, associazioni del territorio e gruppi ambientalisti, fra cui «Ferma Ecomostro D-Breve», «Comitato per la Difesa del Territorio», «Suolo Libero», «No Pedemontana» e molti altri. La manifestazione si annuncia ampia e trasversale, con il coinvolgimento di cittadini e realtà associative che da tempo denunciano i costi esorbitanti e l’impatto sugli abitanti e sui territori attraversati. Sono 15 comuni al fianco di oltre 150 tra comitati e associazioni per l’iniziativa, da Monza e dall’intera Brianza: dai comitati di quartiere Sant’Albino e San Fruttuoso fino a Fiab Monza in bici, dal Comitato per il Parco Cederna al Presidio ex Macello, da Legambiente a Fridays for Future, passando per realtà come Greenpeace, Wwf, Lav e Libera. A sostenere la mobilitazione ci sono anche associazioni culturali e sociali come Arci Scuotivento, Anpi, Desbri, cooperative e gruppi studenteschi. A fianco dei comitati ambientalisti ci saranno poi rappresentanze politiche e istituzionali: hanno già annunciato l’adesione Partito Democratico, Sinistra Italiana, Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle, liste civiche di diversi comuni brianzoli e movimenti come Patto Civico Lombardia.
Aderisce anche il sindaco di Monza
Domani anche l’Amministrazione Comunale di Monza sarà presente alla manifestazione con la partecipazione di alcuni assessori. Così la Giunta Pilotto: «Alcune delle preoccupazioni espresse dai manifestanti in materia di mobilità e ambiente sono condivise anche dall’Amministrazione Comunale, che in questi anni ha mantenuto interlocuzioni dirette con i vertici di Società Pedemontana, anche per valutare le conseguenze sullo stesso capoluogo delle scelte di mobilità che potranno adottare i tanti pendolari del territorio, quando l’autostrada entrerà in funzione».
«Oltre ad alcuni timori di rilievo riguardanti l’ambiente, in particolar modo per la tratta ‘D breve’, i dati relativi alle altre grandi infrastrutture quali Brebemi e Tangenziale Est Esterna indicano che dove le politiche tariffarie in vigore scoraggiano di fatto il traffico pendolare, spesso questo finisce per riversarsi nel reticolo delle strade adiacenti: è opportuno lavorare insieme fin d’ora perchè questi scenari non si ripetano anche in Brianza», spiega il sindaco Paolo Pilotto.
Le perplessità in materia di ambiente e mobilità hanno motivato il Comune di Monza ad inviare a febbraio 2025 alcuni suggerimenti alla Provincia Mb in merito alla variante in corso al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Ptcp.
Le motivazioni del no
Le ragioni del «no» sono riassunte nello slogan della mobilitazione, «Fermare Pedemontana. Riprogettiamo insieme una nuova Brianza». Gli organizzatori sottolineano che l’autostrada, con un costo complessivo stimato in oltre 5 miliardi di euro, rischia di tradursi in un «immotivato sperpero di risorse pubbliche».
I pedaggi previsti arriverebbero fino a 20 euro al giorno da Lentate ad Agrate, cinque euro solo per spostarsi da Cesano Maderno a Vimercate. Una spesa enorme per le tasche degli utenti, a fronte di un’opera che secondo i promotori della protesta «non risolverebbe i problemi di mobilità della Provincia, ma distruggerebbe l’ultimo corridoio verde del territorio, cancellando ecosistemi preziosi in un’area già densamente urbanizzata». Le preoccupazioni riguardano in particolare la perdita di un milione di metri quadrati di verde nel Parco GruBria, il rischio di compromettere aree di pregio tra Lesmo, Camparada, Arcore e Usmate, la cancellazione dei boschi nei Colli Briantei e il taglio del Parco Agricolo Nord Est, la principale risorsa naturalistica del Vimercatese.
Le aree critiche
Nel mirino c’è anche la Tratta D-Breve, nel Vimercatese, e i cantieri già aperti delle tratte B2 e C da Lentate a Vimercate, passando per Desio e Lissone: lavori che secondo i promotori stanno già causando danni ambientali e consumo di suolo. Non mancano i paragoni con altri casi giudicati fallimentari, come BreBeMi e Teem, o con lo stesso tratto già esistente della Pedemontana.
La manifestazione non si limita a un «no», ma mette in campo anche proposte alternative. «Con le stesse risorse utilizzate per Pedemontana, la nostra Provincia potrebbe dotarsi del prolungamento della metropolitana M5 fino a Monza; realizzare il prolungamento della M2 da Cologno a Vimercate; investire sulla tratta ferroviaria Carnate-Seregno; potenziare la Milano-Meda nell’ovest Brianza; potenziare la Tangenziale Est nel Vimercatese. Interventi che – sostengono i promotori – migliorerebbero davvero la mobilità e la qualità della vita, con un costo inferiore e senza infliggere danni irreparabili all’ambiente». Accanto ai comitati, anche Azione ha annunciato la propria adesione con proposte per rivedere le tratte, contenere i costi e puntare su interventi meno invasivi.