Nella rinascita del Ruanda una parte ce l’ha avuta anche una realtà di Limbiate: l’associazione Variopinto, che proprio trent’anni fa ha iniziato ad operare nella piccola nazione e oggi conta una miriade di progetti attivi e completati.
Trent’anni di Variopinto con il Ruanda nel cuore
«Nel gennaio del 1995 volli andare a visitare il Paese – racconta il presidente e fondatore Paolo Sormani – ci restai quindici giorni ma ne bastava uno per capire che c’era molto da fare: il genocidio era formalmente terminato da qualche mese, ma c’erano i cadaveri ancora da seppellire. Le persone avevano paura ma anche voglia di ricominciare, così quando sono tornato a casa ho iniziato a coinvolgere alcuni miei amici perché non si poteva far finta di nulla. Formalmente l’associazione è stata costituita qualche anno dopo, ma già dal 1995 iniziarono ad arrivare in Ruanda i primi aiuti per pagare le scuole dei bambini, molti dei quali erano rimasti orfani nel genocidio».
“Da subito siamo diventati un punto di riferimento”
In una terra grande circa come la Lombardia, l’associazione da subito si è affezionata alla parte meridionale del Paese, la diocesi di Butare, al confine con il Burundi:
«Non erano molte le realtà che operavano – continua Sormani – E da subito siamo diventati un punto di riferimento. Il vescovo è venuto spesso da noi, ma il Paese che abbiamo trovato era profondamente segnato nell’anima e negli affetti. Noi di Variopinto siamo stati una goccia».
Nel 1998 la prima di quindici scuole costruite, a cui si sono aggiunti un centro per disabili e una cooperativa che crea lavoro sul posto. Un progetto in particolare è rimasto nel cuore:
«Per tutta la fatica che ci è voluta per costruirlo, il più importante è stato questo istituto secondario a Tumba che offre tre diplomi e l’accesso all’università. Ospita 700 studenti ed è stata la prima del Paese senza internato: è gratuita e permette ai giovani di stare con le famiglie» aggiunge il presidente.
Il Ruanda è oggi uno Stato che ce l’ha fatta, che si è ripreso da una catastrofe e che per molti aspetti è benestante, anche se non mancano le cose da fare:
«La capitale Kigali sembra Milano, la società è molto giovane, anche per colpa del genocidio, ed è un mondo che guarda al futuro – continua il presidente – Con le sue contraddizioni è un Paese che si muove: c’è una parte della popolazione che sta bene, ormai come noi, ma c’è ancora tanta povertà e non tutte le ferite dei massacri si sono rimarginate. Noi umilmente gestiamo alcune scuole o integriamo il numero di maestri, specialmente alla materna, poi aiutiamo le ragazze finite in strada e le famiglie disgregate. Facciamo studiare i giovani e così creiamo lavoro».
Attività anche in Italia
Naturalmente non mancano le attività in Italia: «Facciamo informazione nelle scuole e siamo riusciti ad avere degli studenti ruandesi a Limbiate, che è gemellata con Huje».
E ormai dopo trent’anni i legami stretti sono molto forti: «Non abbiamo mai avuto problemi con le istituzioni, che sono sempre state disponibili. Noi non ci sentiamo santi o eroi, abbiamo accompagnato qualcuno seguendo il nostro motto: “La strada che percorri è più importante della casa a cui vuoi arrivare” ed è stato molto bello vedere i bambini di 30 anni fa tornare con i loro figli o entrare come maestri o responsabili di struttura».
Un traguardo importante
Questo anniversario per Variopinto è sì un traguardo per aver svolto una parte nella rinascita di un popolo, ma anche una nuova motivazione per andare avanti:
«Voglio ringraziare tutti i donatori e tutte le persone che ci hanno sostenuto in questi anni: a breve partiremo con un nuovo progetto per un refettorio e due case famiglia. La mia speranza è che ci siano sempre persone che vogliano portare avanti quanto fatto finora» conclude Paolo Sormani.
