E’ partita in questi minuti la maxi mobilitazione per dire “no” alla Pedemontana. Centinaia le persone che nel primo pomeriggio di oggi, sabato 4 ottobre, si sono riunite davanti alla stazione di Monza. Il corteo percorrerà il centro della città: da corso Milano a piazza Trento e Trieste per tornare poi al punto di partenza dove sono attesi gli interventi di attivisti e politici.
In centinaia in marcia
Striscioni, cartelloni, cori: tutti uniti uniti dalla convinzione che l’opera, nata oltre trent’anni fa, rischia di trasformarsi in un fallimento economico e ambientale. A guidare il corteo, i promotori della manifestazione, quindi «Ferma Ecomostro D-Breve», «Comitato per la Difesa del Territorio», «Suolo Libero», «No Pedemontana». Con loro oltre 150 tra comitati e associazioni provenienti da Monza e dall’intera Brianza. Oltre ai rappresentanti delle 17 Amministrazioni comunali che hanno accordato il patrocinio. Quasi tutte del Vimercatese: Agrate Brianza, Bellusco, Bernareggio, Burago di Molgora, Busnago, Cambiago, Carnate, Cavenago Brianza, Cornate d’Adda, Lesmo, Ornago, Ronco Briantino, Sulbiate, Usmate Velate, Triuggio e Vimercate. Una lunga lista a cui si è aggiunta negli ultimi giorni anche l’Esecutivo monzese del sindaco Paolo Pilotto, presente alla manifestazione con l’assessore Carlo Abbà.
Le motivazioni del no
Le ragioni del «no» sono riassunte nello slogan della mobilitazione, «Fermare Pedemontana. Riprogettiamo insieme una nuova Brianza». Gli organizzatori sottolineano che l’autostrada, con un costo complessivo stimato in oltre 5 miliardi di euro, rischia di tradursi in un «immotivato sperpero di risorse pubbliche».
I pedaggi previsti arriverebbero fino a 20 euro al giorno da Lentate ad Agrate, cinque euro solo per spostarsi da Cesano Maderno a Vimercate. Una spesa enorme per le tasche degli utenti, a fronte di un’opera che secondo i promotori della protesta «non risolverebbe i problemi di mobilità della Provincia, ma distruggerebbe l’ultimo corridoio verde del territorio, cancellando ecosistemi preziosi in un’area già densamente urbanizzata». Le preoccupazioni riguardano in particolare la perdita di un milione di metri quadrati di verde nel Parco GruBria, il rischio di compromettere aree di pregio tra Lesmo, Camparada, Arcore e Usmate, la cancellazione dei boschi nei Colli Briantei e il taglio del Parco Agricolo Nord Est, la principale risorsa naturalistica del Vimercatese.
Non mancano inoltre nel corteo anche tante bandiere della Palestina, in solidarietà al popolo palestinese per la guerra in corso nella Striscia di Gaza.
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