La raccolta fondi

Per Michaela una speranza in Spagna

La mamma ha aperto una raccolta fondi per finanziare un protocollo di cure all’estero: 50mila euro

Per Michaela una speranza in Spagna

L’amore incommensurabile di una mamma per la figlia Michaela, una «montagna» da scalare per vedere una luce di speranza. Lucia Monteleone di arrendersi non ne vuole proprio sapere. E ora per la famiglia di Limbiate c’è una piccola grande nuova speranza legata a un protocollo di cure praticato in Spagna (a Santiago de Compostela) e che in Italia non è consentito. Un percorso di riabilitazione e fisioterapia propedeutico a un ulteriore percorso di cure attraverso un trapianto di cellule staminali a Belgrado.

Per Michaela una speranza in Spagna

Tra il dire e il fare c’è però in mezzo una somma non indifferente di denaro necessaria alle terapie e all’assistenza di medici, infermieri e assistenti sanitari. Calcolatrice alla mano, circa 50mila euro. Una somma tale che ha portato la coraggiosa e instancabile mamma a lanciare una raccolta fondi attraverso la piattaforma Gofundme.

La raccolta fondi

Un’iniziativa che finora ha permesso di raccogliere poco più di diemila euro, dunque la strada, proprio come quella del cammino di Santiago, è ancora lunga.

«C’è questa nuova possibilità che ci ha riacceso la speranza – racconta incredibilmente piena di fiducia ed energia Lucia – Abbiamo dei riscontri molti positivi di persone che in situazioni simili a mia figlia sono state curate alla clinica Foltra del dottor Jesus Devesa – In particolare, anche sul web ci sono le testimonianze di un giovane che ha vissuto lo stesso dramma di Michaela e sta avendo risultati sorprendenti. Si tratta di una cura attraverso l’ormone della crescita, in Italia prevista solo per il nanismo. Questa terapia verrà accompagnata anche da una fisioterapia mirata per recuperare anche il discorso dell’alimentazione. Ci hanno un prospettato un percorso dai 3 ai 6 mesi, poi un altro viaggio ma in Serbia. Se riusciamo a iniziare entro pochi mesi, il dottor Devesa ci ha detto che abbiamo ancora speranze. Non voglio passare per ingenua, so che Michaela non tornerà quella che era, ma almeno vorrei darle una qualità di vita un po’ migliore. Già una volta ci siamo illusi, qualche anno fa in una clinica a Innsbruck. Abbiamo perso tempo, soldi e mia figlia ha persino rischiato di morire. Ora però sembra davvero tutto diverso».

La storia di Machaela

Tutto è iniziato il 23 settembre del 2019: Michaela Binato, allora 26enne, ebbe un malore mentre era in macchina con il padre. Un fortissimo mal di testa, gli accertamenti, la diagnosi: aneurisma cerebrale. Poi una delicatissima e lunga operazione al Niguarda di Milano fino al coma vegetativo. Da quel giorno la vita di Michaela e dei suoi familiari è stata stravolta.

«Non abbiamo tanto tempo, sarebbe bello riuscire a raggiungere la somma necessaria per Natale – ha concluso Lucia – Leggo di gente che lancia raccolte fondi per saldare debiti, qui c’è da salvare una vita di una giovane».

Per aiutare Michaela basta andare sulla piattaforma GoFundMe e digitare «Aiutiamo Miky ad arrivare in Spagna per le cure».

(in copertina Michaela Binato)