«Rispettate le procedure nel pieno rispetto delle famiglie». Il Comune di Monza interviene sul caso esumazioni e respinge le accuse di scarsa attenzione verso i familiari, assicurando di aver seguito le procedure previste dalla normativa e di aver agito «nel rispetto dovuto ai defunti e alle loro famiglie».
La replica del Comune
A ricostruire i fatti è stato l’assessore ai Lavori pubblici Marco Lamperti: «Prima dell’adozione dell’ordinanza, gli uffici hanno svolto approfondite verifiche anagrafiche sui familiari dei defunti tumulati nella sepoltura, che hanno portato all’individuazione di una sola parente affine, figlia di un cognato della defunta. Raggiunta attraverso i canali informativi previsti, la stessa aveva fornito il proprio assenso all’intervento, consentendo all’Amministrazione di procedere nel rispetto delle forme e della normativa vigente».
Lamperti ha poi precisato che non è stato possibile ricostruire completamente la discendenza dei consanguinei: «I genitori della defunta si erano temporaneamente trasferiti nel Comune di Lissone, il quale ha comunicato la distruzione degli archivi anagrafici anteriori al 1941 a seguito dell’incendio verificatosi in quell’anno, circostanza che ha reso impossibile reperire ulteriori dati». Solo successivamente, ha aggiunto l’assessore, si è presentata una discendente consanguinea di quarto grado (nipote della sorella della defunta), la cui comunicazione è stata acquisita agli atti: «La salma, nel frattempo, è custodita in camera mortuaria nel pieno rispetto delle norme sanitarie e di pietà dovuta ai defunti. La nuova parente, di cui in precedenza non si aveva notizia, verrà ora formalmente coinvolta per verificare se intenda esprimere una volontà in merito alla destinazione dei resti».
L’esumazione all’insaputa
La vicenda riguarda quattro tombe del cimitero centrale di via Foscolo, oggetto di un’ordinanza sindacale del 22 ottobre che disponeva «estumulazioni al di fuori delle programmazioni ordinarie per ragioni manutentive e di sicurezza».
Il provvedimento, firmato dal sindaco Paolo Pilotto, richiama la relazione tecnica dell’Ufficio Cimiteri, secondo cui le radici di un albero cresciuto nel campo 10 avevano danneggiato più sepolture. Per poter abbattere la pianta e mettere in sicurezza l’area è stato ordinato lo spostamento di quattro feretri con concessioni scadute dal 2016 e non rinnovabili: Olimpia Dassi (deceduta nel 1971), Angelo Sirtori (1972), Ernesta Balzarotti (1968) e Davide Dassi (1956). Trascorsi oltre vent’anni dalla tumulazione, come previsto dal regolamento di Polizia mortuaria, è consentito procedere alla movimentazione delle spoglie.
A sollevare il caso erano stati Marco Monguzzi di Fratelli d’Italia e Stefano Galbiati di Noi con Allevi: «La parente si è recata al cimitero e solo in quel momento si è accorta dell’esumazione in corso. Un caso che merita delle verifiche», avevano rimarcato.
