Il costruttore Antonino Lugarà assolto dal reato di usura. E’ la sentenza emessa giovedì 30 ottobre dalla Corte d’appello di Milano nei confronti dell’imprenditore di Seregno: in primo grado il Tribunale di Monza lo aveva condannato a quattro anni e sei mesi.
Il costruttore Lugarà assolto
Si chiude con un’assoluzione con formula piena il procedimento giudiziario a carico di Antonino Lugarà. Ne hanno dato notizia “con piena soddisfazione” i legali dell’imprenditore 72enne, Luca Ricci e Gabriele Minniti. La vicenda giudiziaria era iniziata nel 2017 con l’indagine della Procura di Monza sulla corruzione nell’urbanistica in Comune e sui rapporti tra la ‘ndrangheta e la politica, che aveva portato al commissariamento del Comune brianzolo. Nel dicembre 2023 l’imputato Lugarà era stato prosciolto dal Tribunale monzese per i reati contro la pubblica amministrazione, ma condannato in primo grado a quattro anni e sei mesi per usura, “una vicenda incidentale” – spiegano i legali – emersa dalle indagini di polizia giudiziaria. La quarta sezione penale della Corte d’Appello di Milano ha riformato la sentenza di primo grado e assolto l’imprenditore dal reato di usura, l’ultimo contestato, “perché il fatto non sussiste”.
L’indagine della Procura e l’arresto nel 2017
L’indagine della Procura, nel settembre 2017, aveva suscitato un enorme clamore mediatico per l’arresto dell’allora sindaco, Edoardo Mazza e dello stesso Lugarà, in seguito scarcerato per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza dal Tribunale del Riesame di Milano. Lugarà era stato rinviato a giudizio per sette capi d’imputazione, fra cui la corruzione, l’usura e la ricettazione di un’anfora romana trovata nella sua abitazione. Con la sentenza della Corte d’appello di Milano, il 72enne è uscito anche dall’ultima contestazione.
La soddisfazione dei legali Ricci e Minniti
Gli avvocati Ricci e Minniti, ricordando i lunghi anni di contraddittorio processuale e le difficoltà incontrate nel corso del giudizio, si sono dichiarati compiaciuti per l’esito del processo e per il notevole traguardo raggiunto, che vede il loro assistito “completamente riabilitato nella sua figura professionale e personale”.
