Tribunale

Ricoverata per una frattura al femore, muore in ospedale. Maxi risarcimento per i familiari

La sentenza: “La condotta negligente dei sanitari del San Gerardo ha ridotto significativamente le sue chance di sopravvivenza”

Ricoverata per una frattura al femore, muore in ospedale. Maxi risarcimento per i familiari

La paziente, 85enne brianzola con una frattura a un femore sulla quale intervenire chirurgicamente, sarebbe potuta morire comunque, ma “la condotta negligente dei sanitari del San Gerardo ha ridotto significativamente le sue chance di sopravvivenza”.

Ricoverata per una frattura al femore muore in ospedale. Maxi risarcimento per i familiari

Così ha deciso una sentenza del tribunale civile di Monza (giudice Maria Teresa Latella) che ha riconosciuto la responsabilità dei medici dell’ospedale monzese per la perdita di chance di sopravvivenza della paziente, condannando l’allora Asst a pagare a favore dei parenti della donna (figli e nipoti) un danno di 13mila euro, a cui si aggiungono circa 222mila euro per il danno da “perdita anticipata del rapporto parentale”.

A maggio 2018 l’anziana era caduta in casa, rimediando una frattura scomposta del femore destro. La paziente era stata ricoverata nel reparto di ortopedia per essere sottoposta all’operazione.

Prima di entrare in sala, la donna era stata valutata da un medico specializzando in anestesia come “idonea ad affrontare l’operazione con rischio medio”, nonostante gli esami preventivi certificassero “una persistente leucocitosi, un netto peggioramento dell’iperpotassiemia e dell’insufficienza renale oltre a una gravissima ipoglicemia”.

Secondo quanto dimostrato dai legali degli eredi, gli avvocati Andrea Lagati e Majeva Catalano, la paziente era arrivata di fronte al blocco operatorio “in stato comatoso”. A seguito di ulteriori esami, fu confermata “una gravissima insufficienza epatica e un gravissimo quadro di insufficienza multi organo”. A quel punto, l’anziana venne trasferita nel reparto di geriatria dove è deceduta, a quattro giorni di distanza dal ricovero, avvenuto il primo maggio. Secondo i familiari dell’anziana, il decesso era stato causato da negligenza nella gestione delle sue condizioni cliniche preoperatorie. In particolare, il mancato monitoraggio e trattamento di gravi anomalie ematochimiche, che avrebbero potuto salvare la vita alla donna. Per conto del San Gerardo, rappresentato dall’avvocato Francesco Sarti, veniva contestato invece il nesso causale tra la condotta dei sanitari e il decesso, sostenendo che l’85enne brianzola fosse già in condizioni critiche. Secondo la consulenza tecnica “un colpevole ritardo per la correzione di un grave squilibrio metabolico ha comportato una perdita di chance del 40-50% di rientrare in quel 60-70% di pazienti anziani fragili con deficit cognitivi e della motricità che sopravvivono alla frattura femorale”.