Cantieri fermi di sicuro fino a dicembre, la forza lavoro che manca, i ritardi che si sono accumulati e le perdite che arrivano anche al venti per cento per le attività lungo la linea. La metrotranvia Milano-Desio-Seregno è partita male nel 2023 e, a oggi, è un’infrastruttura che non decolla. I tempi di realizzazione sono passati da 28 a 44 mesi, e, se il nuovo cronoprogramma sarà confermato, vedrà il collaudo solo a fine marzo 2028.
Tempi e spiegazioni sono arrivati dall’incontro pubblico organizzato giovedì scorso in Sala Pertini a Desio. Presenti per l’Amministrazione comunale l’assessore alle Infrastrutture, Fabio Arosio, la collega ai Lavori pubblici, Nunzia Smiraglia, e la vicesindaca, Jennifer Moro. Al tavolo con loro i tecnici comunali, la consigliera delegata di Città Metropolitana, Daniela Caputo, l’ingegner Nicola Bona, project manager Cmc, l’impresa costruttrice, e Ruggero Dell’Acqua, della direzione lavori, di MM spa.

Le proteste si sono fatte sentire fin dall’avvio dei cantieri
«Subito dopo il nostro insediamento, a giugno, abbiamo cercato un contatto con Città Metropolitana per sbloccare la situazione – ha spiegato Arosio – Abbiamo voluto questo incontro perché vogliamo capire cosa sta succedendo».
Nessuna obiezione da parte degli amministratori sull’infrastruttura, la sala si è riempita, presenti consiglieri e politici di vari schieramenti, poche domande e solo qualche scintilla per un’opera sotto accusa. Diverse le cause dei ritardi che i tecnici di metrotranvia hanno provato a spiegare. «Interferenze che non erano segnalate hanno portato a un rallentamento delle attività – hanno ricordato – Questo per una scarsa collaborazione tra gli enti gestori dei sottoservizi». Complessivamente ci sono state 250 situazioni impreviste. Ritardi anche per le bonifiche.
«E bisogna tenere conto che, una volta fatto uno scavo, finché l’Arpa non interviene con le analisi, non è possibile mettere mano su quell’area», hanno specificato i professionisti. A complicare le cose si è messo pure il mutato quadro normativo.
«Durante questo iter il cantiere agli occhi del cittadino sembra fermo – ha puntualizzato Caputo – Sembra abbandonato, ma non lo è. Invece, si sta attendendo che arrivi la certificazione per procedere nelle lavorazioni».
Tre le fasi, come già evidenziato nella presentazione del progetto: la fase uno con la lavorazione sul lato destro, la fase due a sinistra e la fase tre al centro. La fase uno sarà completata per aprile 2026, la fase due (a sinistra) a dicembre 2026, la fase tre, nel centro della carreggiata, andrà da dicembre 2026 a giugno 2027, con il completamento della parte impiantistica per dicembre 2027 e il collaudo entro fine marzo 2028. Per Desio i cantieri, la maggior parte su via Milano, sono 16, 24 con gli otto della linea dismessa (in via Garibaldi e corso Italia), e servono 40 mesi per il completamento, ricordando che si lavora su più cantieri contemporaneamente. Rimane aperto il problema della rimozione dei binari del vecchio tram per il momento previsto a fine progetto, serve attenzione per l’incrocio con il cantiere di Pedemontana e in prossimità dell’ospedale, dove sarà fondamentale rispettare i tempi per consentire la realizzazione della strada di accesso al nuovo Pronto soccorso. Da non sottovalutare, poi, la crisi societaria della Cmc con la cessione del ramo d’azienda ad Alpha General Contractor. «Il futuro? – a fare il punto è stata la consigliera delegata Caputo – Abbiamo avuto poca forza lavoro, ma è in corso la reperibilità di risorse umane. A oggi mi viene riferito che si stanno effettuando dei colloqui; ci saranno 20 dipendenti in più a metà novembre e 50 persone in aggiunta a fine dicembre. Con più forza lavoro c’è più possibilità di andare avanti coi cantieri e rispettare i tempi fissati. Bisogna remare tutti dalla stessa parte, per andare insieme alla meta senza perdere altro tempo».
«Il ministero faccia la sua parte, i 17 milioni non si sono ancora visti»
«Si sta lavorando con il preziario 2011, i costi sono lievitati, e di molto». Il problema del reperimento degli extracosti lo ha posto sul tavolo la consigliera delegata alle Infrastrutture di Città Metropolitana, Daniela Caputo. «Città Metropolitana sta facendo la sua parte – ha puntualizzato – Il mio impegno è stato quello di reperire 13 milioni di euro, ed è stato fatto nel 2023/24/25. Sono invece rammaricata del fatto che, mentre Città Metropolitana sta ottemperando a quello che era l’accordo con il Cipes, non così il governo, che non ha ancora stanziato i 17 milioni dovuti. Servono molti più soldi, la ne abbiamo già parlato con Regione. E finora anche la Provincia non si è mai fatta sentire». Aumenti dovuti «alle varianti, ma anche alla guerra in Ucraina». Il pubblico presente ha espresso «forti dubbi sull’opera. Perplessità anche dai consiglieri presenti. «Ci saranno impatti sul verde (vedi la zona di via Agnesi) e penalizzazioni per gli esercenti – è stato fevidenziato – Il cantiere è partito in ritardo, doveva durare 33 mesi, invece ne dura 44». Qualcuno ha domandato: «Quanto costerà un biglietto? Non vorrei che sia l’ennesima opera che dà disturbo e poi non è neanche fruibile e sostenibile per i cittadini». Andrea Perego del Pd ha ricordato che tutti i 370mila euro già versati da Desio sono soldi che provengono dalle tasche dei cittadini. Francesco Pasquali (Desio Viva) ha invece domandato «se la quota versata da Desio coprirà opere anche in altri Comuni». Una cifra, ha rimarcato Caputo, «che sarà spalmata sull’opera, secondo gli accordi presi dai Comuni». Iaia Piumatti (Desio Bene Comune) e Andrea Villa (Lega) hanno infine insistito sul «verde che sarà sacrificato e che, invece, va tutelato».
Le vecchie rotaie in centro saranno rimosse a fine progetto, l’Amministrazione tratta per anticipare i tempi
I binari della linea dismessa del tram in centro città saranno rimossi, ma solo alla fine della realizzazione della nuova metrotranvia. I tempi si allungano; intanto, l’Amministrazione sta portando avanti un’interlocuzione con Città Metropolitana per anticipare i tempi. Sulla questione la consigliera delegata di Città Metropolitana, Daniela Caputo, ha precisato:
«La dismissione era stata prevista poco dopo l’avvio del cantiere, ma ci è stato chiesto di non impattare sulle attività commerciali in vista del Natale. La precedente Amministrazione comunale ci ha chiesto il rinvio. Pertanto, c’è stato un cambiamento. Per poter predisporre un nuovo cronoprogramma abbiamo impiegato mesi – ha specificato – Se si va a ritoccare un pezzo bisogna ricordarsi che si deve rivedere tutto il cronoprogramma. E per noi ha un costo perché è una variante che va a incidere sul resto della linea. Da parte nostra – ha quindi aggiunto – abbiamo sempre cercato di andare incontro alle richieste, ma si deve ricordare questo». Un intervento che ha registrato la precisazione dell’assessore competente, Fabio Arosio: «Quella di non intervenire prima sulla linea dismessa non è stata una decisione presa dalla nostra Amministrazione comunale», ha detto. Rispetto al progetto, poi, Caputo ha specificato che non «non si riuscirà a fare la ciclabile».
Attività e negozi in «ostaggio» dell’infrastruttura che non decolla, ma per ora i ristori non li paga nessuno
Attività in crisi per i ritardi accumulati dai cantieri di metrotranvia, Confcommercio chiede che vengano previsti dei ristori. L’ha fatto durante l’audizione in Regione, giovedì 30 ottobre, intervenendo nella commissione Attività produttive, presieduta da Marcello Ventura (FdI). Oltre ai rappresentanti di categoria delle attività, sono stati ascoltati anche gli amministratori locali. Al centro dell’audizione le difficoltà che stanno incontrando gli esercizi commerciali a causa dell’impatto dei cantieri della metrotranvia Milano-Desio-Seregno. Durante l’incontro nella commissione regionale, chiesto dal consigliere regionale Gigi Ponti (Pd), il primo a intervenire è stato il segretario di Confcommercio Alta Brianza, Simone Errico, che ha descritto una situazione caratterizzata da negozi con perdite di fatturato fino al 20 per cento e oltre, dalla cancellazione di duecento parcheggi, dalla forte preoccupazione per l’andamento a rilento dei lavori. I territori più danneggiati, ha riferito, riguardano i Comuni di Bresso, Desio e Nova Milanese.

Un quadro confermato anche dagli interventi del vicepresidente di Confcommercio Alta Brianza, Roberto De Santis, e dal segretario generale di Confcommercio Milano, Marco Barbieri. Tra gli enti coinvolti dal progetto ci sono anche i Comuni di Cormano, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Seregno. Secondo i rappresentanti dei commercianti occorre che vengano previsti ristori finalizzati ad alleviare le perdite accumulate nei quasi tre anni dall’avvio dei lavori la cui conclusione è prevista entro il 2028 dal cronoprogramma confermato nell’incontro pubblico a Desio.
D’accordo sulla necessità di ristori si è detto il sindaco di Bresso, Simone Cairo, che ha anche avanzato la richiesta di un piano straordinario di investimenti per nuovi parcheggi. Secondo la sindaca di Paderno Dugnano, Anna Varisco, «l’opera è strategica e porterà sicuri benefici al territorio. Sono intervenuti inoltre i sindaci di Desio, Carlo Moscatelli, che ha detto «sì a ristori ma servono anche tempi certi dei lavori», il vicesindaco di Cusano Milanino, Mario Zanco, Valeria Lesma (assessore di Cormano), Elena Galbiati (assessore di Seregno) e Daniela Caputo, della Città Metropolitana, soggetto attuatore dell’opera. Sono poi intervenuti i consiglieri regionali Paola Pizzighini (M5Stelle), Alessandro Corbetta (Lega), Chiara Valcepina (FdI), Onorio Rosati (Avs), Marcello Ventura (FdI) e Gigi Ponti (Pd). Oltre a esprimere solidarietà ai commercianti, i consiglieri regionali si sono confrontati su strumenti e competenze in merito a eventuali ristori.
«Una situazione emergenziale fin dall’inizio ed è in continuo peggioramento – ha dichiarato Errico – Vorremmo chiarezza e che ci dessero delle certezze, perché ormai sono anni che le attività stanno subendo questa situazione».
«Nella commissione in Regione ho rinnovato la necessità di poter trovare un fondo nel bilancio regionale per riconoscere le perdite ai commercianti che dimostrino di aver avuto un danno dai cantieri – ha affermato la consigliera delegata di Città Metropolitana, Daniela Caputo – Siamo in attesa di capire se ci sono delle disponibilità. Naturalmente le attività danneggiate dovranno presentare la documentazione che indica la perdita effettiva, lo dico perché gli enti hanno a che fare con la Corte dei Conti. In ogni caso mi auguro che i ristori arrivino».
Nessuno, però, finora si è detto disposto a erogarli.
L’appello a Regione Lombardia
«Serve una risposta chiara da Città Metropolitana». E’ la convinzione del capogruppo egionale della Lega, Alessandro Corbetta, espressa subito dopo l’audizione nella commissione regionale di giovedì, con le associazioni di categoria e gli enti locali.

«Oggi la sua realizzazione sconta importanti ritardi e criticità, su tutti i cantieri aperti nei vari Comuni che attualmente sono fermi o procedono a rilento, causando forti disagi soprattutto ai commerciati e alle attività economiche che insistono lungo i cantieri – evidenzia – Durante l’audizione abbiamo chiesto chiarezza sui tempi: davvero i lavori finiranno a marzo 2028 o dobbiamo aspettarci altri ritardi? Serve una risposta chiara da parte di Città Metropolitana di Milano, anche rispetto alla copertura di eventuali extracosti».
Solidale con le preoccupazioni di chi ha un’attività lungo la tratta, in merito alle richieste di ristori «serve capire a quanto ammonterebbero queste richieste, e valutare con l’assessore regionale al Bilancio se vi saranno dei margini per poter intervenire, nonostante, come detto, l’opera sia in capo alla Città Metropolitana e anche a fronte dei tanti cantieri aperti sul territorio lombardo che potrebbero avere le stesse problematiche».
Per il capogruppo regionale della Lega occorre anche verificare «se i Comuni abbiano intenzione di attivare misure di detassazione o agevolazioni per le imprese colpite dai disagi, ad esempio annullando o scontando la Tari. Credo che questo possa essere un segnale di attenzione importante».
«Ognuno – per Corbetta – deve fare la propria parte». Il consigliere di Forza Italia, Jacopo Dozio, si è detto vicino alle attività commerciali penalizzate, e garantisce che «Regione Lombardia farà la sua parte», ricordando che «la realizzazione della metrotramvia resta una infrastruttura strategica per collegare la Brianza Nord e Sud verso Milano, quindi certamente l’opera va avanti. Non c’è dubbio che la nostra Regione sta monitorando da vicino la situazione e certamente sosterrà le realtà commerciali del nostro territorio».

«Non possiamo permettere che un’infrastruttura attesa da anni, sebbene utile alla collettività, si trasformi in un danno economico e sociale al commercio del territorio – l’intervento di Paola Pizzighini del Movimento 5 Stelle – Ho chiesto che la Giunta si attivi subito, in collaborazione con la Città Metropolitana di Milano ei Comuni coinvolti, per monitorare le perdite economiche e il numero di imprese colpite, attivando un fondo specifico di ristoro destinato a compensare almeno in parte i danni subiti, semplificando le procedure burocratiche di accesso agli aiuti e stilare un cronoprogramma aggiornato. e vincolante con penalità in caso di ulteriori ritardi. La Regione Lombardia deve dare un segnale concreto, le attività vanno tutelate».
«Si abbatteranno 150 alberi, altro che opera amica dell’ambiente»
Critico il consigliere di opposizione, Andrea Villa (Lega). «Prima di tutto le slide proiettate durante l’incontro non erano leggibili né comprensibili – il suo appunto – Se si sceglie di proiettare delle slide davanti ai cittadini, devono essere chiare e decifrabili: altrimenti è inutile, e soprattutto è una mancanza di rispetto». Pur non essendo un fan di quest’opera, riconosce che «oggi che i cantieri sono ormai iniziati, l’unica cosa intelligente da fare è impegnarsi perché finiscano il prima possibile, così da ridurre al minimo i disagi inevitabili». Tra le preoccupazioni anche gli alberi che verranno abbattuti. «Un’opera presentata come “sostenibile e amica dell’ambiente” – fa presente – comporterà a Desio l’abbattimento di circa 150 piante, che saranno sostituite da meno di 40 nuovi alberi. Durante la precedente Amministrazione, da vicesindaco, avevo seguito personalmente la questione: avevamo chiesto una compensazione più equilibrata, per ridurre o azzerare il saldo negativo, e con Città Metropolitana le interlocuzioni erano positive. Avevamo fatto sopralluoghi nella zona tra via Milano e via Stadio, quella più colpita dagli abbattimenti per la cabina elettrica interrata, e avevo ricevuto rassicurazioni sulla possibilità di salvare alcuni alberi importanti. La questione a Desio è molto sentita, lo dimostrano raccolte firme e iniziative promosse dai cittadini, e fino al 9 gennaio si stava lavorando in una direzione che sembrava portare risultati concreti. Poi, non so cosa sia accaduto. Ora ci è stato detto che saranno salvate solo due piante: un risultato davvero modesto, ben al di sotto delle prospettive iniziali».
