Si è immedesimata in quella madre e ha voluto offrire il suo sostegno: Sonia Pampuri di Giussano, ha scritto una lettera aperta alla mamma del ragazzino ADHD rimasto in classe, senza compagni per 4 giorni, a causa della protesta avviata dai genitori della seconda media di Via D’Azeglio.
Da madre a madre
Da mamma si è riconosciuta subito in quell’ amarezza raccontata dalla madre del ragazzino ADHD, rimasto solo in classe per quattro giorni, poichè i compagni non si sono presentati, in segno di protesta.
La vicenda avvenuta alla scuola media di Giussano, la scorsa settimana, ha colpito molti, ma ha toccato sul vivo, ancor più Sonia Pampuri, giussanese, esperta di neurodivergenza, madre di un ragazzo, oggi grande, che seppur in modo diverso, ha affrontato le stesse dinamiche. Pampuri ha fondato un’associazione DivergenteMente, di cui è presidente, attraverso la quale aiuta giovani, adulti e famiglie a gestire certe disabilità.
«Sono rimasta particolarmente toccata dalla vicenda dell’alunno ADHD e ho voluto scrivere una lettera aperta alla madre, perchè capisco tutta la sua rabbia e fatica. E vorrei aiutarla».
La lettera
«Cara mamma, ti scrivo per dirti che non sei sola. Ti vedo. Vedo la tua fatica, la tua rabbia, la stanchezza che ti accompagna ogni giorno nel tentativo di costruire per tuo figlio spazi di serenità in un mondo che, troppo spesso, non sa accoglierlo. So cosa significa lottare per garantirgli le stesse opportunità degli altri, so quanto sia doloroso sentirsi incompresa anche da chi ti è più vicino. Viviamo in una società che parla di inclusione, ma che raramente ne comprende davvero il senso. Così, molte volte, affronti tutto in silenzio, nascondendo il tuo dolore per proteggere tuo figlio, perché non debba portare sulle spalle anche il peso delle tue lacrime. Con questa lettera voglio dirti e che sono pronta ad ascoltarti e a offrirti aiuto per supportare concretamente la tua tenace speranza per il futuro di tuo figlio e la tua lotta per i suoi diritti. L’associazione DivergenteMente, che ho fondato, è nata proprio per questo: per offrire sostegno alle famiglie e, soprattutto, alle madri come te, che ogni giorno affrontano con forza e tenacia la complessità della neurodivergenza. Non ti scrivo da professionista, ma da madre. Da donna che ha conosciuto le stesse difficoltà e che oggi vede in suo figlio un giovane adulto autonomo. È possibile, anche quando tutto sembra remare contro. Il nostro compito è quello di rendere accessibili le possibilità che i nostri figli già hanno dentro di sé. Se senti il bisogno di parlare, di chiedere un consiglio o semplicemente di non sentirti sola, DivergenteMente è qui. Anche solo per un caffè, per condividere uno sguardo che capisce senza bisogno di spiegare.
Un abbraccio.
Sonia Pampuri Presidente, DivergenteMente
La questione resta aperta
Il problema, a quanto pare, non si è ancora del tutto risolto nella classe dello studente ADHD. I suoi compagni, dopo lo sciopero, sono rientrati in classe, lo scorso lunedì, la situazione però resta delicata e in molti ne stanno discutendo in città.
Dopo la «protesta in massa», voluta dalle famiglie degli alunni della seconda media del Comprensivo Piola, come gesto dimostrativo per attirare l’attenzione e «accendere» il problema su una serie di situazioni che stanno minando la tranquillità delle lezioni e dei ragazzi stessi, martedì 4 novembre, si è svolto un incontro, al quale erano presenti rappresentanti della scuola, dei genitori, avvocati e dei Servizi sociali, che hanno in carico il ragazzo. Assente la famiglia del 12enne. Il ragazzino ha difficoltà a relazionarsi serenamente nel contesto della classe, con atteggiamenti a volte aggressivi tanto da rendere la situazione ingestibile. Insegnate di sostegno ed educatrice, a quanto pare non sarebbero sufficienti e dopo una serie di episodi che si sarebbero verificati, è arrivata la plateale presa di posizione dei genitori, che hanno pure manifestato fuori dalla scuola. Tutto per farsi ascoltare dalle istituzioni.
Nessuna dichiarazione dalla scuola
Dell’incontro avvenuto lo scorso martedì poco o nulla si sa. Nessuna notizia è trapelata dopo la riunione: i genitori che hanno sollevato la protesta hanno preferito non rilasciare dichiarazioni, lo stesso è avvenuto per il dirigente scolastico Roberto Di Carlo. Resta una questione aperta che potrebbe avere nuovi sviluppi.
Il timore della madre del ragazzino ADHD
La madre del ragazzino ADHD teme l’allontanamento del figlio.
«I compagni di mio figlio sono tornati in classe e frequentano regolarmente – ha raccontato la mamma del ragazzino ADHD – noi non abbiamo avuto alcun incontro a scuola. Siamo seguiti dai Servizi sociali e la prospettiva sembra essere quella della comunità psichica, ma siccome mio figlio in una struttura simile c’è già stato, non voglio che ci torni. La sensazione è che lo vogliano allontanare dalla scuola».