Benemerenze civiche

Correzzana rende omaggio allo storico partigiano e al bagnino eroe che salvò la vita a un bimbo

Ieri, domenica, il sindaco Marco Beretta ha consegnato la benemerenza alla memoria del partigiano Santo Capelli e a Corrado Riva, il bagnino eroe

Correzzana rende omaggio allo storico partigiano e al bagnino eroe che salvò la vita a un bimbo

Tempo di civiche benemerenze a Correzzana. Domenica, in occasione dei festeggiamenti del 4 novembre, il sindaco Marco Beretta, durante la cerimonia che si è svolta davanti al monumento ai Caduti di via San Desiderio, ha consegnato due benemerenze alla presenza dei neo 18enni (che sono stati omaggiati della Costituzione, dello Statuto comunale e del kit di benvenuto da parte delle associazioni dei Donatori).

Una cerimonia toccante, accompagnata dall’orchestra dell’Indirizzo musicale della scuola «Don Milani» e che ha visto anche la presenza del vicario don Stefano Borri.

Le benemerenze

La prima benemerenza è stata consegnata alla memoria del partigiano Santo Capelli (scomparso nell’ottobre 2018) «per ricordare il suo prezioso contributo prestato in prima persona per la Liberazione, aderendo alla resistenza partigiana». A ritirare il premio c’era la figlia di Capelli ed Emanuela Restelli dell’Anpi di Arcore.
L’altro riconoscimento è stato consegnato a Corrado Riva, correzzanese che lo scorso 20 luglio ha compiuto un atto di eroismo sulla spiaggia di Colico dove prestava servizio come bagnino cinofilo. Con il suo intervento di manovra di disostruzione pediatrica Riva ha salvato salvataggio un bambino di pochi mesi che aveva ingerito un oggetto di plastica e rischiava di soffocare.

 

Il ricordo del partigiano che liberò Lesmo e Correzzana

Davvero toccante la storia di Capelli che è stato definito da tutti un uomo che ha contribuito, rischiando la vita, a scrivere un pezzo importante della storia di libertà e democrazia del nostro Paese, in particolare di Lesmo e Correzzana. Cattolico fervente, Capelli nacque in Francia da genitori bergamaschi. Giovanissimo rientrò in Italia e trovò lavoro alla Falck di Sesto San Giovanni insieme al padre. Quando diciottenne decise di salire sulle montagne lombarde per fare il partigiano e scelse come nome di battaglia «Sandro» perché gli evocava il suo eroe, Alessandro Magno. «La mia vita “contro” comincia all’inizio del 1944 – aveva sottolineato Capelli durante un’intervista pubblicata sul sito dell’Anpi di Arcore alcuni anni fa – Due gli episodi che mi hanno spinto a scegliere la clandestinità: il pestaggio di giovani innocenti dopo un’irruzione dei fascisti al cinema Centrale di Monza e l’altro in largo Mazzini dove mi colpirono con il calcio del fucile solo perché cercavo di passare, ero in ritardo dovevo timbrare il cartellino».

Santo Capelli
Si avvicinò ai compagni di lavoro, sostenitori attivi delle Sap, le squadre di azione patriottiche. La soffiata di un collega lo salvò dall’arresto, ma Sandro non riuscì più a tornare a casa. Per questo motivo insieme al cugino Enrico Cefis salì in montagna. Dalla 55esima Brigata Rosselli di Bellano venne trasferito al rifugio Pio X, sede della II Divisione Carlo Marx, dove venne sottoposto ad un interrogatorio. «Temevano fossi una spia», aveva sottolineato Santo, poi assegnato alla II Divisione Lombarda, a Fugagnolo. Le azioni si moltiplicarono, a Barzio Sandro venne ferito dallo scoppio di una bomba a mano. Il partigiano venne ricoverato in casa di una famiglia amica della Sap di cui faceva parte, nascosto in soffitta per paura dei rastrellamenti venne accudito da una giovane, Maria. «Senza le nostre staffette saremmo morti – aveva ricordato Capelli – Molte di loro sono cadute sotto la ferocia del nemico».
Le azioni proseguirono fino al grande rastrellamento dell’ottobre ’44 quando i nazifascisti accerchiarono la guerriglia, disperdendola. Sandro fu costretto a rientrare in Brianza e si fece dal Resegone a Correzzana a piedi.

Il salvataggio di Riva

Invece Riva, volto conosciuto anche a Briosco per via della sua attività imprenditoriale nell’omonima fornace artistica (fondata nel 1922 da Augusto Rebattini e Guido Persico) è anche bagnino volontario all’Acsn (Associazione cinofila di salvataggio nautico). Grazie alle manovre di disostruzione pediatriche messe in atto lo scorso 20 luglio a Colico (alla spiaggia La Breva), aveva salvato lun di otto mesi che rischiava di soffocare dopo aver ingerito la linguetta di plastica posta a chiusura di un pacchetto di fazzoletti di carta. Riva era in servizio come volontario de «Gli Amici di Claudio», associazione impegnata a garantire la sicurezza dei bagnanti sul Lago di Como.
«Erano circa le 11,30, quando sento delle grida di aiuto. Mi volto di scatto e vedo una mamma agitatissima che chiede soccorso per il proprio figlio – ha raccontato Riva al nostro Giornale – Prendo il bambino e inizio ad effettuare le prime manovre di disostruzione delle vie aeree. Giro il piccolo sulla pancia e inizio a dare dei colpi alla schiena. Nel frattempo la mia collega ha allertato il 112. In quei minuti non ho ascoltato nessuno e, con tutta freddezza, ho messo in atto quanto avevo imparato al corso. Ad un certo punto il piccolo rigurgita qualcosa, forse un po’ di catarro. Ho proseguito a fare le manovre però vedevo che stava già meglio. Non avevo capito se avesse già fatto fuoriuscire dalla bocca quello che aveva ingerito, per questo ho proseguito a fare le manovre. Nel frattempo si è avvicinato un giovane medico e ho affidato a lui il bimbo. Il dottore ha ripetuto le mosse in maniera un po’ più decise delle mie. Il bimbo era salvo», ha spiegato ancora Corrado Riva.

 

 

Il saluto del sindaco

Particolarmente toccante il discorso del primo cittadino che ha iniziato il suo discorso citando la celebre ode “Carpe diem, quam minimum credula postero” che significa: “Cogli il giorno, confidando il meno possibile nel domani”. È un invito del poeta romano Orazio a vivere pienamente il presente, poiché il futuro è incerto e il tempo è fugace.

“Con il passare dei secoli il motto Carpe Diem è stato declinato in svariati modi fino a quello di oggi, cioè di godere del momento senza pensare al domani – ha sottolineato Beretta – Qui e ora, un motto che la nostra community digitale sembra confermare. Sono apparentemente cancellati i confini dello spazio e del tempo grazie al potere della connettività che anticipa il domani in un eterno presente permettendo di sperimentare ai più giovani l’ebbrezza della dipendenza e della libertà immediata”.

In un altro passaggio del suo intervento il sindaco ha invitato i presenti, in particolare i giovani correzzanesi a cogliere l’attimo. “Potete e dovete farlo perchè qualcuno prima di voi ha immaginato questo futuro, ha immaginato una comunità nazionale unità, indipendente, libera, democratica e in pace. E per fare ciò ha spesso sacrificato il proprio presente”.