Lo ha ammesso senza giri di parole: ha preso soldi per aprire conti online a suo nome e girare le credenziali di accesso al presunto Roberto. Si arricchisce di nuovi particolari la nostra inchiesta esclusiva sul raggiro immobiliare che ha colpito dozzine di persone a Monza e non solo.
Le rivelazioni shock del prestanome
Dopo la notizia raccontata sul Giornale di Monza dell’11 novembre (che fa parte dello stesso gruppo editoriale di Primamonza.it) siamo riusciti a rintracciare uno dei nomi degli intestatari dei conti correnti a cui sono stati girati alcuni dei bonifici con le caparre delle persone truffate. Versamenti da 2.100 euro (pari alle prime tre mensilità) che i truffatori si sono fatti corrispondere dopo aver fatto firmare i finti contratti di affitto e con cui sono poi spariti senza lasciare traccia.
I bonifici erano intestati a tre-quattro persone diverse, come Salvatore d’Oria, Giuseppe Saverio di Mauro, Annunziato Morabito, i cui nomi non corrispondevano ai presunti Roberto e Sara coinvolti nel raggiro. Persone, tra l’altro, che apparivano come residenti in altre zone d’Italia.
Ci siamo chiesti se a loro volta erano persone che erano state truffate in precedenza dai professionisti del raggiro in altre parti della Penisola e così i truffatori avevano avuto la disponibilità dei loro documenti e li avessero poi utilizzati per aprire i conti correnti utilizzati per la truffa.
Come hanno aggirato i controlli bancari
Eppure i controlli anche delle banche online come la Bbva scelti per i conti correnti sono scrupolosi e richiedono il riconoscimento facciale dell’intestatario o la videochiamata. E quindi ci siamo chiesti: come hanno fatto i truffatori a raggirare il problema? La risposta ce l’ha fornita una delle persone che ha fatto da «prestanome». Siamo riusciti a trovare il suo numero, lo abbiamo contattato e ci ha spiegato di essere di Catania e candidamente ha ammesso ai nostri microfoni (il servizio completo è andato in onda al nostro Tg su Telecity canale 13) di aver avuto bisogno di soldi, di essere stato contattato via Telegram proprio in un gruppo dal nome «Verifica Iban» e di essere stato pagato per aprire tre conti correnti online, uno proprio alla Bbva, uno di Credem e uno di Revolut.
Quello che l’ignaro prestanome non immaginava – forse – era che poi il presunto Roberto li avrebbe utilizzati per architettare delle truffe, rischiando di far finire nei guai anche lui. Oltre a quella di Monza potrebbero essercene altre in giro per la Pensiola. Truffe immobiliari con modus operandi simili, infatti, sono state segnalate in tutta Italia. Anche a Monza hanno messo in affitto un immobile all’insaputa del proprietario (dopo averlo preso loro stessi in affitto con Airbnb), poi – prese le caparre da 2100 euro a dozzine di persone – si sono dileguati.
Parla il prestanome
«Si è presentato come Roberto e mi ha proposto di aprire i conti e fornirgli le credenziali in cambio di 50, 80 euro a volta. Sono inoccupato, siamo due persone a casa, i soldi ci servivano, non mi sono messo in allerta fino ad agosto. Ho detto: sarà una cosa lecita, facciamola», spiega ai nostri microfoni il prestanome.
Poi, la notizia delle prime truffe. «Mi ha contattato più di un profilo online dicendo che stavano facendo truffe con il mio nome, io sono di Catania e non so dove avessero colpito queste persone, ma sono andato a presentare denuncia alla Polizia postale di Catania, dando l’elenco dei conti e i nomi delle persone truffate che non so di dove fossero. Mi sembra fosse agosto», rivela ancora. Quello che voleva capire era anche se i conti correnti fossero ancora attivi.
Da agosto sono passati altri mesi, mesi in cui quei conti non sono stati chiusi ma sono rimasti a disposizione per i bonifici delle persone truffate senza che – ancora una volta – nessuno intervenisse.
Nemmeno il prestanome ne sa nulla. «Non ho più le credenziali per entrare perché le ho date a loro, hanno anche la foto del mio documento d’identità».