Gli porta la colazione, qualche coperta e lo aiuta a tenere pulito il luogo in cui vive all’aperto, sotto un portico, ormai da tre anni. A farlo sentire protetto è la sua maestra delle elementari, Elisa Rossi, che a 80 anni si prende ancora cura del suo ex alunno, oggi 27enne.
Da tre anni trascorre le notti sotto i portici assistito dalla ex maestra delle elementari
Victor (nome di fantasia) è arrivato in Italia quando aveva 6 anni. Inizia a frequentare le scuole elementari e conosce la maestra Elisa, volto noto in paese anche per il suo impegno in parrocchia. Ha insegnato per 43 anni, di cui 25 alla scuola primaria «Don Milani» di Sovico, sempre accanto all’inseparabile collega Maria Ancilla Santambrogio.
«Un mestiere, quello della maestra, che ho appreso da mia nonna Elisa e che ho sempre voluto fare. L’ultima annata che ho seguito è stata quella di Victor, un bambino che aveva la tristezza negli occhi, non sorrideva mai. La prima volta che ha visto me e la mia collega Ancilla ci ha domandato: “Voi non picchiate, vero?” e quando gli dicevamo di sorridere, lui si metteva a piangere. Ma quando è arrivato in quinta elementare ci ha detto: “Grazie a voi ho imparato a sorridere”».
Una frase contenuta in un album che la maestra Elisa conserva gelosamente, preparato dai suoi alunni di quinta elementare come saluto e gesto di riconoscenza nei confronti delle loro insegnanti.
«Il percorso scolastico è stato positivo – afferma Elisa – Victor era un bambino molto corretto e gentile, veniva spesso qui a casa mia con un compagno e ci siamo frequentati fino a quando lui è andato fuori paese per le scuole superiori e per cercare un lavoro».
Col trascorrere degli anni disavventure personali e contrasti familiari lo inducono a lasciare la sua casa. Così da tre anni Victor vive da solo, all’aperto sotto dei portici, per scelta. Non vuole aiuti.
«E’ stato un suo ex compagno, anche lui di nazionalità ucraina, a informarmi che Victor era andato via di casa – spiega la maestra – Così ho iniziato a cercarlo. Tre anni fa l’ho rivisto per caso, l’ho raggiunto ma lui mi ha ignorata. Dopo qualche settimana mi è venuto incontro e senza dire niente mi ha abbracciata sorridendo. Da allora non ci siamo più lasciati. Gli porto la colazione nel posto in cui vive, vado lì anche la sera per portargli le coperte. Parliamo dei bei tempi della scuola, ricordiamo i suoi sogni. Mi ha raccontato di aver fatto anche il modello prima del Covid, è sempre stato un bel ragazzo. E poi cosa è successo? – gli ho domandato – Aveva trovato lavoro ma non è andata bene e Victor ha iniziato a non avere più voglia di avere a che fare con le persone. Il giorno del suo compleanno ha accettato di andare a mangiare una pizza ma non si sentiva a suo agio in mezzo alle persone».
Pian piano Victor ha riallacciato i rapporti con la madre ma non è un percorso semplice:
«Da quando ha ripreso a frequentare la madre io ho fatto un passo indietro anche se mi sento con lei quotidianamente – spiega la maestra – Lei è preoccupata per le sue condizioni di salute perché Victor è sempre un ragazzo rispettoso e corretto però, negli ultimi tempi, fa discorsi senza senso. Mi ha sempre detto che l’unica persona con cui riusciva a parlare ero io e quando ci siamo rivisti, tre anni fa, mi ha detto una frase che mi ha fatto commuovere: “Tu sarai sempre nel mio cuore”».