Oratorio chiuso per i maranza. Succede al centralissimo Don Bosco di Cesano Maderno, luogo di incontro per generazioni di bambini e ragazzi, dove sul cancello d’ingresso è comparso un cartello che recita: “Fino a data da destinarsi nelle giornate di sabato l’oratorio sarà chiuso per motivi di sicurezza”.
Maranza in centro, l’oratorio chiude al sabato
La decisione, spiegano dalla Comunità pastorale Pentecoste, è stata “sofferta ma inevitabile”, presa per mandare un segnale forte dopo mesi difficili, segnati da atteggiamenti spavaldi e comportamenti provocatori da parte di un gruppo di giovanissimi che bazzica in centro città. “Abbiamo preferito prendere questa soluzione, temporanea, per evitare ulteriori problemi”, spiega il parroco responsabile della Comunità pastorale Pentecoste, don Stefano Gaslini.
“Certi comportamenti non possono essere tollerati”
Non ci sono le condizioni per tenere aperto il centro giovanile parrocchiale quando non può essere garantita la presenza costante di adulti capaci di sorvegliare e, nel caso, intervenire.
“L’oratorio è aperto a tutti, di ogni popolo, lingua e religione. Nessuno chiede la tessera all’ingresso, ma certi comportamenti non possono essere tollerati: le regole basilari della convivenza civile devono essere rispettate da tutti – commenta il parroco – Non può essere che ci sia chi non rispetta il luogo e le persone che lo vivono”.
Minorenni in arrivo anche da fuori città
Invece, se ripresi da adulti, che chiedono loro di smetterla e di lasciare l’oratorio, questi ragazzi – minorenni, in arrivo anche da fuori città – rispondono male e non si fanno remore neppure se il rimbrotto arriva da un sacerdote. A volte arrivano in oratorio visibilmente alterati da alcol o da droga e allora impedire loro di sfrecciare in cortile con i monopattini o le biciclette o di calciare con violenza il pallone contro porte e finestre, diventa praticamente impossibile.
“E’ stata una scelta sofferta”
Davanti all’impossibilità di comunicare con questi ragazzi, un segnale forte da parte della comunità educante è stato ritenuto necessario. “E’ stata una scelta sofferta, che ha creato tensioni anche al nostro interno”, confida don Stefano Gaslini. Per qualcuno, infatti, si tratta di una sconfitta, perché per colpa di pochi teppisti si nega un luogo di aggregazione sano a tutti gli altri giovani.
La situazione è all’attenzione dell’Amministrazione comunale
“Dopo avere ricevuto le prime segnalazioni dal Don Bosco ho organizzato una riunione in Municipio con Carabinieri, Polizia Locale, Servizi sociali, don Stefano e don Angelo Papia, il responsabile della pastorale giovanile cittadina – spiega il sindaco Gianpiero Bocca – Mi spiace per la decisione presa: sono convinto che chiudere un luogo sia sempre una sconfitta. Ma, come ho detto a don Stefano, spero che quel cartello possa essere rimosso presto. L’ho rassicurato: può contare sul mio supporto e sulla collaborazione delle Forze dell’ordine e della Polizia Locale”.
Il Don Bosco è vigilato da militari e agenti. “Ho chiesto al maresciallo Paolo Arcaini e al comandante Gabriele Caimi di incrementare i controlli e mi risulta che sono diventati quasi quotidiani – spiega il sindaco Bocca – Il presidio è altissimo”.