Accoltellamento

Aggressori corso Como, il questore di Milano: “Non chiamateli maranza”

In Commissione parlamentare ha parlato di "fatti da Arancia Meccanica"

Aggressori corso Como, il questore di Milano: “Non chiamateli maranza”

“Non sono né maranza, né ragazzi fragili”. Il questore di Milano Bruno Megale,  prendendo la parola alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle periferie, ha parlato anche della terribile aggressione commessa dai cinque monzesi nella quale la vittima, uno studente della Bocconi di 19 anni, ha rischiato di perdere la vita, restando invalido.

La questione sicurezza

Affrontando il tema della sicurezza a Milano, ha evidenziato come la massiccia presenza di giovani, principalmente studenti, abbia fatto crescere in maniera esponenziale la movida, con tutto ciò che ne consegue. «La città è diventata attrattiva per tutta la regione – ha sottolineato – Vi confluiscono tantissime persone che arrivano da tutta la Lombardia». Tanti i reati di natura predatoria che vengono commessi in strada, spesso nelle zone dei locali, a opera, talvolta, di bande giovanili.

“Un fenomeno difficile da inquadrare”

«Quello dei maranza è un fenomeno difficile da inquadrare, entro il quale ultimamente ricade di tutto – ha spiegato il Questore – Basti pensare all’accoltellamento di corso Como, nel quale è rimasto gravemente ferito uno studente della Bocconi. Gli aggressori sono cinque ragazzi italiani, due di seconda generazione, tre provenienti da un quartiere bene di Monza che non avevano alcun curriculum di natura criminale. Eppure si sono resi responsabili di un’aggressione che definirla da Arancia Meccanica è dire poco. Hanno colpito il ragazzo quando era ormai vulnerabile, causandogli dei danni irreversibili». E aggiunge. «Oltretutto non hanno mai mostrato alcuna forma di empatia, di rimorso, anzi con certi commenti hanno esaltato quanto accaduto. Ecco, in questo caso posso dire che non si tratta certamente di maranza, né azzarderei a definirli ragazzi fragili, vista la gravità dei fatti commessi».

I fatti

La feroce aggressione si era consumata alle 3 di notte sotto un portone di uno stabile di via Rosales, in zona corso Como. Prima i calci e i pugni sferrati dai tre minorenni alla vittima – che non avevano mai visto prima e alla quale avevano tentato di sottrarre 50 euro – poi l’intervento di Alessandro Chiani che avrebbe sferrato le due coltellate. Ad assistere alla scena, facendo da palo secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Ahmed Atia. Dopo l’accoltellamento i cinque si erano allontanati e sul posto, oltre all’ambulanza che ha trasportato il 22enne in fin di vita in ospedale, era intervenuta la Polizia di Stato che aveva dato il via alle indagini. Attività che aveva portato gli investigatori a Monza, sulle tracce dei responsabili. A fine ottobre, la perquisizione nelle abitazioni (dove gli agenti, oltre agli indumenti, hanno rinvenuto anche il coltello), due settimane fa, gli arresti.